Il Tar blocca la bonifica Mad e bacchetta Provincia e Regione

Il Tar accoglie il ricorso della Mad e stoppa l'ordinanza di bonifica della discarica di Roccasecca. Senza 'valori di partenza' non si può sapere se c'è inquinamento. L'azienda non intende ripartire con la raccolta dei rifiuti fino a quando non ci sarà certezza assoluta

La bonifica della discarica di Roccasecca? È sospesa. L’inquinamento che avvelena l’area? Non si sa se c’è. Ed i giudici sottolineano di averlo già detto più volte. La Provincia di Frosinone, che aveva ordinato alla società Mad di avviare i lavori, dovrà pagare duemila euro di spese legali. Lo ha stabilito in mattinata il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio.

I giudici della I Sezione hanno accolto la domanda di sospensione presentata dalla Mad Srl. È la società che per anni ha gestito la discarica provinciale al servizio dei Comuni ciociari. Lì finiscono solo le parti dei rifiuti che non possono essere né riciclate né trasformate in combustibile per il termovalorizzatore di San Vittore del Lazio.

Ma il vero obiettivo di Mad non era la sospensione, non erano le spese legali da addebitare alla Provincia. Il vero obiettivo era la Regione Lazio ed il suo rifiuto a fissare i valori con cui misurare l’inquinamento nell’area.

Riapri la discarica. Ma anche no

La vicenda nasce da una situazione al limite del paradosso. Nei mesi scorsi la Regione ha ordinato a Mad di riprendere i lavori per scavare un quinto invaso nel quale portare a Roccasecca altri rifiuti. Ma l’azienda ha risposto che non ci pensa proprio, confermando la sua rinuncia al progetto comunicata circa un anno fa.

Perché Mad non vuole continuare ad occuparsi dei rifiuti? Perché pretende chiarezza sulle norme: si è trovata coinvolta in un’indagine che si basa in larga parte su una differente interpretazione del testo di legge. E non vuole correre rischi. Reclama dati certi sui quali misurare l’inquinamento.

La questione è legata ai numeri. Da anni nei terreni al confine tra Roccasecca, Colfelice e San Giovanni Incarico vengono rilevati ferro, manganese, arsenico in quantità superiore ai limiti di legge. Significa che c’è inquinamento? In teoria si. Perché solo in teoria? Il dubbio nasce da uno studio effettuato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche: il CNR ha stabilito che quei terreni sono per loro natura ricchi di quei particolari metalli. (Leggi qui Tutta la verità sui veleni intorno alla Mad: l’atto ufficiale della Regione).

Allora come si fa a stabilire se è Mad che inquina oppure se è solo un fenomeno naturale? Serve un valore dal quale partire: sono i valori di fondo. In pratica: a quanto ammonta la quantità naturale di metalli presente nel terreno. A quel punto basta misurare la differenza e vedere se e quanto ne ha portato lo stabilimento Mad.

Ma è proprio quello che Mad non riesce a farsi dire dalla Regione. Il 7 dicembre 2021, con nota 1017351 ancora una volta Regione Lazio ha rifiutato di fissare i valori di fondo quanto al sito della discarica, affermando che, allo stato attuale, gli studi non lo consentono.

L’ordinanza della Provincia

Su quel No si basa allora l’ordinanza emessa dalla Provincia di Frosinone il 10 gennaio 2022. Intima a Mad Srl di avviare i lavori di bonifica. Partendo da un presupposto: non esistono valori di fondo, pertanto il sito è inquinato e allora lo devi bonificare.

Il Tar oggi ha sospeso quel provvedimento. Perché, come già chiarito dalla Sezione in occasione di precedenti pronunce sulla medesima vicenda, tenuto conto delle caratteristiche del terreno su cui insiste l’impianto, il solo dato del superamento dei valori di soglia per taluni inquinanti non pare di per sé disvelare, neppure alla stregua del criterio del ‘più probabile che non’, l’esistenza di contaminazione suscettibile di attivare il procedimento di bonfica.

Tradotto dal linguaggio giuridico: senza i valori di fondo come fate a dire se c’è inquinamento oppure è un valore naturale?

Per questo il Tar ha sospeso il provvedimento e fissato l’esame del caso già alla prima udienza pubblica che verrà fissata nel marzo 2023. Tra un anno.

Il principio però è stabilito: servino i valori di fondo.