Capitale della Cultura 2026: l’audizione e il bisogno di un letto

Il progetto di Latina esaminato insieme a quello delle altre finaliste che si contendono il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2026. Ma emerge che i letti... non ci sono

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

Latina è stata ricevuta oggi dalla Commissione che esamina le dieci finaliste della sfida per diventare Capitale Italiana della Cultura per il 2026. Abbiamo parlato. Per nostro conto ha parlato il sindaco Matilde Celentano, l’assessore Annalista Muzio, il direttore del museo Cambelotti Antonia Lorillo. E con loro Daniela Cavallo che ha sviluppato la proposta di candidatura.

Come siamo andati? Abbiamo fatto quel che potevamo disponendo di una panchina corta, di rapporti di forze simili a quelli della Divisione Ariete a El Alamein che con i carri L da sei tonnellate affrontavano i carri inglesi di almeno sei volte più grandi.

Il progetto che non c’è

La basilica della ‘Perdonanza’

Abbiamo giocato in difesa ma… alla domanda “Quale è il progetto di punta?” abbiamo detto in sostanza la campagna che entra nella città e la città che si fa campagna. Di fantasia tanta ma la sostanza non regge.

Il sindaco de L’Aquila Pierluigi Biondi, ha tenuto la relazione proprio prima di Latina. Lui ha parlato di investimenti in Cultura per 25 milioni di euro. Noi? Il nostro sindaco ha detto che la posta in Bilancio era di 500mila euro. È il costo di un appartamento. Abbiamo anche proposto un Garage Ruspi e una ex Banca d’Italia che però non sarà da noi gestita ma “trasferita” all’università. (Leggi qui: E se facessimo sindaco il magnifico rettore?).

Dalla nostra abbiamo la Curia. Ma l’Aquila ha la Perdonanza che è patrimonio dell’Unesco. Quanti confessati e sinceramente pentiti, durante il periodo dai vespri del 28 agosto fino ai vespri del giorno 29, festa di San Giovanni Battista, avessero visitato devotamente la basilica di Collemaggio, avrebbero ricevuto contemporaneamente la remissione dei peccati e l’assoluzione dalla pena. Era il 1294 e da allora per sempre e per volontà di Papa Celestino V. Anche i santi tifano altrove. (Leggi qui).

E nemmeno i letti

Il Circeo con la torre dei Pirati (Foto © Paolo Macorig)

Ma…? Una commissaria quasi alla fine della audizione chiede: “Sì ma quanti posti letto avete?E i nostri ambasciatori si lanciano in spiegazioni dotte ed ardite. Ma il numero non esce. La Cavallo comunica 8 alberghi a 4 stelle, il sindaco Celentano comunica il soccorso dei Comuni vicini, l’assessore Muzio annuncia cambi di destinazione d’uso. I commissari incalzano con i numeri, i difensori dicono di un turismo programmato. 

Tutto qui, puoi avere mille torri (dalla Torre Pontina, fino a quella dell’acqua puzza, passando per Ninfa e Torre Astura), puoi avere 12 borghi, puoi avere viventi i fondatori, puoi essere così futurista da avere nostalgia del passato. Puoi avere tutto, ma poi bisogna dormire su dei letti.

Vincerà Latina? Non lo so, io per essere “celestiniano” andrei devotamente a Fossanova e chiederei l’intercessione di San Tommaso d’Aquino. Male non fa e almeno pareggiamo con Celestino, non disdegnando anche l’aiuto (tra papi si capiscono) di Leone XIII da Carpineto.