Ciclabili, quei numeri che danno ragione a Mastrangeli

I numeri dello studio che dà ragione al sindaco di Frosinone. Le piste ciclabili non sono solo una mossa ecologista. Ma sono indispensabili per rendere autonomi i bambini

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

I numeri gli danno ragione. E dicono che il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli sta facendo bene a tentare di caratterizzare i suoi 5 anni di mandato con una spiccata attenzione verso la mobilità sostenibile. A dirlo sono i numeri di uno studio reso noto questa mattina da Openpolis. È stato elaborato su dati del ministero dell’Istruzione: i numeri sono quelli dell’offerta di piste ciclabili per i ragazzi nei comuni italiani.

Quello studio conforta il sindaco e la sua scelta di potenziare la presenza di piste ciclabili a Frosinone. Anche se questa volontà ha determinato forti distinguo da parte di qualche consigliere comunale di maggioranza. Fino ad arrivare, in questi giorni, al ritiro delle deleghe nei confronti di coloro che non hanno confermato la fiducia al primo cittadino.

Una fiducia che era stata sottoscritta l’anno scorso con la condivisione del programma di governo del capoluogo: un programma che, tra le altre cose, prevedeva proprio la realizzazione di piste ciclabili, Bus Rapid Transit, piazze e quant’altro.

Lo studio Open Polis

Lo studio fa riferimento a dati del 2021 e testimonia che la presenza di piste ciclabili offre a bambini e ragazzi la possibilità di spostarsi in autonomia, specialmente nelle città di medie dimensioni. Ma l’offerta non è omogenea sul territorio nazionale e solo una minoranza di scuole è collegata con questa modalità.

Se osservate dal punto di vista di bambini e ragazzi, le piste ciclabili non sono solo una delle tante modalità di trasporto possibili. Per i più piccoli, se si esclude l’andare a piedi, la bicicletta rappresenta la vera alternativa per spostarsi in modo autonomo, senza dover chiedere un passaggio ai genitori.

La costruzione di piste ciclabili quindi non va considerata solo un incentivo alla cosiddetta “mobilità dolce, per ridurre le emissioni inquinanti. È anche una premessa per l’autonomia dei minori. Offre a bambini e ragazzi la possibilità di spostarsi in sicurezza, ad esempio per andare a scuola o per incontrare i coetanei. Un mezzo di trasporto “salutare” e anche sostenibile, dal punto di vista ambientale ed economico.

Ma le strade sono distanti

A fronte di questi vantaggi, i divari nell’offerta di piste ciclabili restano piuttosto ampi tra le città italiane. Mentre a Mantova e Ferrara si superano i 10 chilometri di piste ogni mille residenti sotto i 18 anni, ad Avellino, Napoli e Viterbo sono meno di 0,15 nel 2021. Inoltre meno di una scuola su 10 risultava raggiungibile con questa modalità in quello stesso anno (anno scolastico 2021/22)

La disponibilità di piste ciclabili varia molto tra i capoluoghi italiani. In termini assoluti, Roma e Milano sono quelli con la maggiore estensione, con rispettivamente 317,1 e 298 chilometri. Del resto, si tratta anche delle due città italiane più popolose. Mentre sono 5.338,2 i km di piste ciclabili nei capoluoghi italiani.

In rapporto alla superficie del comune (l’indicatore più spesso utilizzato per i confronti tra territori diversi) prevalgono invece Padova (197,2 km di piste ogni 100 chilometri quadrati di superficie), Brescia (186,1) e Mantova (179,8).

Mantova è invece prima in Italia per rapporto tra estensione delle piste ciclabili e minori residenti. In questo Comune vi sono infatti 16,37 chilometri di piste ogni mille abitanti con meno di 18 anni. Segue Ferrara (12,55), unico altro capoluogo italiano a superare i 10 chilometri di piste ogni mille minori.

La situazione nel Lazio

Cominciamo da Roma. I numeri del portale open data del Ministero dicono che nella Capitale vivono 433.898 minori di 18 anni. Le piste ciclabili rilevate nel Comune sono 317,1 km nel 2021, pari a 0,73 km ogni mille minori residenti. Nella Capitale poi ci sono 1064 edifici scolastici statali, dei quali solo 5 raggiungibili con piste ciclabili, che è pari allo 0,47%.

A Latina invece vivono 21.167 minori di 18 anni. Mentre Le piste ciclabili rilevate nel comune sono 30,0 km, pari a 1,42 km ogni mille minori residenti. Nel capoluogo pontino ci sono 108 edifici scolastici, nessuno dei quali raggiungibile con piste ciclabili.

A Rieti invece la situazione è  6336 minori di 18 anni. Con 26km di piste ciclabili rilevate, pari a 4,1 km ogni mille minori residenti. Gli edifici scolastici statali sono 46, di cui 2 raggiungibili con piste ciclabili, che è pari al4,35%.

Infine a Viterbo vivono 9865 minori di 18 anni. Le piste ciclabili rilevate nel comune sono 0,8 km, pari a 0,08 km ogni mille minori residenti. Ci sono 41 edifici scolastici statali nel comune, di cui 3 raggiungibili con piste ciclabili, che equivale al  7,32%.

E Frosinone?

Il deputato Nicola Ottaviani con Matteo Salvini sulla ciclabile di Frosinone

Nel capoluogo ciociaro vivono 6553 minori di 18 anni. Le piste ciclabili rilevate nel comune sono 5,0 km, pari a 0,76 km ogni mille minori residenti. Il secondo dato peggiore del Lazio, dopo Viterbo. Gli uffici scolastici presenti sono 39, nessuno dei quali raggiungibile con piste ciclabili.

Anche dalla lettura di questi dati si capisce meglio che la volontà dell’amministrazione Mastrangeli di promuovere la mobilità ciclistica non è orientata solo alla promozione di comportamenti responsabili da parte dei cittadini verso l’ambiente. Ma serve anche a garantire l’autonomia e la sicurezza dei ragazzi in termini di spostamenti in città per raggiungere la scuola, la palestra, gli amici, o in generale i punti di ritrovo e di aggregazione.

D’altro canto, se Paris pietons a Parigi, Pedestrian Master Plan a Portland, Pedestrian Confort a Londra, Green structure plan a Copenhagen sono solo alcuni dei più noti programmi di azione sulla mobilità urbana attiva, adottati dalle varie amministrazioni comunali, un motivo ci sarà. Ed è quello che Mastrangeli ripete ogni giorno ai suoi consiglieri e assessori. Non tutti però, sembra, l’abbiano capito.