La lettera per scongiurare lo scenario del Pd subalterno, poi l’arringa sul palco: “Romani, non mettetevi le dita nel naso, perché poi la Raggi dirà che è colpa della Regione Lazio”. Due passaggi politici che fanno emergere la statura di un leader che vuole ancora scrivere pagine importanti. E dopo il 4 ottobre può succedere di tutto. Anche nel Pd.
Piazza Grande
Vertice dei fedelissimi di Zingaretti in Regione Lazio. All’ora di pranzo si sono visti nella stanza di Refrigeri. Per decidere la linea. Si dà per scontato l’arrivo di Letta. Appoggio totale ma in una logica da “Piazza Grande”
Appena due anni fa quel progetto politico diventava il mantra del nuovo Pd. Adesso, dopo i tanti errori commessi soprattutto nel rapporto con i Cinque Stelle, quell’orizzonte può tornare attuale. Anche con Enrico Letta segretario. Perché comunque Nicola Zingaretti ha la maggioranza in assemblea e può dettare le condizioni.
Massimiliano Smeriglio è stato l’architetto di Piazza Grande. Che doveva costruire il campo largo per il Pd Nuovo. Oggi dice “Piazza Grande non c’è stata”. Errori, limiti, mali del Pd. Che mettono in discussione l’esistenza della sinistra
Il presidente dell’Emilia Romagna può mettere insieme le Sardine, Romano Prodi, una parte dei Cinque Stelle e il centrosinistra del futuro. Ieri a Bologna ha invitato i leghisti al voto disgiunto. Un certo Nicola Zingaretti nel Lazio ha vinto con l’anatra zoppa…
Il popolo del centrosinistra di Bologna ha lanciato un doppio messaggio al segretario del Pd: c’è chi non vuole arrendersi all’avanzata della Lega di Salvini, ma al tempo stesso è ora di prendere decisioni nette nei confronti dell’immobilismo dei Cinque Stelle e della continua rottamazione di Matteo Renzi.
Il Pd appare immobile di fronte alla paralisi di Lega e Cinque Stelle. Il rapporto con i pentastellati spacca le correnti. Ma c’è soprattutto quella tentazione di combattere il dissenso interno a colpi di deferimenti ed espulsioni che sta spingendo fuori l’area di Matteo Renzi e, forse, quella di Carlo Calenda.
Nicola Zingaretti sta faticosamente ricostruendo un campo di centrosinistra, ma tutto dipenderà dalla percentuale delle europee. Matteo Renzi pensa a come riprendersi il partito. Ma i due sono conciliabili?
Mille persone affollano la Piazza Grande di Zingaretti a Milano. Voglia di un Pd diverso. Nel quale ci sia spazio per il modello Milano: “l’esperienza migliore”. Il sindaco sei schiera con il governatore del Lazio.
Il capogruppo regionale del Pd parla ormai al posto del Governatore in tutti i momenti chiave: dalla mozione di sfiducia al documento di economia e finanza. La consigliera ha presentato un emendamento in tema di mobilità sostenibile che guarda al territorio e suona come un manifesto del pensiero del candidato alla segreteria Democrat
Archiviate le primarie regionali (dove ha sostenuto Claudio Mancini da sola), la consigliera regionale si concentra sul prossimi appuntamento per la segreteria nazionale. Dice: “Zingaretti è l’unico che mira ricostruire una comunità politica chiara e riconoscibile, faremo di tutto perché vinca”
C’è un dato che non è sfuggito agli osservatori più attenti: ieri mattina l’intera coalizione di centrosinistra era compatta in aula a respingere la mozione di sfiducia. Il lavoro oscuro di Massimiliano Smeriglio, la diplomazia di Daniele Leodori, lo stile di Mauro Buschini. Lo zoccolo duro di un modello di governo che ricorda quello di Romano Prodi
Ospite della trasmissione di Formigli, il Governatore del Lazio ha ribadito: “Il Pd deve cambiare. Se lo capiscono, bene, altrimenti andrò comunque avanti da solo”. L’attacco: “Non credo che i tanti che hanno votato 5 Stelle siano contenti del condono che premia chi per anni non ha pagato le tasse”
Dominano i discorsi alla prima persona plurale e ad ascoltare il presidente della Regione Lazio sono arrivati dalla Toscana e dalla Puglia. Atmosfera da Festa dell’Unità di qualche anno fa. Il ruolo di Massimiliano Smeriglio.
Piazza Grande lancia il modello Zingaretti: niente odio, un’alternativa è possibile. La figlia di Martin Luther King come testimonial. “Da Salvini atto immondo su Riace: fatto per paura che funzionasse”. La chiamata al popolo della sinistra: “Non esiste leader senza una comunità che combatte”.
La convention del Governatore del Lazio appare come l’ultima spiaggia per un partito in crisi di identità politica. Matteo Renzi sta cercando di sbarrargli la strada in ogni modo, ma il punto vero è che il terreno perso nei confronti di Cinque Stelle e Lega è tantissimo.
LeU dice si all segnale di Unità inviato da Nicola Zingaretti. Parteciperà alla manifestazione Piazza Grande. In Campania il sindaco De Magistris però fa sapere “Uno solo tra me e De Luca”. Il difficile dialogo da costruire. Su Facebook il Governatore esorta “Rispetto e non sospetti”
Il presidente della Regione Lazio mette nel mirino non soltanto la guida politica del Partito Democratico ma anche Palazzo Chigi. E sceglie uno slogan semplice che ricorda gli acuti del cantautore bolognese Lucio Dalla
La Direzione Nazionale di Fratelli d’Italia e i nodi al pettine: senza forzare troppo contro la magistratura ché alla fine non paga
La presentazione del corso di alta formazione aziendale sull’intelligenza artificiale generativa. Non “solo” la formazione, ma una cabina di regia tra Università di Cassino e del Lazio meridionale, Camera di Commercio di Frosinone e Latina, e Consorzio industriale del Lazio. Ragionando, con l’intelligenza naturale, come Basso Lazio.