Fca Cassino: ecco cosa rischia. Nessuno muove un dito per proteggerla

Ecco quali sono i rischi per lo stabilimento Fca Cassino Plant e per l'Automotive in Europa. La necessità di scrivere ora le regole che determineranno le scelte da fare fino al 2028. Il rischio di spostamento all'estero. Abbruzzese, presidente Cosilam, «Chi governa il Paese e sta in Ue tuteli questo stabilimento. Altrimenti sapremo con chi prendercela»

Lo scenario per l’Automotive non è favorevole. Tutti gli analisti europei del settore concordano sul punto. Il rischio non è tanto per Fca. Ma è per Fca in Italia. A Cassino chi governa lo sviluppo del territorio farebbe bene a tenere conto di alcune criticità: perché perdere lo stabilimento Cassino Plant significherebbe compiere un passo indietro fino agli Anni ’70.

Il rischio c’è. E l’incontro avvenuto a Palazzo Chigi nei giorni scorsi non l’ha attenuato. (leggi qui Gli stabilimenti di Fca preoccupano il governo)

 

L’Automotive a Cassino è vulnerabile perché

  1. nelle grandi aree urbane europee è iniziato crollo dell’acquisto di auto, perché sono scomode, un garage costa quasi quanto un appartamento, ci si sposta meglio con i mezzi. Che ci importa a noi delle grandi città europee? Il 75% della popolazione e quindi del mercato vive lì. Chiaro?
  2. sulle auto si guadagna sempre meno: Fca e le altre case devono progettare, produrre ed installare tecnologie sempre più costose per via delle nuove norme anti inquinamento. Che ci importa a noi? Se Fca deve tenere in piedi tutta ‘sta giostra per guadagnarci due lire, conviene vendere agli asiatici e investire in energia. Vi dice niente il nome Hunday?
  3. La grande maggioranza delle produzione di Cassino Plant è a marchio Alfa Romeo, appartiene al segmento premium, è destinato all’export. Lo stesso scenario si è determinato in Germania (6,2 milioni di vetture nel 2016). Che ci importa a noi? Stiamo finendo schiacciati tra la riduzione della domanda interna e la crescita di qualità dei produttori locali dove sono destinate le nostre Giulia e Stelvio. Tanto vale produrgliele a domicilio anziché farle a Cassino. Capito il perché della guerra dei dazi scoppiata in questi giorni?

 

Uno scenario che è stato già individuato una decina di anni fa. La tragedia è stata impedita con una serie di provvedimenti Europei. Messi insieme si chiamano Agenda. Nel 2012 l’allora Commissario Europeo all’Industria Antonio Tajani riuscì a mettere a punto e far approvare l’Agenda Cars 2020.

Sta per scadere. Nell’indifferenza della politica del territorio.

Mario Abbruzzese sta vivendo una nuova stagione politica con la presidenza del Consorzio Industriale Cosilam.

 

Presidente Abbruzzese, a distanza di quasi sei anni cosa ha portato a Cassino l’Agenda Cars 2020?

«Se lo stabilimento Fca Cassino Plant è ancora qui ed è ciò che è oggi lo si deve a Cars 2020. Nel 2012 l’azione promossa dal presidente Tajani puntava a mantenere in Europa, quindi anche a Cassino, un’industria automobilistica competitiva con gli altri grandi competitor Asiatici e Americani. È proprio grazie a quel programma se ci sono stati così tanti investimenti nel settore dell’automotive in Ue. Da quel programma è partita una spinta importante che ha portato a questo sviluppo che è sotto gli occhi di tutti».

 

Il programma, però, ora è in scadenza. In questo periodo si sta ragionando sull’agenda 2021-2028…

«Questa è la partita più importante da giocare. In questo momento chi siede al governo nazionale ed al Parlamento Europeo deve fare molta attenzione. Quello su cui si sta iniziando a discutere è il futuro dell’industria automobilistica, il futuro del nostro Paese. Sergio Marchionne aveva idee e progetti ben precisi per gli stabilimenti italiani che avevano un ruolo chiave nella geografia di Fca. La sua prematura scomparsa è coincisa con la fase finale del suo progetto. Se Cars2128, le politiche di sistema nel Paese, i servizi a disposizione delle industre che deve creare la politica locale, non saranno adeguati, qui si rischia di chiudere. E per qui intendo Cassino come in tutta l’Italia. È per questo che dico che i rappresentanti politici, di qualunque schieramento e a qualunque livello, devono state attenti. Occorre valutare con attenzione l’agenda 2021-2028 che determinerà il nostro futuro».

 

Che ruolo può avere il Cosilam?

«Oggi il Consorzio del Lazio Meridionale rappresenta uno strumento essenziale per il futuro. È l’Ente che si trova sul fronte, che riceve le richieste degli imprenditori, che si deve confrontare quotidianamente con le esigenze delle aziende che vogliono effettuare nuovi investimenti o che decidono di insediarsi. Per questo motivo il Cosilam ha un ruolo essenziale che è quello di inviare gli input giusti alla politica».

 

In regione lunedì potrebbe passare l’emendamento che sopprime il Cosilam e tutti gli altri consorzi industriali: fine della fiera?

Noi come Forza Italia siamo contrari all’accorpamento. L’ipotesi su cui sta sta lavorando ora è un CdA che governi insieme al presidente, composto da 2 consiglieri di Roma e provincia, 1 ciascuno a Frosinone e Latina, 1 per Rieti e Viterbo. Su questo tema però devo sottolineare un aspetto…

 

Prego…

È solo grazie al sito AlssioPorcu.it che i riflettori mediatici si sono accesi su un tema così strategico. Prima che sollevaste voi il caso, la questione era confinata ad una battaglia di retrovia politico in regione.

 

In Europa chi si sta occupando di seguire Cars2128?

«Guardi in Europa la situazione è molto complessa. Fino a poco tempo fa si poteva contare su un gioco di squadra. Gli eletti di un territorio facevano squadra a prescindere se fossero di Forza Italia o del Pd, ci si univa di fronte al comune avversario straniero. Oggi la situazione è cambiata. Questi percorsi di collaborazione non sono più agibili nel momento in cui il confronto è tra antieuropeisti ed europeisti».

 

Dopo Cars 2020 cosa accadrà?

«Al momento stiamo andando incontro all’ignoto. Non vedo una programmazione, non c’è attenzione da parte dei rappresentanti istituzionali. Si sarebbe già dovuta avviare una fase di confronto e di studio per arrivare a una pianificazione dei prossimi anni. Nessuno dei 7 parlamentari eletti sul territorio ci ha coinvolti per chiederci un parere: eppure siamo la linea del fronte nella più importante area industriale del sud Lazio. Sono seriamente preoccupato perché si sta sottovalutando troppo il futuro del settore dell’automotive. Si sta correndo, seriamente, il rischio di vanificare tutti gli sforzi fatti nel corso di questi anni grazie a “Cars 2020”».

 

L’incontro dell’altro giorno a Palazzo Chigi con i vertici di Exxor non sono stati confortanti…

«Ci sono pericoli se chi è al Governo non svolgerà con attenzione e meticolosamente il suo ruolo. Se si dovesse perdere anche un solo posto di lavoro per una errata concezione del piano europeo… beh sapremo di chi è la responsabilità”.