SANDRO MARIANI e MARCO SELLONE per L’INCHIESTA QUOTIDIANO
Ipocrisie, dirigenti “parafulmine” e dirigenti “ubiqui” con cui è impossibile collaborare, personalismi, inciuci, uffici comunali pervasi dalla più “totale anarchia”, piani di lavoro “virtuali”, illegalità ed abusivismo “tollerati”, consiglieri non in grado di valutare la complessità dei fenomeni da governare e corridoi del municipio percorsi da “personaggi creatori di caos” che vogliono passare da “risolutori dei problemi”. Così, nel febbraio scorso, l’ingegnere Antimo Pietroluongo motivava la decisione di lasciare l’assessorato ai lavori pubblici della giunta Petrarcone. Una stroncatura totale sull’operato dell’amministrazione che aveva rumorosamente ricordato all’attuale governo cittadino che i propositi di cambiamento che avevano condotto al trionfo elettorale del 2011, erano stati non solo disattesi ma del tutto ignorati.
Ma se la posizione di Pietroluongo poteva essere derubricata ad una visione disincantata di un tecnico che si è trovato stritolato nelle beghe della politica e nell’immobilismo burocratico, oggi, grazie alle “memorie” di Crescenzo Paragliola, arriva materiale di primissima mano da parte di chi la politica (e questa maggioranza) la conosce molto bene. Per gli anti-Petrarcone infatti il documento redatto dall’ex fedelissimo del sindaco, appare come un inaspettato e gradito regalo di Natale arrivato sotto l’albero con sei mesi di anticipo. In effetti, sentir parlare di «spinte clientelari e personalistiche interne alla maggioranza» e «scelte strategiche in contrasto con il programma» da chi è stato individuato come rappresentante fidato del primo cittadino all’interno del nucleo di valutazione, è un assist d’oro per chi punta a scalzare Petrarcone dalla poltrona più ambita di Piazza De Gasperi. Ed infatti, nella lettera inviata a Petrarcone nel giorno della presa della Bastiglia (che qui di seguito pubblichiamo integralmente) Paragliola ripercorre le tappe fondamentali della sua più recente esperienza nel palazzo comunale, non mancando di sottolineare le storture che lo hanno spinto alle dimissioni dall’organo di controllo di dirigenti ed uffici comunali.
«Nel 2011 – esordisce nella sua missiva rivolgendosi direttamente al primo cittadino – mi sono impegnato, con tutta la passione che potevo mettere a disposizione, per la Sua elezione a Sindaco di Cassino. Appena Lei si è insediato, sull’onda dell’entusiasmo, certo di dare un contributo alla realizzazione degli obiettivi del Suo programma (al quale, insieme ad altri ho dato il mio personale apporto) mi sono prodigato per dare consigli e per intraprendere iniziative in linea col programma di governo. Mi limito a segnalare la raccolta dati sul personale, la rimozione dei manifesti e delle tabelle abusive sparse nel centro e in particolare in alcuni punti strategici della città, così come il controllo del servizio di raccolta dei rifiuti (purtroppo non condiviso) e il distacco della corrente elettrica allacciata alla rete comunale pur insistendo su suolo privato. A fine novembre del 2011 – aggiunge Paragliola – sono stato invitato, da tutta la maggioranza, a far parte del Nucleo di Valutazione (organo che ha il compito di verificare la realizzazione degli obiettivi, la corretta gestione delle risorse pubbliche e la valutazione delle prestazioni del personale con qualifica dirigenziale nda) e, dopo una riflessione responsabile, ho accettato l’incarico convinto di poter dare un serio contributo all’Amministrazione per migliorare ed efficientare la macchina amministrativa. Da politico, prestato momentaneamente a svolgere un ruolo di supporto al governo cittadino, non mi sono mai risparmiato a dare suggerimenti e consigli su moltissime problematiche di natura contingente o strutturale (mi limito a ricordare la piantumazione degli alberi mancanti su Corso della Repubblica, viale Dante e via Pascoli e la messa a dimora dei fiori sui viali del centro, piazza Labriola e piazza De Gasperi). Mai ho inteso utilizzare il mio ruolo per interessi personali e mai ho chiesto alcunchè per qualsiasi motivo: d’altra parte Lei – aggiunge rivolgendosi ancora direttamente al sindaco – mi conosce benissimo dal lontano 1993, quando fui eletto consigliere comunale prima di diventare assessore nel 1995 con il PdS. In questi tre anni e mezzo, in tutte le riunioni del Nucleo di Valutazione, ho collaborato con la massima dedizione ed impegno, facendo prevalere in tutti i casi l’interesse della collettività e la più assoluta imparzialità. Purtroppo però, non ci sono state le condizioni per far interagire, come previsto dal regolamento, il Nucleo di Valutazione con la Sua persona e di riflesso con l’intera Giunta assessorile. Come Lei ben sa – precisa Crescenzo Paragliola nella sua lettera – ho chiesto più volte verbalmente e per iscritto un incontro tra il Nucleo e la Sua Persona, per fare verifiche in itinere sulle criticità della macchina amministrativa e sui Dirigenti. A fine 2014 ad esempio ho suggerito all’intera maggioranza di operare una svolta radicale nella gestione politico-amministrativa della città, allo scopo di conseguire gli obiettivi indicati nel programma di governo. Ma al di là dei continui “faremo”, “attueremo”, tutto è continuato come prima, anzi, per certi versi sono state accentuate le spinte clientelari e personalistiche di diversi componenti della maggioranza. Sono state per altro avviate scelte strategiche in aperto contrasto col programma di governo rincara la dose nel contesto di una gestione della macchina amministrativa a dir poco estemporanea. Pertanto chiosa Paragliola è venuto meno l’obiettivo dell’attuazione del programma amministrativo con cui i cittadini hanno espresso il loro voto e per tali motivi rassegno le mie dimissioni da componente del Nucleo di Valutazione con effetto immediato».