Rocca ceccanese onorario per il solo Centrodestra

I consiglieri di Centrosinistra non votano la proposta di conferimento della cittadinanza onoraria al presidente della Regione Lazio. L’assessore Angelo Macciomei ufficializza il suo ritorno con Forza Italia. Il consigliere Marco Corsi, invece, lascia la Lega. Scintille in Consiglio su cementificazione e sicurezza urbana. In avvio lo striscione “Ci siamo rotti i polmoni” di Ceccano 2030, le Sinistre che ormai non contestano soltanto il Centrodestra.

Marco Barzelli

Veni, vidi, scripsi

Il Consiglio comunale di Ceccano è tornato a riunirsi dopo oltre quattro mesi: fatti di scontri a distanza tra Centrodestra e Centrosinistra. Si è tornati in aula l’altra sera con quattro momenti chiave: lo striscione di contestazione “Ci siamo rotti i polmoni”, due comunicazioni politiche, l’accesa discussione di due interrogazioni e l’astensione dell’opposizione davanti a una proposta della maggioranza: la cittadinanza onoraria al presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca.

Francesco Rocca

«Non condividiamo la scelta – così la portavoce Mariangela De Santis -, motivo per cui non parteciperemo alla votazione». Se n’è andata così dalla sala consiliare assieme agli altri consiglieri di Centrosinistra presenti, Andrea Querqui ed Emiliano Di Pofi, dopo due ore e mezza di seduta. Anche per conto di Emanuela Piroli, assente giustificata. Lasciando la maggioranza a votare da sé a favore del conferimento del riconoscimento al già presidente della Croce rossa italiana e della Federazione internazionale.

L’adunanza, però, è stata aperta dalla contestazione del gruppo civico Ceccano 2030, che raccoglie le Sinistre locali e contesta ormai anche i consiglieri d’opposizione per l’adesione o vicinanza al Partito Democratico. Poi due distinte comunicazioni.

Macciomei forzista, Corsi ex leghista

Innanzitutto l’assessore Angelo Macciomei, che ha ufficializzato il ritorno in Forza Italia a un anno dall’uscita dalla Lega.

Il consigliere comunale Marco Corsi invece ha rassegnato le dimissioni da commissario cittadino del Carroccio. Lo era diventato a seguito della candidatura alle scorse Elezioni regionali tra le file leghiste.

Angelo Macciomei, assessore ai lavori pubblici

Nel 2023 la decisione di candidare Corsi alle Regionali da parte del gotha territoriale della Lega aveva portato all’addio di Macciomei e dei due consiglieri di riferimento: il capogruppo Pasquale Bronzi (passato a FdI nella stessa veste) e Alessio Patriarca (esponente del Gruppo Indipendente creato con l’ex assessore Stefano Gizzi).

Corsi, a questo punto, pare in pieno ritorno di fiamma con gli Azzurri. L’assessore Macciomei, dal canto suo, ha sottolineato che «c’è un altro grande Partito a dare valenza all’amministrazione comunale». Più o meno quello che diceva della Lega, prima che finisse nelle mani del consigliere Corsi. (Leggi qui La nuova Lega di Corsi con le due ex Assessore e poi qui Forza Italia, di lotta e di governo: in maggioranza e all’opposizione)

Roberto Caligiore, sindaco e consigliere provinciale di FdI, ha commentato: «Sono contento del ritorno di Forza Italia, perché questa è un’amministrazione di Centrodestra. FI era già presente in alcune liste civiche, ma purtroppo i candidati non erano riusciti a farsi eleggere. Ora tornano in maggioranza». Erano scesi in campo nella lista La Mia Ceccano, incarnata dal consigliere Fabio Giovannone: «Forza Italia è stato il valore aggiunto nella nostra lista e lo sarà anche in questa amministrazione».

Caligiore: «Contento per ritorno di FI»

Roberto Caligiore, sindaco di Ceccano e consigliere provinciale di FdI

Ad infiammare il Consiglio è la prima datata interrogazione presentata dai quattro consiglieri di Centrosinistra: Emanuela Piroli, Andrea Querqui, Mariangela De Santis ed Emiliano Di Pofi. È quest’ultimo, consigliere del Psi, a chiedere «se ci sia un atto amministrativo che ha disposto la colata di asfalto sul tratto finale di collegamento tra piazzale Bachelet e via Madonna della pace».

Agli inizi del 2023, dopo la copertura del selciato sdrucciolevole, l’opposizione aveva interrogato la maggioranza. Macciomei, assessore ai lavori pubblici, ha risposto oltre un anno dopo: «È stato un intervento di messa in sicurezza urgente, un po’ di asfalto per tamponare la situazione, a seguito di varie scivolate e conseguenti contenziosi con il Comune». Ha incalzato la consigliera De Santis: «Capisco la vostra passione per l’asfalto, ma confermate che non c’è un atto autorizzativo con dovuta tutela dei beni comuni».

