I protagonisti del giorno. Top e Flop del 10 aprile 2020

Top e Flop. Ogni notte, i protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende l’indomani.

TOP

VITTORIO COLAO

Dicono che a sussurrare il nome sia stato direttamente il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: nessuno lo confermerà mai. Vittorio Colao coordinerà il team di fama mondiale composto da sociologi, psicologi, esperti nell’organizzazione del lavoro, incaricato di preparare l’Italia alla “Fase 2” dell’emergenza, quella della ricostruzione post virus.

Vittorio Colao Foto © Swiss-image/ Valeriano DiDomenico

Sarà che dietro c’è la saggezza di Sergio Mattarella ma la scelta di puntare su Vittorio Colao è una delle più sagge possibili. Non solo perché è uno dei manager italiani più quotati e più competenti sullo scenario mondiale, non solo perché gode di credibilità unanime e capacità riconosciute.

È stata una mossa indovinata perché il suo dream team nei fatti sarà un governo ombra che dovrà elaborare idee, progetti e soluzioni, da fornire ad un governo in carica nel quale queste doti scarseggiano in buona parte dei ministri che lo compongono.

Soprattutto toglie ai ragazzini il pallone sul quale sono stati capaci di litigare anche mentre il Paese rischiava di sgretolarsi sotto la spinta del Covid-19: le inutili discussioni del Movimento 5 Stelle sul controllo della società che gestirà le garanzie da dare a sostegno dei prestiti ai cittadini non sono state edificanti.

Mentre Zingaretti sarà assorbito dal lavoro di cucitura, Gualtieri in quello di elaborazione del documento che entro pochi giorni dovrà rendere i soldi realmente disponibili per cittadini e imprese, Vittorio Colao ed il suo team penseranno a come riorganizzare daccapo l’Italia del Covid-19.

Colao Meravigliao

.

FILIPPO TORTORIELLO

Ha sintetizzato il pensiero degli imprenditori non solo del Lazio in un colloquio con il Foglio. Filippo Tortoriello, presidente di Unindustria, ha detto in sostanza che se si continua così «moriremo di incertezza».

Filippo Tortoriello, presidente di Unindustria

Nulla più dell’incertezza spaventa e disorienta gli imprenditori. Nessuno contesta il fatto che in questo momento l’emergenza è innanzitutto sanitaria, ma chiudere gli occhi davanti ad uno scenario economico da brividi non si può. Perché qui non c’è soltanto da programmare una ripartenza convincente e solida, qui occorre dare alle imprese un orizzonte di certezze sul lungo periodo.

Il che vuol dire risposte chiare a domande semplici. Sulle tasse, sulle garanzie, sulla burocrazia, su tutto. Filippo Tortoriello ha delimitato la soglia del baratro. Per la seconda volta in pochi giorni, dopo aver quantificato la perdita giornaliera del Pil laziale: 300 milioni di euro.

Convincente.

NICOLA ZINGARETTI

Bando alle ciance. Senza l’azione sotterranea del Pd in Europa ne saremmo usciti ancora una volta con le ossa rotte. La partita è ancora lunga, ma intanto è stato evitato il tracollo. Grazie all’azione diplomatica del commissario Ue Paolo Gentiloni, grazie alla mediazione non solo economica del ministro Roberto Gualtieri, grazie a qualche ragionamento di Enrico Letta.

Nicola Zingaretti Foto © Imagoeconomica / Livio Anticoli

Il tutto sotto la supervisione del segretario nazionale Nicola Zingaretti. Che infatti ha detto: «L’accordo raggiunto dall’Eurogruppo è un altro passo in avanti e un fatto positivo. Aspettavamo un’assunzione di responsabilità dall’Europa ed è arrivata, anche grazie al contributo determinante del governo italiano. Ora dobbiamo insistere per un’Europa protagonista ma si è aperta la possibilità di nuove risorse per sostenere lo sviluppo. È questa l’Europa che vogliamo, solidarietà e lavoro. Da questo accordo nessun sacrificio è chiesto e nessuna limitazione della nostra sovranità è passata».

Adesso inizia il secondo tempo e la partita è ancora aperta. Non era scontato. La zampata di Zingaretti è stata decisiva. 

Potere felpato.

FLOP

GRAZIANO DELRIO

Contro la povertà determinata dalla crisi Coronavirus «il gruppo del Pd della Camera, in piena sintonia con il Partito», ha proposto un contributo di solidarietà a carico dei redditi più elevati, per il 2020 e 2021. Una patrimoniale.  

Graziano Delrio

Patrimoniale  che dovrebbero pagare i cittadini con redditi superiori ad 80.000 euro e che inciderà sulla parte eccedente tale soglia. Lo hanno detto Graziano Delrio e Fabio Melilli: «La somma versata sarà deducibile e andrà da alcune centinaia di euro fino a decine di migliaia per redditi superiori al milione. Il gettito atteso è 1,3 miliardi annui».

Delrio è il capogruppo del Pd alla Camera. Il Governo si è spaccato, Cinque Stelle e Italia Viva hanno preso le distanze da quella che è stata subito ribattezzata la Covid tax.

In questo modo il Pd ha confermato la sensazione diffusa di essere il Partito delle tasse. Ma soprattutto è stato lanciato il solito messaggio che va “bastonato” chi guadagna di più. Che spesso è chi lavora di più, rischia di più ed in questi giorni ha già messo di più la mano in tasca senza dare troppa pubblicità alla cosa.

Soprattutto però perché la ricostruzione dell’Italia dovrebbe essere finanziata dai privati? Perché l’Europa ci sbatte le porte in faccia? Perché la liquidità promessa finora non si vede? Tafazzista.

TRA COLOR CHE SONO SOSPESI

E’ tornato a rivolgersi ai cittadini italiani annunciando l’estensione del lockdown fino al 3 maggio, anticipando l’imminente riapertura di alcune attività commerciali e dichiarando l’intenzione, da parte del suo governo, di continuare a lottare, nelle sedi europee, per l’introduzione degli Eurobond. Ha detto Giuseppe Conte:

Giuseppe Conte

«I segnali della curva epidemiologica sono incoraggianti, le misure di contenimento stanno dando dei frutti, non possiamo vanificare gli sforzi sin qui fatti». E fin qui tutto bene.

Poi però non ha resistito alla “rabbia” e alla polemica e ha attaccato, a reti unificate, i leader dell’opposizione, Matteo Salvini (Lega) e Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia). Affermando: «Salvini e Meloni hanno detto menzogne. Il Mes esiste dal 2012, non è stato istituito ieri o attivato la scorsa notte come falsamente e irresponsabilmente è stato dichiarato da Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Questo governo non lavora col favore delle tenebre: guarda in faccia gli italiani e parla con chiarezza».

Non si fa. Non lo può fare un Presidente del Consiglio mentre parla al Paese a reti unificate su un’emergenza storica come quella del Coronavirus. Il ruolo istituzionale va rispettato. La polemica politica è legittima, ma doveva farla terminata la diretta tv. In un’altra veste

La scivolata dopo lo scatto.