Abbruzzese va al Cantiere: quello per costruire il nuovo centro

A Roma apre domani il 'cantiere' di Giovanni Toti. "Per iniziare a costruire il condominio del nuovo centro politico” spiega Mario Abbruzzese. Confronto con Calenda, Toti, Crosetto, Brunetta, Gelmini. Il ruolo dei sindaci

«I fatti dicono che al Centro c’è uno spazio enorme. Che non è libero. Ma è occupato in maniera frammentata, talvolta confusa, spesso sovrapponibile. La nostra volontà è quella misurare ciascuno di quei frammenti per verificare la possibilità di farli combaciare. E ribadisco il termine ‘combaciare’. È diverso da ‘fondere’. Noi vogliamo realizzare altro». Mario Abbruzzese prepara l’abito da indossare sabato per andare al Cantiere. Niente calce, niente cemento: non in termine edilizio almeno. Il Cantiere è quello dei moderati, l’iniziativa lanciata da Giovanni Toti, governatore della Liguria e fondatore di Italia al Centro.

Un cantiere per costruire cosa?
Giovanni Toti e Mario Abbruzzese (Foto Giorgio Di Cerbo / Aif)

Un Cantiere per dialogare alla luce del sole.

Con chi?

Con gli interlocutori naturali di Italia al Centro. Con le tante sensibilità di quella diaspora moderata che si è aperta con la fine della Forza Italia nella quale in tanti abbiamo militato. Ciascuno di noi ha individuato la collocazione che più riteneva adeguata al proprio modo di pensare. Manca però una presa d’atto: tra noi c’è molto terreno comune ad unirci.

Presenterete il vostro nuovo simbolo.

Vero, ma le due cose non vanno confuse. Con il Cantiere puntiamo a mettere in luce quella base condivisa che ci unisce anche se siamo in Partiti diversi.

Però un cantiere si apre per costruire…

Ma prima di costruire servono i materiali. Noi vogliamo costruire convergenze e chiascun interlocutoire è un pezzo potenziale della futura costruzione politica. ma prima dobbiamo mettere in evidenza ogni identità, ragionando proprio sui temi sui quali vogliamo convergere.

Se non volete costruire un Partito allora cosa vuole realizzare questo cantiere?

Un’agenda. Un’agenda politica e programmatica. Con cose ben precise da fare per il Paese. Un’agenda che parta dal ruolo delle Regioni e lo esalti: perché solo le Regioni possono agire adattando i singoli provvedimenti alle specificità dei diversi territori; un’agenda energetica che faccia finalmente chiarezza ed individui un punto di equilibrio tra le esigenze di industrie e famiglie con le moderne tecnologie per la produzione green e circolare in sicurezza; un’agenda nella quale non ci sia spazio per il reddito di Cittadinanza ma al suo posto ci siano sostegni ad ogni azienda che assume; non ci sia margine per Quota 100 ma per un modello più in linea con le esigenze reali.

Al tavolo ci saranno Carlo Calenda, Ettore Rosato che è il braccio destro di Renzi, Guido Crosetto che è tra i fondatori di Fratelli d’Italia: qual è il comune denominatore?

Tutti liberali e moderati. Ma aggiungo di più: ci saranno due ministri del Governo Draghi e cioè il professor Renato Brunetta e Maria Stella Gelmini, altre intelligenze che vengono da Forza Italia e spingono da sempre verso un confronto al Centro. In questa fase non bisogna commettere l’errore di sottovalutare il ruolo dei sindaci e degli amministratori locali: sono loro ad avere il reale contatto con i territori. Non è un caso che al nostro Cantiere partecipi Paolo Damilano che è stato il candidato sindaco del centrodestra a Torino ma sia evidentemente insofferente verso le espressioni più identitarie della Lega; ci sarà il sindaco di Genova Marco Bucci; ci porterà la sua esperienza il sindaco di palermo Roberto Lagalla.

Si parte con la costruzione di un’agenda: ma il punto d’approdo: una specie di Casa delle Libertà di berlusconiana memoria?

Una Casa no. Un condominio si, nel quale ognuno è proprietario del suo appartamento e ne resta il titolare. ma a tenere uniti tutti c’è lo stesso tetto e ci sono le stesse fondamenta.

Punta verso questa formula anche il progetto di benedetto Leone a Cassino?

Non parlo di cose locali: me ne sono tirato fuori. Tocca ad altri.