Zingaretti strappa gli assegni, De Angelis li rimette

L’assegno del Consigliere non sparirà. A strapparlo era stato Nicola Zingaretti con il provvedimento che a partire da gennaio 2016 ha azzerato gli assegni, i gettoni di presenza, gli stipendi, o comunque li si voglia chiamare, con cui venivano pagati i consiglieri d’amministrazione delle società pubbliche riconducibili alla Regione Lazio. E’ così è stato.

Ma non ha fatto i conti con il consorzio industriale Asi di Frosinone. A presiederlo è un suo fedelissimo, quel Francesco De Angelis che è stato suo grande elettore fin dai tempi in cui scalò i Ds diventandone il segretario regionale per il Lazio. All’Asi di Frosinone gli assegni per il consiglio d’amministrazione non spariscono: cambiano nome.

Oltre che campione di politica, Francesco De Angelis è un eccellente conoscitore dei numeri e delle finanze pubbliche: prima di diventare assessore alle Piccole e Medie Imprese sotto Piero Marrazzo, era stato vice presidente della Commissione Bilancio e lì aveva imparato trucchi e segreti di ogni meandro del bilancio regionale. E così, quegli assegni che Nicola Zingaretti aveva accompagnato alla porta nel nome del risparmio e della lotta ai costi della politica, Francesco De Angelis li ha fatti rientrare dalla finestra.

Ha pensato: è vero, bisogna dare un taglio agli sprechi; ma qui all’Asi non sprechiamo, non regaliamo niente a nessuno: i nostri Consiglieri d’Amministrazione lavorano, si impegnano, producono tante cose. Ed è giusto che vengano pagati.

Allora, ha firmato le Determine Presidenziali 18 gennaio 2016 numeri 5 – 6 – 7 e 8, con le quali ha stabilito un compenso mensile per i consiglieri d’amministrazione: mille euro ciascuno ai signori Augusto Cestra, Giovanni Proia, Francesca Romiti, Luca Sellari.

A se stesso no, per il presidente Francesco De Angelis nemmeno un centesimo.

Tranquillo presidente: non sarebbero stati soldi sprecati. Quelli no.