Elezioni Provinciali, ecco i conti da regolare dentro ai Partiti

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Due anni fa finì 4-3. Per essere più precisi anzi finì 4-3-3-2. In pratica nel 2014 le elezioni provinciali le vinse la lista civica ispirata dal senatore Francesco Scalia: elesse presidente Antonio Pompeo e con lui 4 consiglieri (Alfieri, Caperna, Massimiliano Quadrini, Velardocchia; a quest’ultimo poi è subentrato Bondatti). Il Pd, tanto per cambiare, si era spaccato. L’anima che si riconosce in Francesco De Angelis vinse solo nei piccoli comuni ed elesse 3 consiglieri (Cinelli, D’Ambrosio e Bernardini ma quest’ultimo in quota Psi). Se il Pd fosse stato unito avrebbe eletto 7 consiglieri su 12. Ed avrebbe governato da solo la Provincia. Ma nel centrosinistra provinciale la parola unità è solo il nome del quotidiano fondato da Antonio Gramsci e non più un concetto politico.

Fu così che nacque quell’alleanza contro natura che per due anni ha visto governare insieme i 4 Pd-Scalia con i 2 Ncd Amata e Mignanelli (e fin qui è il quadro politico nazionale). E con i 3 di Forza Italia: Magliocchetti, Di Carlo, Gianluca Quadrini. Poi il Pd si è pacificato (più o meno) ma questa è un’altra storia.

E ora gli scenari quali sono? Non finirà 7 a 5. E comunque non per il Pd unito.

Rispetto a 2 anni fa è cambiato quasi tutto. Al Pd mancano i Comuni di Cassino e Sora, nel frattempo passati al centrodestra. Alle urne ci saranno due Comuni assenti la volta scorsa, Ceccano e Pontecorvo: erano commissariati, ora sono guidati da sindaci di centrodestra.

Questa volta non saranno della partita Campoli Appennino (centrodestra), Piedimonte San Germano (centrosinistra), Castelnuovo Parano (trasversale) togliendo in maniera equilibrata a tutti i fronti.

Una maggioranza (7 Consiglieri) al Pd oppure a Forza Italia è scenario improbabile.
Il centrodestra in questo momento è in vantaggio sul voto dei grandi centri (Frosinone, Cassino, Sora, Ceccano, Pontecorvo). Ma il centrosinistra può ribattere con un numero simile di abitanti nelle città (Alatri, Anagni, Ferentino) rimpolpato dal voto nei piccoli Comuni (dove vinse 2 anni fa). Si va verso un sostanziale pareggio, nel quale chi vincerà avrà un solo consigliere di vantaggio. E nessuno avrà la maggioranza.

Per questo, un governo di coalizione è lo scenario finale più probabile. Ma quale coalizione?

In base alla casacca con cui sono stati eletti i sindaci ed i consiglieri, tenuto conto del peso del voto ponderato (in rapporto agli abitanti), dovrebbe finire con 4 o 5 consiglieri al Centrodestra, 4 o 5 consiglieri al Pd, 1 ad Area Popolare di Pallone, 1 alla coalizione di Schietroma. Più il dodicesimo che verrà eletto con i resti.

L’ago della bilancia potrebbe essere il dodicesimo seggio. Ma questa volta ci saranno tre ‘dodicesimi’: un seggio andrà alla lista allestita da Alfredo Pallone ed uno andrà alla lista di Gianfranco Schietroma. Ciascuno di loro sarà un dodicesimo. Più quello eletto con gli avanzi.

Chi andrà con chi? I Socialisti sono stati per due anni all’opposizione di Antonio Pompeo. Alle Comunali di Frosinone Pd e Socialisti hanno due candidati sindaco contrapposti. Insieme nella stessa maggioranza, in Provincia?

Alfredo Pallone non ha gradito molto lo sgarbo fatto dal Pd che ha abbracciato il ‘suo’ Massimiliano Mignanelli. Il signore delle preferenze alle Comunali di Cassino ha voltato le spalle al consigliere nazionale Enac perché ritiene che stesse allestendo una lista con la quale fare rieleggere il solo Andrea Amata. E perché per due anni non gli ha mai fatto avere nulla, preferendogli proprio Amata per l’incarico di vice presidente.
Ma per Pallone non c’è giustificazione che tenga: è un atto ostile. In queste ore ha lanciato con chiarezza i suoi segnali di insofferenza, scagliandosi contro le «vedove sconsolate» del Pd. Ed avvertendo: «Le Comunali di Frosinone? Parliamone dopo le provinciali». Solo in base ai risultati deciderà se stare con il centrosinistra o il centrodestra. Alle Comunali. Ma anche in Provincia.