Asfalto e messa in sicurezza d’urgenza

Il ritorno di Angelo Macciomei con Forza Italia

Da lì in poi, l’assalto in massa nei confronti della minoranza consiliare. Il neo forzista Macciomei ha sferzato: «L’avvocato De Santis crede di essere in tribunale». Poi Diego Bruni, capogruppo della lista Caligiore Sindaco: «Pensate agli scempi fatti dalla Sinistra in passato, come i tasselli del Mosaico Romano posizionati a casaccio, invece di una semplice soluzione tampone». Riccardo Del Brocco, assessore al decoro urbano, ha aggiunto: «Intanto, non fa cadere più nessuno. Non è esteticamente gradevole, ma sarà rifatto con un più largo intervento».

Anche per Daniele Massa, consigliere di FdI e presidente di Commissione, «le risposte dell’assessore Macciomei sono state esaustive e si dovrebbe capire che amministrare è una cosa seria. Con quello che portate in Consiglio, si abbassa di molto il livello del dibattito. Era un’opera di messa in sicurezza da fare con urgenza». Di Pofi, di contro, ha ribadito le riserve: «Se ci sono delle regole, vanno rispettate. Ora ci si arrampica sugli specchi e si ricorda qualche errore del passato per giustificare quasi i propri. Le problematiche vengono affrontate con leggerezza».

Bronzi, capogruppo di FdI, ha rincarato la dose contraria: «Stiamo spendendo tanti soldi nel centro storico per rimediare ai danni del passato». Le conclusioni al sindaco Roberto Caligiore: «Ci sono questioni più grandi da affrontare rispetto a qualche metro di strada. Abbiamo messo un limite alla cementificazione deliberata dalle giunte di centrosinistra». Ormai sono agli antipodi a tutti i livelli, tranne che nel governissimo di Provincia e Comuni. (Leggi qui “Il dovere dell’alternativa” a Ceccano. Sara Battisti: «No, non stiamo zitti» e poi qui Rifiuti, le 5 domande del Centrosinistra. Del Brocco: «Sono fonte di imbarazzo»)

Reati in aumento, ma indice basso

Giancarlo Santucci, consigliere delegato alla digitalizzazione

La seconda interrogazione, ad alta tensione, riguarda la sicurezza urbana. Nel giugno 2023, a seguito delle perplessità del Centrosinistra, l’amministrazione di Centrodestra aveva riparato il sistema di videosorveglianza comunale. L’opposizione consiliare, nel mentre, ha effettuato anche una raccolta firme per richiedere una maggiore presenza di forze dell’ordine. I numeri parlano di un aumento dei reati predatori, «ma l’indice di criminalità – così, all’unisono, la maggioranza – è fortunatamente basso».

Giancarlo Santucci, capogruppo della Grande Ceccano e delegato alla digitalizzazione, ha rilevato: «Abbiamo potenziato gli apparati, soggetti a intemperie e danneggiamenti. Ultimamente, inoltre, vedo il passaggio dei carabinieri nelle campagne come mai in passato. Abbiamo pochi soldi da spendere, ma abbiamo investito novemila euro per sistemare 36 telecamere, da giugno scorso nuovamente funzionanti e a disposizione delle forze dell’ordine».

Di Pofi, con l’interrogazione congiunta, chiedeva chiarimenti anche rispetto a «eventuali contatti con l’autorità di pubblica sicurezza e potenziamento dell’illuminazione nelle zone periferiche». Querqui, a ruota, ha lamentato: «Secondo l’amministrazione, non esiste un problema sicurezza. Eppure mi capita spesso di apprendere di furti, truffe agli anziani, incendi dolosi e atti vandalici, senza parlare dell’abbandono dei rifiuti, contro cui erano state attivate fototrappole».

Raccolta firme dopo l’omicidio a Frosinone

Una riunione del Pd con il Centrosinistra locale

Ad accendere gli animi è la raccolta firme per una maggiore sicurezza urbana a Ceccano, mentre non si faceva altro che parlare dell’omicidio e triplice tentato omicidio a Frosinone. (Leggi qui Omicidio di Frosinone, Libera: «Come la ‘Ndrangheta a Duisburg»).

Una concomitanza di eventi che manda ai pazzi il consigliere di FdI Massa, delegato alle politiche giovanili. «Ti devi vergognare – ha urlato all’indirizzo di Querqui -. Non ci sto a far uscire quest’idea di Ceccano». Aveva già invitato i consiglieri di minoranza a rassegnare le dimissioni e andarsene dalla città. «Resto sia consigliere sia a Ceccano – gli ha replicato Querqui -. A differenza vostra, io ci tengo alla mia città e non nego il problema, ma lo affronto».

Ha ribattuto Massa: «È un intervento vile quello del consigliere Querqui, che fa riferimento a fatti accaduti a Frosinone per speculare in maniera vergognosa. State sputando sul lavoro di imprenditori e associazioni che hanno fatto tanto per il miglioramento di Ceccano». Mauro Staccone, esponente della lista civica del Sindaco, si è agganciato: «Siete solo capaci di dipingere la nostra città come un covo di delinquenti, dove nessuno porterebbe i propri interessi».  

