Scalia al giudice: «Processatemi subito, l’aeroporto a Frosinone si poteva fare »

Ha chiesto di essere giudicato subito. Anche a costo di prendere per buoni tutti gli elementi portati dall’accusa, contro di lui. Il senatore Francesco Scalia non vuole perdere tempo. Il vento delle elezioni spira sempre più forte. E lui non vuole farsi trovare con un’ipotesi di processo sospesa sulla testa. O dentro o fuori, o colpevole o innocente. Così, in mattinata ha affrontato di petto le accuse formulate contro di lui dalla procura della Repubblica di Frosinone.

L’accusa sostiene che Francesco Scalia si sarebbe inventato la possibilità di costruire l’aeroporto a Frosinone. Che sapeva benissimo fosse impossibile realizzarlo. Che abbia finto di non sapere, solo per tenere in piedi la società e spenderne i soldi.

Il senatore della Repubblica, papà morale di quel progetto mai realizzato, ha preso di petto le accuse. (leggi qui il quadro giudiziario). Ed in sostanza ha detto due cose. La prima: il ministro delle Infrastrutture Beppe Fioroni disse che il nostro era il secondo progetto dopo quello vincente presentato da Viterbo; non disse che a Frosinone l’aeroporto non si poteva fare. La seconda cosa: la Regione Lazio, nel suo insieme, ha varato una legge regionale in cui si prevede la realizzazione dell’aeroporto a Frosinone. E’ per questo che ho tenuto in piedi la società.

Nel corso dell’udienza preliminare, l’ex presidente Gabriele Picano ha fatto una serie di dichiarazioni in cui ha spiegato la sua posizione. Il suo predecessore Giacomo D’Amico si è fatto interrogare.

Il 10 maggio, il giudice decide: se Scalia è colpevole o innocente. Se Picano e D’Amico debbano essere processati o il caso vada archiviato.

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