Angelucci sgonfia le ruote del Congresso Pd

Mariano Angelucci rinuncia a sfidare Leodori per il Congresso Regionale. Poco prima la consigliera regionale Eleonora Mattia aveva ufficializzato la svolta di Ripi. Con la nascita di rete Democratica. Che chiude ogni discussione

Il titolo sceglietelo voi: o “Non c’è pace per il Pd” oppure “Pd, i colpi di coda del caos”. Tutto dipende da quale lato volete guardare la decisione annunciata nelle ore scorse da Mariano Angelucci il Consigliere comunale di Roma che voleva contendere a Daniele Leodori la Segreteria Regionale del Partito.

Voleva. Ora non più. Ha sospeso la sua candidatura al Congresso Pd del Lazio. Lo ha annunciato con una nota: “Visto il caos con cui si sta gestendo il Congresso del Lazio mi sospendo da una competizione dove si cambiano le regole in corsa. Valuterò se proseguire la corsa solo dopo un chiarimento con la Segretaria Schlein e il presidente Bonaccini che spero arrivi oggi stesso“.

Il passo indietro

Mariano Angelucci

I fatti dicono che Mariano Angelucci la sua campagna elettorale l’ha cominciata. Polemizzando con Leodori e con la segreteria nazionale: per i risultati delle elezioni Comunali del 14-15 maggio che hanno interessato i Comuni nella provincia di Roma. Il vento di Fratelli d’Italia è arrivato anche lì, la luna di miele degli elettori con il centrodestra non è affatto finita. Ed Angelucci ne attribuisce la responsabilità a Daniele Leodori che era il vicepresidente di Nicola Zingaretti ed era il braccio destro del senatore Bruno Astorre, fino a poco tempo fa Segretario regionale. Per Angelucci era l’unico modo di ritagliarsi uno spazio in questa competizione.

A disinnescare le sue mine è stata l’operazione che ha portato alla nascita di Rete Democratica: genererà un campo di forze del tutto diverso da quelli che finora hanno governato il Partito Democratico nel Lazio. Modificherà la geografia interna del Pd. (Leggi qui: De Angelis in campo: traina la Rete Democratica nel Pd).

A fare la differenza è stata la dichiarazione affidata all’Ansa dal Consigliere regionale Eleonora Mattia di Valmontone. “Mercoledì presenterò la lista Rete Democratica. Unisce persone e pensieri che partono dalla Capitale d’Italia, la provincia di Roma, la provincia di Latina, la provincia di Frosinone. Protagonisti sono anche i miei colleghi Salvatore La Penna, Sara Battisti, il deputato Claudio Mancini e il capogruppo Mario Ciarla. (…) Si è scelto di andare verso la continuità, quindi anche tutte le aree politiche, anche per il grande lutto che ha segnato la nostra comunità, ha deciso di confluire per il Segretario sulla figura al Daniele Leodori, al quale io però chiederò una serie di garanzie anche sulla linea politica“. Il riferimento al ‘grande lutto’ è la recente scomparsa del senatore Bruno Astorre.

Chiaro che i margini per Angelucci, in queste condizioni, siano ridotti allo stesso numero di possibilità che Kim Jong-un in questo periodo ha di andare a New York.

La questione delle sezioni

Daniele Leodori (Foto: Andrea Panegrossi © Imagoeconomica)

Per Angelucci la questione è di forma e di sostanza. “Ci stiamo provando con tutto il cuore a dare una mano a rinnovare il Pd Lazio e il gruppo dirigente che ha perso ogni competizione possibile negli ultimi anni. Abbiano perso le elezioni nazionali, regionali, tutti i capoluoghi e tutte le maggiori città del Lazio esclusa Roma“.

Contesta la decisione fatta da Leodori di candidarsi: “Nonostante questo, senza alcuna presa di responsabilità nei confronti della nostra comunità, senza alcuna discussione, confronto con gli iscritti, senza alcuna disponibilità a fare un passo di lato viste le numerose sconfitte, Leodori e tutto quel gruppo dirigente che ha governato e fatto tutte le scelte politiche cha hanno determinato queste sconfitte si è candidato a governare il Partito” attacca Angelucci.

In sostanza cosa contesta? I candidati sono (erano) due: Angelucci riteneva inutile il passaggio per le Sezioni ed i Circoli. Perché? Lo Statuto dice che è obbligatorio quando ci sono tanti candidati ed occorre una scrematura. E poi chiedeva di spostare a settembre il voto, per dare più tempo agli iscritti. “Umiliano gli iscritti con una consultazione nei circoli che non ha senso, siamo solo due candidati, il dibattito andava fatto con più tempo e sui programmi – accusa Angelucci – invece si perde tempo per qualcosa che è stato già deciso“. 

È questo il Partito che vuole, che continua a essere chiuso, in mano ai capi corrente. Noi non ci stiamo a questo, noi vogliamo la discussione nei circoli, il dibattito aperto, la discussione sulla linea politica su come ritrovare il consenso perso dei cittadini. Non ce lo stanno permettendo. Ma noi non saremo parte di questo modo di fare. Mi auguro che ci sia un sussulto immediato. Per l’ enorme rispetto che abbiamo verso la nostra comunità in attesa di avere un chiarimento parteciperemo alle discussioni nei circoli. Ma in segno di solidarietà verso il ruolo degli iscritti non parteciperemo al voto e chiediamo che lo stesso venga tolto non comportando nessuna scelta“.