Abbruzzese «La Lega candidi Vannacci con me»

La Lega nega trattative per la candidatura del generale Vannacci alle prossime elezioni Europee. Vannacci non conferma né nega. L'ex Presidente del Consiglio regionale del Lazio, Mario Abbruzzese, lo sprona a candidarsi insieme a lui. Affermando che le sue idee coincidono con quelle della Lega.

La Lega smentisce con una nota ufficiale. E dice che «È totalmente falso. Temiamo che la vostra fonte sia la stessa di tante altre inchieste fantasiose finite nel nulla come i presunti finanziamenti russi». Nero su bianco, con tanto di carta intestata dell’Ufficio Stampa del carroccio: giura sia infondato il servizio andato in onda nelle ore scorse all’interno della trasmissione Report. In particolare la parte sulla presunta trattativa per la candidatura del generale Roberto Vannacci alle prossime Europee per conto della Lega «compresa l’ipotesi di un risarcimento se non venisse eletto».

Non nega il generale, lascia il dubbio: dice e non dice. Tattica base per far parlare di sé: creare aspettativa, tenere la gente sulla corda in un lungo effetto attesa per poi svelare ciò che ai tecnici è già evidente. E cioè che si candiderà. Dipenderà solo da lui e dal vento nei sondaggi. Si accettano scommesse.

Abbruzzese «Candidatelo»

Roberto Vannacci

«Credo che una buona fetta della società si ritrovi in quello che esprimo. Quando vado in giro molte persone si vengono a complimentare, mi dicono di andare avanti, di non mollare, di non tornare indietro. Persone di tutti i tipi: umili, benestanti, ex militari, operai». Il Capo di Stato Maggiore delle Forze terresti ha affidato la sua convinzione a Il Fatto Quotidiano. Ha detto che la maggioranza è discriminata «dalle minoranze che cercano di prevaricarla».

La candidatura? Le Europee sono quasi dietro l’angolo. «Sono un soldato» ha risposto l’ufficiale. Chiarendo che se decidesse di candidarsi, per la campagna elettorale «userò il denaro che ho a disposizione, i finanziamenti di chi mi dovesse appoggiare e i proventi del libro». Per il resto, i concetti sono gli stessi ribaditi nei giorni scorsi ad Anagni in occasione della consegna del Premio Bonifacio VIII. (Leggi qui: Lo show di Vannacci: chi non è con lui è al contrario).

A rompere gli indugi è stato l’ex Presidente del Consiglio Regionale del Lazio, Mario Abbruzzese. Come Vannacci anche lui da settimane è in giro per le piazze del collegio elettorale Centro Italia: Toscana, Marche, Umbria e Lazio. E non teme concorrenze. Anzi: «Sarei felice se i dirigenti della Lega valutassero positivamente l’opportunità di una candidatura del generale Roberto Vannacci nel nostro Partito. Sul piano idoelogico non vedo problemi: anzi, incarna al meglio molte delle nostre convinzioni».

Prima il territorio

A chi gli fa notare che in caso di candidatura il generale sarebbe un suo diretto concorrente per staccare il visto con destinazione Bruxelles / Strasburgo, Mario Abbruzzese ribatte che «prima degli egoismi personali viene il Partito. E prima di tutto viene il territorio che ci candidiamo a rappresentare. Da troppi anni il Lazio non porta in Europa i problemi di un mondo industriale concentrato nel sud della Regione e che non reclama soldi ma politiche di sviluppo. Personalmente, mi candido a portare in Europa queste istanze. Il generale Vannacci dice cose che in larga parte la comunità leghista condivide e sarebbe giusto che anche lui avesse l’opportunità di concorrere e misurarsi per portare quelle istanze nelle sedi in cui possono diventare solco sul quale incanalare le politiche continentali».

Mario Abbruzzese

Vannacci è ingombrante per i voti che attirerebbe. Ma anche per i concetti che sposa e porta avanti. Mario Abbruzzese non è preoccupato né turbato. «Molte delle critiche sono strumentalizzazioni giornalistiche con le quali alimentare una polemica al solo fine di catturare l’attenzione dei lettori. Comprensibile e legittimo. Ma sono convinto che Vannacci abbia ragione quando dice che non c’è una cultura maschilista nella società, le donne oggi sono libere e indipendenti quanto gli uomini. Le donne hanno ragione però quando dicono che a parità di lavoro, il loro viene pagato meno. Nel Lazio dallo scorso anno non è più così grazie ad una legge regionale. Io credo che questa debba diventare una norma europea. E che i salari debbano variare sulla base delle abilità del collaboratore, a prescindere dal suo genere».

Insomma, chi merita «va avanti, chi non merita rimarrà indietro. Bisogna pretendere che ogni individuo dia il suo contributo alla società, non aspettarsi che la società elargisca diritti». Ma questa è una frase di Vannacci.