Top e Flop, i protagonisti di giovedì 1 giugno 2023

Top & Flop. I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di giovedì 1 giugno 2023

TOP

FLAVIA MAZZARELLA

Flavia Mazzarella (Foto: Leonardo Puccini © Imagoeconomica)

Da sempre, dai tempi del Sole 24 Ore sotto il braccio per fare vedere che ne capivano di “congiuntura” e di Borsa, in Italia e nel mondo l’economia e la finanza sono roba da sette. Si tratta di materie un po’ astruse ed un bel po’ incentivate nella loro astrusità per tenerle nel recinto di manovra di una ristretta cerchia di saputoni. Da noi poi il fenomeno è ancora più massivo.

La riprova? Alzi la mano chi sapesse cos’era lo spread prima che se ne iniziasse qualche anno fa a parlare con i toni della temperatura del bimbo di casa che fa la prima esantematica. Ecco perché l’iniziativa che la voluto patrocinare Bper Banca è stata una cosa intelligente e “pop”. Perché ha messo l’economia in punto di creatività descrittiva. E l’ha messa in mano ai giovani, che dell’economia saranno artefici (o vittime) nel futuro.

La presidente Flavia Mazzarella l’ha spiegata molto ma molto bene: “Il nostro Istituto è sempre in prima linea nella promozione dell’educazione finanziaria per i più piccoli, per formare adulti di domani più consapevoli delle loro scelte economiche”. Ma a cosa si riferisce? Anche questo ha spiegato: “Quest’anno il progetto dedicato alle scuole si è evoluto ed ampliato, dando vita a un’iniziativa entusiasmante che ha saputo raccontare nozioni finanziarie e allo stesso tempo sensibilizzare alla bellezza, trovando un originale punto di congiunzione tra economia e arte”.

Mazzarella allude alla settima edizione della Campagna Scuola, dal titolo “Uno splendido ritratto: scopri l’economia con le opere d’arte”. L’iniziativa si è rivolta alle classi III, IV e V della scuola primaria all’interno del progetto “Grande!”. Lo scopo? Va ripetuto ché è molto più importante e meno settoriale di quanto non sembri: portare l’educazione finanziaria nelle scuole, aiutando i più piccoli e le più piccole a conoscere e scoprire il mondo dell’economia e della finanza attraverso il gioco.

E giocando giocando magari costruire un futuro che non abbia saperi misterici, ma informazioni comuni. Su cui operare e migliorare le cose.

Istituto in credito: di applausi.

GORGONE E FRARA

Alessandro Frara

Coperti dalla bolgia assordante del catino principale dove a migliaia vanno per celebrare il rito settimanale in onore del dio Calcio e dei suoi profeti in mutandoni e maglietta, alle spalle dei vari Maracanà o Bernabeu sudano con profana allegria i futuri profeti del primo sport nazionale per definizione. Dietro ogni Bernabeu c’è una Cantera, dietro ogni Camp Nou c’è una Masia, dietro ad ogni Comunale c’è un Filadelfia.

La grandezza di una società calcistica sta nel rigore dei suoi conti, nello stadio di sua proprietà, nel settore giovanile capace di sfornare talenti in house. In Ciociaria, ai primi due aspetti sta provvedendo con esemplare maestria il presidente Maurizio Stirpe. Ai ragazzi stanno provvedendo con altrettanta competenza il Direttore sportivo delle ‘minori’ Alessandro Frara (ex capitano di mille battaglie, suo il gol nella finale play off contro il Lecce per la conquista della serie B nel 2014) con il tecnico Giorgio Gorgone, vice di Roberto Stellone nella doppia promozione dalla Serie C alla A.

Neo promossi e subito protagonisti di uno straordinario campionato: capaci di non sfigurare al confronto con corazzate ben più blasonate, nell’anno in cui a retrocedere è il Napoli, campione d’Italia con la prima squadra. Nel suo primo anno in serie A, il Frosinone Primavera si toglie più di qualche soddisfazione: battendo Milan e Juventus a casa loro e imponendosi contro Bologna, Sampdoria, Napoli, Fiorentina, Inter.

Si era partiti con l’obiettivo della salvezza e sono stati sfiorati i play off. Peccato solo per qualche infortunio di troppo, che ha segnato il campionato.

La palla è tonda ma la tigna è ciociara.

FLOP

EMMA BONINO

Emma Bonino intervistata da Laura Collinoli

Il nome di Emma Bonino è un’icona di assoluta civiltà e le sue battaglie ce le ricordiamo tutti. E ce le ricordiamo tanto bene che da quando le stesse si sono fatte più preventive che fattuali magari un po’ di magone ci viene. Ed è magone di rammarico, non certo di astio: il personaggio è troppo importante per la storia delle libertà civiche da indurre qualcosa di più che una semplice sottolineatura.

