Ansia da Tar per il Comune di Cassino

Domenico Malatesta

Conte della Selvotta

Domenico Malatesta

 

di Domenico Malatesta
Conte della Selvotta

 

Giovedi 17 novembre la Chiesa ricorda Santa Elisabetta d’Ungheria, principessa del Medioevo consolatrice degli afflitti.

Questa data è attesa, con ansia, anche al Comune di Cassino. Per festeggiare o per consolare gli afflitti. E’ il dubbio che affligge da settimane il nostro affezionato lettore (e lo ringraziamo di cuore), il primo cittadino Carlo Mario Maria D’Alessandro eletto il 20 giugno scorso grazie alla storica ammucchiata di candidati di ogni estrazione politico-elettorale. Magia dell’imperturbabile Mario Abbruzzese, cantore della comunicazione sociale (a buon rendere).

Ma lo spoglio delle schede ha lasciato dubbi sull’esito del voto ed il sindaco golfista Giuseppe Golini Petrarcone, finito nel banker e con il terrore di un pull, si è rivolto al Tar che il 17 novembre dovrà pronunciarsi: si deve rivotare (con gioia degli sconfitti e lacrime dei vincitori), non si deve rivotare (e in Comune sarà festa di Santa Elisabetta).

Perciò è suspence al primo piano del municipio. Tanto che Carlo Maria cerca di rincuorare i suoi fedelissimi che sollecitano rassicurazioni. Passeggia lungo il corridoio in attesa di incontrare i cittadini in coda per chiedere qualcosa. E’ una prassi per ogni sindaco. Li, ormai repertato con tanto di matricola e numero di repertorio, staziona stabilmente il cronista politico Domenico Tortolano che da 50 anni e passa segue per Il Messaggero le vicende dell’aula consiliare dove troneggia il busto bronzeo del primo sindaco del dopoguerra Gaetano Di Biasio.

Ma Carlo Mario Maria è pensieroso, assorbito completamente nei suoi pensieri. E scambia il bicentenario cronista per Tiresia, l’indovino della mitologia greca, figlio di Evereo della stirpe degli Sparti. Così, pensando di interpellare il veggente, in realtà domanda a Tortolano lumi incoraggianti. Ma la risposta è di attendere con fiducia il giudizio. Ma non basta.

E intanto, nel timore di sorprese, ha fatto presentare dai suoi legali (ma chi paga? Il Comune, parcella di 19mila euro per un solo avvocato) ben tre memorie difensive contro il ricorso (uno solo) di Petrarcone (che paga di tasca sua).

Non appare preoccupato Mario Abbruzzese (un capo non lo ammette mai). Ormai in municipio deve essersi diffusa la voce e finisce che pure lui incontra il cronista bicentenario. E gli domanda un vaticinio. E ne viene rincuorato in maniera positiva.

Intanto Carlo Mario Maria è andato prima a Montecassino a pregare davanti la statua di San Benedetto e poi a Norcia a verificare l’integrità della statua del Santo (causa terremoto). E ha pregato pro-Tar.

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