Aceto: «L’esercito non ce lo mandano»

La vicesindaco Federica Aceto con il primo cittadino Caligiore

La vicesindaco Federica Aceto, assessora ai servizi sociali, ha accentuato «il confronto costante con le forze dell’ordine, fatto di dialogo e iniziative, come gli incontri nel centro anziani per metterli in guardia rispetto alle truffe. Oppure la sensibilizzazione all’interno delle scuole, affinché i giovani vengano educati al rispetto del bene comune. In ogni caso, le telecamere le abbiamo volute, installate e riparate noi. E anche a noi piacerebbe avere l’esercito a Ceccano, ma è probabile che non ce lo mandino».

L’oppositrice De Santis, dal canto suo, ha fatto un passo indietro: «La nostra è una sollecitazione di un sistema integrato di sicurezza urbana. Non chiediamo un sindaco sceriffo, ma quali sono le iniziative di confronto poste in essere con le forze dell’ordine. Ci avete chiamati “sciacalli”, ma poi avete aderito al bando ministeriale in contrasto alla criminalità diffusa e predatoria, chiedendo 120mila per altre telecamere di videosorveglianza con targa system».

L’assessore Del Brocco, a quel punto, ha messo sul piatto «anche i novanta punti luce aggiunti da due anni a questa parte». E ha poi tuonato: «Il comandante dei carabinieri ci conferma che siamo in basso alle classifiche della criminalità. Non secondo il supereroe della “Farmcaverna”, ma con questa microcriminalità le pattuglie in più non ce le mandano e non aprono nessun commissariato di polizia». Il supereroe della Farmcaverna sarebbe il farmacista Andrea Querqui, a cui Del Brocco continua a contrapporsi come “Underdog”. Anche in vista delle loro potenziali corse a Sindaco nel 2026.

La terza cittadinanza onoraria di sempre

L’intervento del sindaco Caligiore in Consiglio comunale

Chiude il sindaco Caligiore, anche nelle vesti di graduato carabiniere elicotterista. «A settembre fanno 36 anni di divisa – ha dichiarato -. E vedo lacune importanti da parte di chi non è del mestiere. Non siamo sceriffi, ma sicuramente sentinelle del territorio. Mi confronto costantemente con il comandante provinciale dei carabinieri e con il Questore di Frosinone. Noi siamo contenti che l’indice di criminalità sia basso». 

L’altro punto all’ordine del giorno era la proposta di conferimento della cittadinanza onoraria al presidente Rocca. «Risulta motivata – l’ha illustrata Caligioredal fatto che egli è particolarmente legato alla Città di Ceccano innanzitutto per le origini della sua famiglia e dove ancora risiedono i suoi parenti più prossimi con cui è in stretto contatto, e in considerazione della rilevanza dell’impegno sociale ed umanitario profuso nel campo dell’associazionismo».

Il primo cittadino di FdI ha fatto presente che si tratta della terza cittadinanza onoraria di sempre. «Ne erano state conferite appena due, entrambe nel 2004 – così Caligiore -. Una a padre Luciano Scarfagna (già rettore dei Passionisti, Ndr) e l’altra a Giuseppe Ciotoli, il proprietario del multisala». Ovvero Peppino Ciotoli, diventato a Ostia re del gelato e patron di Cineland, scomparso nel novembre 2020.  

«Ricambierà con affetto e considerazione»

Il consigliere Alessio Patriarca con l’ex assessore Stefano Gizzi (Gruppo Consiliare Indipendente)

L’indipendente Patriarca, delegato alla cultura, si è detto «pienamente d’accordo con la proposta, visto il legame con Ceccano, che ricambiamo in questo modo». È anche «certo che il Presidente sarà onorato dal riconoscimento e ricambierà a sua volta con affetto e considerazione». Un’altra motivazione, per iscritto sulla relazione a corredo della delibera di giunta, ha una natura molto più politica.

«Nel suo ruolo di presidente della Regione Lazio – recita la stessa a proposito del governatore di Centrodestra – ha sin da subito avviato un dialogo costruttivo con chi amministra la Città di Ceccano, affinché ci sia una crescita dell’intera comunità». L’opposizione di Centrosinistra ha disertato il voto perché avrebbe voluto «una cittadinanza onoraria a una persona che si contraddistingua in attività legate a Ceccano».

Inoltre, hanno motivato, «non c’è stata alcuna condivisione con le altre forze politiche, svilendo anche il pregio di tale iniziativa, di natura propagandistica». Caligiore, davanti ai banchi vuoti della minoranza, ha concluso: «È pretestuoso mettere in dubbio il valore dell’avvocato Rocca. Sono consiglieri che rispondono a certe dinamiche, ma questo esula dal discorso. È qualcosa per Ceccano. La maggioranza dimostra di voler bene alla città. Dall’opposizione, ormai, non mi aspetto più di tanto». (Leggi qui Le Regionali e «il candidato di Ceccano»).

Si passa ai voti. La cittadinanza onoraria per Francesco Rocca passa. Con i soli voti della maggioranza.