Ma quando ci vuole ci vuole e stavolta pare proprio ci voglia. Ha detto la Bonino su uno dei temi più delicati del momento: “A preoccuparmi oggi non sono solo i limiti della Legge 194, vale a dire l’obiezione di coscienza organizzata in molte regioni o la mancata prescrizione della RU486; non mi preoccupano nemmeno le varie campagne dei movimenti Provita, né penso che la legge 194 sia a rischio di essere cancellata da questa maggioranza parlamentare di destra reazionaria”.

Dopo aver parlato delle cose che non la preoccupano, che a ben vedere sono tante e cruciali in punto di sollievo, la Bonino ha snocciolato quelle che le danno inquietudine. Lo ha fatto su L’Unità: “Il mio timore è che diventerà inapplicabile di fatto, in tutte le Regioni“. Poi ancora una cosa che le tiene tranquilla: “Giorgia Meloni, ha più volte chiarito che non intende abolire, né modificare, la direttiva ma ‘applicare la legge 194’”.

E il “ma”? Eccolo: “Quello che raccontano però le regioni amministrate dalle forze di centrodestra, mostra una situazione ben diversa da quella descritta dalla premier. Il caso Marche ne è l’esempio più palese”. Insomma, la Bonino non vede rischi in punto di norma e sterzata politica che sarebbe una retromarcia ma vede una retromarcia nei costumi. Ha ragione, ma solo fin qui. Poi siccome anche agli stessi costumi deve dare una patente politica, chiama comunque in ballo il centrodestra a livello di governi di secondo livello.

Più prezzemolo che spaghetti.

TOMMASO MIELE

Il Presidente Aggiunto della Corte dei Conti Tommaso Miele (Foto: Andrea Panegorossi © Imagoeconomica)

Un antico proverbio della saggezza ciociara (terra dalla quale il presidente proviene) assicura che “A chi sparte va la meglio parte”: intendendo però un doppio significato; quello apparente è che l’incaricato di dividere le cose trattiene istintivamente per se stesso la porzione migliore. Quello sottinteso, con il quale le nonne intendevano mettere in guardia i nipoti prevede che chi va a spartire i due litiganti rischia di prenderle dall’uno e dall’altro. È ciò che in queste ore rischia il giudice Tommaso Miele, aquinate come San Tommaso, presidente aggiunto della Corte dei Conti italiana.

I magistrati contabili hanno fatto le pulci all’azione di Governo sul Pnrr, rilevando che non tutto sta andando come dovrebbe. Insomma, siamo in ritardo e le opere non si stanno vedendo: cosa che rischia di farci saltare la prossima rata di fondi. Pulci che da palazzo Chigi hanno interpretato come un’invasione di campo, un tentativo di imbrigliare il Governo sotto l’azione delle toghe.

Nelle file di FdI hanno ben chiaro cosa accadde dal ’92 in poi in Italia. Che una meritoria azione della Procura di Milano si sia trasformata da Mani Pulite a mani su tutto il potere esecutivo. Cosa che questo Governo non ha l’intenzione di replicare, imponendo una rigorosa separazione dei poteri: Esecutivo da una parte, Giudiziario dall’altro.

Come reagisce un potere quando ritiene che un altro potere stia travalicando? Esercitando il proprio potere. Il Governo ha formalizzato la presentazione di un emendamento con cui limitare i poteri della Corte dei Conti. Lo ha annunciato nelle ore scorse Walter Rizzetto, presidente della commissione Lavoro della Camera dei deputati. che esamina il decreto con la commissione Affari Costituzionali. Il messaggio è stato chiarissimo. Tanto che oggi ci si vede a Palazzo Chigi: Governo e vertici della Corte dei Conti. Per la quale saranno presenti il presidente Guido Carlino, il presidente aggiunto Tommaso Miele, il procuratore generale Angelo Canale e il segretario generale Franco Massi.

Prima della riunione, il presidente aggiunto Tommaso Miele ha tentato di gettare acqua sul fuoco. Sostenendo che “Tra Governo e Corte dei Conti non c’è nessuno scontro. Nelle ultime ore ci sono state strumentalizzazioni e il governo si è sentito attaccato. L’intenzione della Corte però non era quella di mettere in cattiva luce il Governo nei confronti dell’Europa, ma di riferire esclusivamente alle amministrazioni interessate il monitoraggio nell’attuazione dei progetti del Pnrr. Il nostro ruolo voleva e vuole essere solo collaborativo“.

Messaggio distensivo detto a margine di una tavola rotonda a Firenze. Ma il suo presidente Carlino ha già la baionetta tra i denti. E Miele rischia di trovarsi nella scomoda posizione di quello che tenta di spartire, nel bel mezzo di due contendenti non poco appassionati.

Chi fa la mazza…