Top e Flop, i protagonisti di martedì 25 luglio 2023

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di martedì 25 luglio 2023.

Top & Flop. I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di martedì 25 luglio 2023.

TOP

GIORGIA MELONI

Declinare il termine “rispetto” senza cadere nei luoghi comuni di un’Italia scostumata e retorica non è cosa facile, ma Giorgia Meloni ci è riuscita. La premier ci è riuscita non solo nella forma, ma anche nella sostanza di un discorso che poteva farla deragliare definitivamente. Il rischio che correva Meloni era quelli per cui la leader di FdI arrivasse a tarantolare la premier dell’Italia.

Sia chiaro: le posizioni di Meloni sul tema migranti sono note e per molte ragioni discutibili, ma una cosa va detta. La presidente del Consiglio non è caduta nel trappolone della retorica vuota ed ha fatto capire all’Europa che non è più tempo di gargarismi sulla falsa collegialità di una questione che collegiale non lo è stata mai.

Perciò ha detto Meloni intervenendo alla Conferenza internazionale su Sviluppo e Migrazioni tenutasi alla Farnesina: “E’ un grande onore accogliervi a Roma, per questa conferenza dedicata a sviluppo e emigrazioni. Ringrazio il ministro Tajani, la delegazione del governo italiano, c’è anche il vicepremier Matteo Salvini, il ministro dell’Interno, ma ringrazio voi a uno a uno per aver accettato questo invito del governo italiano”.

Poi la polpa, polpa e terreno minato in cui perdere una gamba di credibilità a favore di un chilo di settarismo era facile. “Io spero che questa iniziativa possa essere la prima di molte altre iniziative. La presenza qui dei massimi rappresentanti di oltre venti Stati dimostra la consapevolezza che per affrontare le grandi sfide è fondamentale essere capaci di lavorare assieme.

L’affaccio era dunque corale e di peso assoluto, e Meloni quel balcone (senza ironia) concettuale lo ha usato benissimo. “Da oggi inizia quello che mi piace chiamare il processo di Roma, che deve rafforzare il dialogo tra noi ma essere aperto. Ci tengo a essere chiara: inauguriamo oggi un dialogo tra pari, basato sul reciproco rispetto.

Della serie: “Cari miei da oggi si fa sul serio ma lo si fa tutti, e la si finisce di dire che un problema è corale per poi appaltarne le spine alla voce solista del mio paese. Andava detto, bene, forte e chiaro. Comunque la si pensi.

Rispettabile.

FLOP

DANIELA SANTANCHE’

Di questo passo rischia di diventare una specie di loop. E a dire il vero anche abbastanza stucchevole anche se vagamente emendato da quella frase di Jessica Rabbit: “Che ci posso fare? E’ che mi disegnano così”. Premessa: Daniela Santanchè, la ministra Daniela Santanchè, ha tutto il diritto di difendersi dalle accuse che le vengono mosse. Da quelle certe nel mainstream in punto di etica e da quelle eventuali in punto di Diritto, ove trovassero crogiolo procedurale accertato. Mercoledì la sua vicenda sarà al punto di svolta in decisione parlamentare ma con i numeri della maggioranza sarà svolta segnata. Cioè una “non svolta”.

C’è però un fatto che forse non è sfuggito ai più. Ed è quello per cui indipendentemente da diritti, ragioni e torti presunti la ministra sta proseguendo da tempo in un contrattacco vagamente tiroideo. La tattica di rispondere a tono ad ogni domanda potrà anche funzionare su tempo brevi, ma su quelli medio lunghi diventa stantia. E alla domanda se fosse disposta a fare un passo indietro Santanchè ha rimesso il disco.

“Non capisco per quale motivo, a oggi non ho ricevuto nessun avviso di garanzia, sono assolutamente tranquilla. Sono tante le cose da fare. Fin qui ci sta, poi la controffensiva annunciata, legittima e sacrosanta, ma stucchevole in enunciazione plurima. “Alcuni giornali scrivono delle grandi bugie e per questo faremo la nostra querela e chiederemo il nostro risarcimento danni. Mio nonno mi ha insegnato a non aver paura se non fai niente di male. Io vado avanti. Nessuno mi ha mai accusato nelle mie funzioni di ministro”.

Da un lato i i senatori M5S in commissione Industria, Turismo e Agricoltura Luigi Nave, Sabrina Licheri e Gisella Naturale sparano a zero. E dicono che “siamo al cospetto di una mentitrice seriale, che non può ricoprire il ruolo di ministro un giorno di più”. dall’altro c’è la mentitrice presunta che invece di scegliere un silenzio garbato fino a quando non potrà impugnare le sue ragioni per tabulas strepita.

E questo strepitio ha onestamente stancato.

Tormentone-tormento.

ALAIN ELKANN

Alain Elkann (Foto: Sergio Oliverio © Imagoeconomica)

Una volta sì che si stava bene sul treno. Una volta, prendendo la Prima Classe, ci si poteva tranquillamente concentrare sulle proprie passioni. Si, una volta la Prima Classe era sinonimo di isolamento e pace. Uno si sedeva, apriva la propria borsa, e poteva tranquillamente leggersi la Recherche senza alcun problema.

Sì, certo, poteva capitare che il controllore plebeo giungesse a disturbarti; ma per il resto il viaggio era un’oasi di silenzio. In cui coltivare le proprie passioni. Riflettere, scrivere (rigorosamente con la stilografica, cos’è questa ossessione per la modernità e le sue biro?), magari intervallare il tutto con un quotidiano di alta finanza. Sorseggiando, nelle pause, un calice di Brunello di Montalcino cantina Biondi Santi, annata 1997. Adesso no, cara Contessa.

Adesso tutti possono e vogliono viaggiare in Prima.  E noi, ahimè, siamo invasi da questi giovinastri. Che non hanno stile, classe, portamento, eleganza. Che si accalcano nel nostro scompartimento, rovinando la nostra pace, la nostra serenità. Non hanno nessun riguardo per chi è più avanti negli anni. Non rispettano la saggezza dei capelli bianchi, l’autorevolezza dei vestiti di buona taglia. Caracollano con i loro calzoncini, le magliette,  i cappellini da basket, gli zainetti sbattuti qui e là. Ostentano i loro iPhone senza sapere che, come diceva un mio parente, “il vero lusso è l’irreperibilità”.

Ed il linguaggio, Dio mio!, Che gergo, che termini! Un degrado intollerabile. Dove andremo a finire di questo passo? Bisogna fare qualcosa. Ristabilire le distanze, che diamine! Ci ho pensato bene. Denuncerò questo sconcio sul giornale. Cosa dice? E’ quello di mio figlio? Non importa. Quello che conta è che tutti sappiano. Così non si può andare avanti.

Delirio estivo fuori dal tempo.