Zingaretti chiede al Pd di mettere le ali al Paese: non ci sono alternative

Foto © Imagoeconomica / Benvegnu' Guaitoli

La Direzione del Pd per la prima volta in videoconferenza. Zingaretti disinnesca le tensioni con Conte. "Non ci sono alternative a questa alleanza". Ma chiede un cambio di passo. Servono le riforme. Subito. I Congressi congelati. A luglio il grande dialogo con il Paese ritornerà con una formula nuova.

Volare alto o schiantarsi, mettere le ali al Paese o finire contro le montagne: Nicola Zingaretti indica la rotta all’Italia. Per lasciarsi alle spalle un presente poco significante e raggiungere un futuro nel quale avere di nuovo un peso in Europa. Il Segretario Nazionale del Pd lo fa durante la Direzione del Partito.

Non tutti hanno capito

Comincia mettendo in chiaro che non tutti hanno compreso cosa è accaduto, dentro quale tunnel è dovuto passare il Paese. Uscendone malconcio ma vivo.

«Siamo di nuovo riuniti. Sono pochi mesi ma sembra veramente passato un secolo. Tutto è cambiato. Il fatto che questa Direzione si svolga per la prima volta nella storia politica italiana grazie alla Rete dà l’idea dello sconvolgimento che stiamo vivendo“.

Il suo Lazio, la Regione della quale è Governatore, è tra quelle riuscite meglio ad affrontare la pandemia. Ma il profilo sanitario è una cosa mentre il profilo economico è altro: un’altra sfida.

«Ho la sensazione che ancora non tutti hanno chiaro l’enormità di quanto è avvenuto».

Basta Italietta, volare alto

Zingaretti
Nicola Zingaretti durante la Direzione Pd

Zingaretti ribadisce che è arrivato il momento della svolta per il Paese. Servono le riforme: non di breve periodo ma di ampio respiro. Quelle capaci di far cambiare quota. A cominciare dalla riforma del fisco per proseguire con lo snellimento delle procedure e della burocrazia.

Il Segretario mette il Paese di fronte ad un bivio: o continuare ad essere l’Italietta di sempre o decollare verso nuovo modello di sviluppo.

Lo fa spiegando che per la Fase 3 si può prendere «la prima strada, la più semplice, quella dell’italietta. Abbiamo tamponato. E ora che il virus è in calo possiamo metterci a fare come sempre: allora le risorse sarebbero dilapidate con scelte da vecchia Italia. Questa opzione non coglierebbe l’intensa drammaticità di quello che è successo. Senza una diversa prospettiva si alimenterebbe la rabbia».

Come si vola verso la ‘diversa prospettiva’? Zingaretti dice che «Servono scelte nuove e una decisiva svolta da compire insieme ai nostri alleati. Solo questo è stato il cuore del confronto in queste ore, utile, che continuerà».

Niente contrapposizioni con Conte

Il presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte

Le scintille dei giorni scorsi con Giuseppe Conte sembrano domate. Almeno sul piano ufficiale è così. Ma serve un cambio di passo. E non c’è un ‘altrimenti…‘. Si deve fare.

«Con Conte nessuna contrapposizione ma un salto di qualità è necessario». Il Segretario non aggiunge un ‘altrimenti’ perché «La coalizione di governo è la sola che può stare in piedi, non ci sono alternative».

Insomma Nicola Zingaretti dice si agli Stati generali convocati da Giuseppe Conte facendo arrabbiare tutti: perché nessuno era stato avvertito, né il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, nè Dario Franceschini che è il capo della delegazioni del Pd nel Governo. Il Segretario dice si ma mette in guardia il premier: non c’è margine per altri errori.

Fantini ascolta

Il Segretario nei mesi scorsi aveva parlato di un possibile Congresso. Nel quale disegnare il Partito nuovo, sottolinenando che non avrebbe fatto un nuovo Partito. Che fine fa quel progetto? «Avevamo immaginato un percorso congressuale che non si potrà realizzare ma verifichiamo la possibilità di tenere a luglio un grande appuntamento, una Assemblea nazionale aperta nella quale poter dare il nostro contributo all’Italia e verificare le scelte politiche per andare avanti al meglio partendo da un dibattito libero, fraterno e sincero sulla funzione che ognuno di noi debba assumere».

«Presenterò un documento che sottoporrò alla valutazione della Direzione che diventi la base politica per un grande appuntamento per parlare al Paese e confrontarci e permettere a tutti di fare le scelte che si reputano più opportune» ha spiegato il segretario del Pd.

Luca Fantini ascolta e prende nota. È uno dei giovani che in questi due anni gli è stato più accanto, lo ha seguito tappa dopo tappa in tutto il tour che ha portato Nicola Zingaretti alla scalata verso il vertice del Pd. Fantini sta per lasciare il ruolo di Segretario dei Giovani Democratici del Lazio. È stato designato Segretario Provinciale del Pd a Frosinone con una candidatura unitaria: se non ci fosse stata la pandemia, a marzo sarebbe iniziato il percorso congressuale.

Lo stop ha congelato anche i problemi interni ai vari circoli. Con il disgelo stanno tornando alla luce in tutta la loro attualità: da Cassino a Pontecorvo, da Frosinone ad Alatri.

Serve un percorso diverso. Pare che nel documento che Zingaretti sta mettendo a punto ci sia spazio anche per questo.