Acea, «Ora si metta mano a bollette e reti. Basta con i furbi che non pagano»

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«I sindaci devono assumersi le loro responsabilità, Acea deve prendere atto dell’insofferenza di un intero territorio che è la vera base di ogni contenzioso: la decisione dell’azienda di accettare un tavolo di confronto su queste basi con i sindaci della provincia è un atteggiamento intelligente»: ne è convinto Libero Mazzaroppi, sindaco di Aquino ed uno degli otto sindaci che compongono la Consulta d’Ambito, il ‘parlamentino‘ che sintetizza e prepara i lavori per l’intera assemblea dei sindaci (gli altri membri sono i sindaci Nicola Ottaviani di Frosinone, Ernesto Tersigni di Sora, Simone Cretaro di Veroli, Annamaria Girolami di Morolo, Marco Galli di Ceprano, Marco Scappaticci di Picinisco, Antonio Corsi di Sgurgola, oltre al presidente Antonio Pompeo).

Nelle ore scorse l’amministratore delegato di Acea Ato5 Paolo Saccani ha detto si ad un confronto (leggi qui il precedente) accettando la proposta di dialogo che era stata avanzata dal presidente della Provincia Antonio Pompeo (leggi qui il precedente).

Per Mazzaroppi «La decisione di tornare ad un tavolo di confronto è un atteggiamento intelligente sia da parte dell’azienda che dei Comuni. E’ l’occasione per spiegare al gestore che alla base del contenzioso non ci sono tanto questioni di carattere giuridico o tecnico bensì le perplessità, la sofferenza, l’insoddisfazione generalizzata di un intero territorio, sia per le manutenzioni che per le tariffe e pure per i mancati investimenti. Sindaci e Movimenti hanno perseguito una posizione severa proprio per riuscire ad arrivare ad una soluzione a tutto questo. Il tavolo di confronto è un fatto nuovo e potrebbe risolvere una questione difficile che ha investito l’intera provincia. E’ un atteggiamento intelligente che potrebbe recuperare un rapporto nell’interesse di un intero territorio».

Acea in questo momento ha in mano una sentenza del Tar che è stata confermata dal Consiglio di Stato: dice che in qualsiasi momento può pretendere 75 milioni di euro dai Comuni per i danni causati proprio dai sindaci: nel 2009 impugnarono le tariffe dell’acqua, ne fissarono alcune in modo provvisorio, non fecero mai quelle definitive, determinando così il maxi risarcimento (leggi qui la ricostruzione). I sindaci hanno avuto le loro responsabilità, dice la sentenza. E come se non bastasse è in arrivo un’altra maxi stangata per non avere determinato le tariffe dal 2012 in poi (leggi qui la nuova maxi stangata).

«I sindaci – dice Mazzaroppi – devono assumersi le loro responsabilità. E questo lo stiamo facendo. Abbiamo azionato iniziative diverse dal passato: oggi la Consulta dei Sindaci si riunisce ogni dieci giorni. Credo che per costruire un rapporto sereno e leale tra Acea e Territorio si debba partire dal passato, affrontare il quotidiano, pianificare il futuro e rivedere le sofferenze che hanno portato i Comuni ad avere una posizione di conflitto con il gestore. Intendo dire che se le carenze ci sono state e sono certificate, vanno riviste determinate strutture sulla base delle quali Acea ha finora operato. Insieme bisogna prospettare e disegnare un futuro che vada incontro alle esigenze dei cittadini nel rispetto del legittimo diritto dell’azienda di avere i suoi ricavi per il servizio che offre»

Al tavolo, Acea – Comuni si potranno rimettere in discussione le tariffe delle bollette? «Dobbiamo dire che sulle tariffe l’Autorità non è stata vicina alle esigenze dei Comuni. Dobbiamo partire dal presupposto che non sempre demandare all’Autorità sia positivo. L’Autorità talvolta è appiattita sulle posizioni del gestore e bisognerebbe approfondire le cause. Con altrettanta onestà va detto che sulla tariffa incide anche la morosità: se la gente non paga le bollette, quegli importi poi finiscono per essere spalmati sulle bollette dei cittadini onesti che pagano con regolarità. Ci sono aree precise nelle quali la morosità è talmente alta che è sospetta. Questo va rivisto».

A febbraio i sindaci avevano votato la rescissione del contratto con Acea (leggi qui il precedente) che a sua volta ha impugnato la seduta (leggi qui il precedente): che fine farà l’iter per strappare il contratto con il gestore? «Vanno rispettate le posizioni: è l’assemblea dei sindaci a decidere ed il dibattito va riportato nella sua sede naturale che è appunto l’assemblea, non certo la Consulta. I sindaci hanno deliberato praticamente all’unanimità: un intero territorio ha deliberato. Saranno i sindaci a dover decidere ogni eventuale cambio di strategia. I sindaci ed i territori vogliono fondamentalmente due cose: una tariffa umana ed un servizio efficiente. Proprio per questo ritengo che questo tavolo tra Acea e Comuni rappresenti un atteggiamento intelligente.