E la partita interna al Comune di Frosinone non è l’unica. Ce ne sono molte altre ancora aperte.

Ad Anagni si candidano due consiglieri della stessa maggioranza guidata dal sindaco Fausto Bassetta: il consigliere provinciale uscente Maurizio Bondatti (Pd) e Alfredo Cicconi (Progetto Anagni). Il primo ha già mandato a dire che se non dovesse essere confermato consigliere provinciale, sarebbe necessaria «una seria riflessione politica» in maggioranza ad Anagni. Mario Abbruzzese, sentitamente, ringrazia. Se gli va bene porta in area eleggibile il suo candidato Daniele Natalia.  Ma gli va bene lo stesso se riesce a non fare arrivare a Frosinone nessuno dei due candidati della maggioranza Bassetta. Perché si aprirebbe uno scontro interno alla maggioranza di centrosinistra anagnina sul quale costruire la prossima campagna elettorale delle Comunali.

A Sora si rischia di dovere ridisegnare la geografia politica letta fino ad oggi. Finora quasi tutti hanno considerato di centrodestra l’amministrazione del sindaco Roberto De Donatis. Invece è più corretto dire che è stato eletto anche con i voti di Forza Italia. E le Provinciali saranno il primo banco di prova nel quale contare i voti. Il sindaco ha deciso di puntare su Lino Caschera (lista Schietroma) mentre Mario Abbruzzese ha schierato Alessandro Mosticone. Sulla carta, il candidato di Forza Italia ha 2 voti su 17. Ma nei giorni scorsi si è mosso tra i Comuni intorno, c’è chi assicura che qualche sindaco della zona dividerà i propri consensi tra Mosticone e l’uomo indicato dalla componente Pd De Angelis. Sarebbe un segnale imbarazzante per De Donatis se a Mosticone dovessero arrivare molti più voti di Caschera. E ancora di più se a quest’ultimo dovessero mancare i voti compatti della maggioranza.

A Pontecorvo poi si candidano il sindaco Anselmo Rotondo (Forza Italia) e l’ex sindaco nonché sue avversario alle comunali Riccardo Roscia (Area Popolare Pallone). La vittoria del secondo sarebbe uno smacco politico per il primo cittadino in carica. Ma anche se Roscia prendesse un solo voto in più di Rotondo, Alfredo Pallone lo farebbe pesare tantissimo sul tavolo delle trattative politiche successive.

A Ceccano rischia di esserci una resa dei conti sul nome di Ginevra Bianchini. Ci sono state fibrillazioni molto forti nei giorni della scelta del candidato. Alle urne, potrebbe esserci qualche defezione per mandare un segnale al sindaco Roberto Caligiore. Chi ha bussato per vedere se ci fossero preferenze disponibili a Ceccano, si è sentito rispondere da alcuni che voteranno Rossella Chiusaroli: la candidata di Cassino messa da Mario Abbruzzese.

C’è poi la partita interna ai singoli Partiti. Dentro a Forza Italia. Il presidente della Comunità Montana di Arce Gianluca Quadrini è a ridosso dello stalking sui consiglieri – elettori. Punta ad essere il primo degli eletti. Vuole mandare un segnale chiaro a Mario Abbruzzese: mettendo un’ipoteca sulla candidatura alle prossime elezioni regionali. E’ la stessa corsa che sta facendo Danilo Magliocchetti, presidente d’aula uscente: pure lui ha gli stessi obiettivi dell’eroico presidente montano (in liquidazione). Chi è capace di incanalare più consenso tra i grandi elettori, parte in vantaggio per la candidatura alla Pisana.

C’è poi il quesito dei coordinatori provinciali. Pasquale Ciacciarelli ha un dilemma amletico. In lista c’è il suo sindaco Modesto Della Rosa ma non è un iscritto a Forza Italia. Gli darà i voti, creando una situazione imbarazzante nel Partito? O glieli negherà, creando imbarazzo in maggioranza a San Giorgio a Liri? E poi Adriano Roma (coordinatore i Forza Italia 1.0): non va alle riunioni del Coordinamento, dice che non lo invitano ma Ciacciarelli assicura il contrario. E’ il segnale che Roma giocherà una partita tutta sua. Quale?

Anche dentro al Partito Democratico è in corso la conta. Francesco De Angelis non si sente in giro da qualche giorno. Si è visto martedì pomeriggio con Mario Abbruzzese davanti alla ex Standa di Frosinone. Cosa avevano da dirsi? De Angelis sta surriscaldando le linee telefoniche: i suoi consiglieri provinciali devono essere eletti. Per contarsi ancora una volta sul suo contraltare interno Francesco Scalia. Che sta muovendo le pedine. Anche lui con lo stesso scopo.

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