Chi la vuole cotta, chi cruda: il Covid ringrazia e va avanti

Foto: Saverio De Giglio / Imagoeconomica

Senza Ricevuta di Ritorno. La ‘Raccomandata’ del direttore su un fatto del giorno. Vogliono i tamponi. Ma poi non mandano i figli a farli. Pretendono le scuole aperte: e poi tengono a casa i ragazzi

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Qualcosa non quadra: a due passi da noi. Ci lamentiamo che le Asl non danno la caccia al virus; pretenderemmo un tampone gratis, subito ad ogni minimo dubbio che ci siamo presi il Covid.

La prima parte è parzialmente vera: rispetto alla prima ondata non stiamo più facendo la caccia al contagio in maniera scientifica e meticolosa; dopotutto il virus si è diffuso così tanto che occorrerebbe una moltitudine di persone per indagare su ogni caso e ricostruire chi ha contagiato chi.

La seconda parte è legittima. È giusto che ci siano tamponi per tutti. Magari a partire dai ragazzini. Perché loro sono quelli che porteranno i segni di questa pandemia: non è vita quella che stanno vivendo da oltre un anno. Meglio che tornino in classe, ma a condizioni sicure.

Però qualcosa non quadra. Perché a Colleferro il sindaco è pronto a riaprire le scuole, senza aspettare che finisca la Zona Rossa. Per poterlo fare è necessario che tutti i ragazzini facciano il tampone anti Covid: ci pensa la Asl e ci pensa il Comune.

Poi però scopri che ad oggi solo due scuole hanno completato i test. Le altre no. E questo impedisce la riapertura delle classi ed il ritorno alle lezioni, in anticipo sulla fine della zona rossa.. 

Colpa delle scuole? No. Non si può fare per via – come ha spiegato il sindaco – del buon numero di studenti che non ha ritenuto di sottoporsi a tampone volontario. Hanno disponibile il tampone e non lo fanno, possono far riaprire la scuola e non lo vogliono.

Ma allora, e la domanda è per i genitori, cosa volete?

Senza Ricevuta di Ritorno.