C’è uno strano silenzio sul fronte del Partito Democratico: nessuno prende posizione sulla questione del prossimo accorpamento tra le Asl di Frosinone e Latina.
All’inizio si era pensato ad una forma di garbato rispetto per il dolore di Isabelita Mastrobuono, mandata via su insistenze del Pd e costretta ad andarla via da Frosinone per il meno prestigioso trono di uno Spallanzani elevato a dimensione europea con il suo prossimo centro di ricerca su ebola e le grandi epidemie infettive.
Smaltita la sbornia, nel Pd qualcuno ha cominciato a recuperare la lucidità. Ed a capire che non c’era un bel niente da brindare né da festeggiare.
E ogni giorno che passa, il bollettino di guerra che arriva dal fronte Sanità porta notizie sempre peggiori.
Innanzitutto: non è vero che Isabelita Mastrobuono se ne va. E’ vero che se ne andrà. Ma non subito, prima porterà a termine il suo lavoro di riordino della Sanità in provincia di Frosinone. E con le mani sempre più libere. La prima confezione di supposte l’ha somministrata in abbondanza nella giornata del 3 agosto: ha firmato la delibera 882 con cui dispone l’attivazione ad Alatri del progetto ‘Parto Fisiologico nella Casa della Maternità’: esattamente quello che non volevano Mauro Buschini e Giuseppe Morini.
Il garbato ma fermo invito di Maria Spilabotte a metterle le briglie per la restante parte di governo è caduto nel più disarmante dei silenzi: a Roma nessuno ha voluto sentire e pertanto non ha provveduto. E siccome se lo aspettavano, né Mauro Buschini né Francesco De Angelis hanno voluto lasciare le loro impronte digitali su una richiesta destinata ad essere un fiasco politico.
Ma la notizia più brutta è che Isabelita non porterà via l’arredamento: lascerà a Frosinone, in via Armando Fabi, tutto il mobilio che aveva scelto per governare la Sanità ciociara. E’ confermato che allorquando tutti saranno alla stazione a sventolare i fazzoletti per salutare il treno che la porterà nel gulag Spallanzani, lascerà nel proprio ufficio, intoccabile ed ancora più incattivito ‘il toscano’ alias Mario Piccoli Mazzini, formazione prussiana e rigore teutonico sulle cifre. Una vera garanzia per i conti. Zingaretti pare che non intenda spostarlo da lì nemmeno sotto il tiro delle cannonate. E nelle file del Pd qualcuno ha commentato ‘Se non spostano questo, non abbiamo fatto niente’, ricevendo come commento ‘Se lo vuoi far spostare fai prima a chiedere all’Isis’.
Si è rischiato il tracollo nervoso quando poi si è saputo che la politica locale non potrà influenzare la nomina del prossimo manager: non potrà indicare nomi perché dovranno venire dalla stessa lista nella quale Zingaretti ha pescato la Mastrobuono: una short list a prova di scandali e cappellate, nella quale l’unico nome ciociaro era quello del dottor Mauro Vicano, passato però ad altro settore.
Quindi: dopo Mastrobuono, un’altra Mastrobuono. Cambierà solo il nome.
Ora, il colpo di grazia: la fusione delle Asl tra Frosinone e Latina. E’ prevista dai Programmi Operativi 2016 – 2018: fuori Roma, solo tre ASl, una tra Rieti e Viterbo, una per le province di Roma, una tra Frosinone e Latina. L’annuncio è arrivato appena 5 ore dopo la ‘cacciata della Mastrobuono’: alle 15:19 l’annuncio del trasferimento allo Spallanzani, alle 20 il comunicato che annunciava – tra le righe – la razionalizzazione delle Asl.
Al punto che qualche osservatore più acuto ha già individuato il nome del prossimo manager Asl di Frosinone: sarà quello di Latina. O quello che verrà mandato a Latina.
Lo strano silenzio dei colonnelli Pd sul fronte della Sanità non fa altro che confermare.