Concorsopoli in Trasparenza: Buschini ci mette la faccia

E venne il giorno dell'audizione di Buschini sul caso Concorsopoli. Perché presero la graduatoria di Allumiere? Quale è stato il ruolo del sindaco? Perché sono state fatte le assunzioni? Perché non è stato bandito un concorso? Ecco tutte le risposte

Marco Barzelli

Veni, vidi, scripsi

Ci aveva rimesso il posto da presidente: oggi ci ha messo la faccia. Per spiegare cosa è accaduto, carte alla mano. E per dire che l’ente Regione non ha commesso né reati né leggerezze. Mauro Buschini, presidente del Consiglio regionale del Lazio fino a pochi mesi fa, oggi è comparso di fronte alla Commissione Trasparenza creata dopo il caos delle assunzioni in regione. Quelle fatte attingendo dalla graduatoria elaborata per un concorso nel Comune di Allumiere. Una Commissione voluta da lui prima di dimettersi “Perché sull’Ente non devono esserci nemmeno ombre”.

I cinque punti chiave

Chiara Colosimo

Cinque i punti principali emersi in oltre un’ora di audizione

Uno: perché sono state fatte le assunzioni? Il Consiglio regionale aveva e ha ancora estrema necessità di personale in quanto non vengono effettuate assunzioni dal 2011. È da allora che non si rimpiazzano pensionati e cessati. Quelle assunzioni, dalle quali è nata tutta la polemica, non erano un capriccio: serviva gente e anche con urgenza. Tanto per fare un esempio: il Comitato Regionale sulle Comunicazioni non riusciva più ad esaminare i ricorsi presentati dai cittadini contro bollette telefoniche ed abbonamenti alle Pay Tv. Proprio perché non aveva abbastanza personale.

Due: perché la Regione non ha bandito un concorso? L’Ufficio di Presidenza (che non è l’ufficio del Presidente, è invece l’organismo composto da presidente, vice presidenti, segretari d’Aula) avrebbe voluto. Ma non ha potuto disporre l’indizione di un concorso nel 2020 a causa del Covid.

Tre: perché attingere proprio da Allumiere? Procedendo allo scorrimento delle potenziali graduatorie della Giunta regionale, delle Province laziali e di 126 Comuni, tra cui i 5 capoluoghi, sono risultate confacenti solo quelle di Allumiere e Arcinazzo Romano.

Buschini, le graduatorie, il sindaco

Il palazzo municipale di Allumiere

Quattro: perché sono state considerate le graduatorie più recenti e non le più vecchie che stavano per scadere? Si è attinto a graduatorie recenti, come previsto dal regolamento, e non alle più antiche perché in caso contrario sarebbero state necessarie formazione e riqualificazione degli assunti. E poi, a dirla tutta, se fosse stata data la precedenza alle più vecchie si sarebbe attinto da una graduatoria della provincia di Frosinone. Cioè il collegio elettorale del presidente Buschini.

Cinque: perché il sindaco di Allumiere era nell’Ufficio di Presidenza? Ed ha mai suggerito a Buschini di prendere la graduatoria del suo Comune? Finalmente emerge un concetto che poteva essere chiarito da subito disinnescando ogni sospetto. Il sindaco democrat di Allumiere Antonio Pasquini non è in Regione su richiesta di Buschini che invece ce lo ha trovato. Allumiere non è nel collegio elettorale di Buschini. Tra i due non c’è alcun legame.

Inoltre non lavorava per l’Ufficio di Presidenza ma era comandato presso lo staff della Presidenza ancor prima che Buschini diventasse Presidente del Consiglio. E, al di là di questo, «io – ha dichiarato Buschini – non ho mai parlato con il sindaco di Allumiere di queste tematiche». Una precisazione voluta dal consigliere regionale della Lega Orlando Tripodi, che si chiedeva e ha velenosamente domandato «se la graduatoria di Allumiere gli fosse stata consigliata dal sindaco». (Leggi qui Cosa c’è dietro al concorso di Allumiere).

Il quadro dei dipendenti

Mauro Buschini

Nella sua relazione iniziale, prima di rispondere alle domande dei membri della Commissione Trasparenza, Buschini ha fornito un quadro della pianta organica del Consiglio regionale ai tempi della delibera.

Risultavano 520 lavoratori, di cui 310 di ruolo, al servizio di 51 consiglieri. E tra il 2011 e il 2019 non ci sono state assunzioni ma 154 cessazioni: la gran parte per pensionamento. «Non tutti, però, svolgono funzioni in materia amministrativa», ha puntualizzato l’ex presidente del Consiglio regionale. Perché 59 sono distaccati nelle segreterie, 46 in trasferimento presso la Giunta, 18 attivi nell’Autoparco regionale, 6 in comando presso altre amministrazioni e 3 in aspettativa. Ciò vuol dire che di quei 520 sono 388 i dipendenti effettivi del Consiglio.

«Non c’è stata un’idea di aumentare la dotazione organica, ma attraverso un piano arrivare ad assumere personale – ha spiegato Buschini -. Il Consiglio regionale, su questa materia, ha i budget assegnati dalla Giunta. E, rispetto al piano triennale, arriviamo a deliberarlo il 28 luglio 2020 perché solo il 24 giugno la Giunta comunica il budget. Prevediamo così una serie di azioni per reperire il personale, ovvero il concorso e lo scorrimento delle graduatorie».

Volevano fare un concorso

L’intenzione dell’Ufficio di Presidenza era quella di indire un concorso: «Lo avevamo programmato – ha detto a riguardo – però abbiamo dovuto stopparlo in due-tre fasi perché così dettavano le norme, le ordinanze e i decreti per il contenimento del Covid». L’emergenza sanitaria, a quanto pare, ne ha frenato anche un altro che è fermo da dieci anni: quello per dirigenti, che servono ormai come il pane.

La prima e l’ultima domanda le ha poste la presidente della Commissione Trasparenza: Chiara Colosimo, da subito in prima linea tra i Fratelli d’Italia nel colpire un Ufficio di Presidenza di cui Fdi non fa parte. Inizialmente gli ha chiesto «se si potesse fare contestualmente la modifica del regolamento del Consiglio regionale e il piano triennale dei fabbisogni di personale». Con l’apposita delibera del 20 luglio 2020, oltre ad approvare il programma delle assunzioni, è stato difatti modificato anche l’articolo 151 ter del regolamento allineandolo a quello della Giunta regionale. Ovvero facendo sì che venga data preferenza alla graduatoria più recente e non a quella più antica. «Sostanzialmente ritengo che si potesse fare – ha risposto BuschiniDi fatto si modifica l’articolo che è coerente con il piano di assunzioni».

È uno dei passaggi chiave. perché con quella modifica al Regolamento diventa possibile attingere dalla graduatoria fresca di Allumiere e non da quelle pià antiche e in via di scadenza.

Questione di opportunità

Foto: Giampaolo Macorig

La perplessità finale della presidente Chiara Colosimo è stata dettata dalla presunta opportunità politica. In quell’elenco c’era gente legata alla politica ed ai politici. (Leggi qui)

Punta il dito sul Pd, Chiara Colosimo. «Ci sono stati anche errori formali nel concorso di Allumiere, non dipesi ovviamente dal lavoro dell’Ufficio di presidenza – ha argomentato la presidente della Commissione Trasparenza, piazzando il sindaco Pasquini alla “regia” -. I Comuni non hanno ricevuto il verbale numero sette, ossia la graduatoria provvisoria. Il Consiglio regionale l’ha ricevuta ma errata, quella precedente a un errata corrige. Tre degli assenti erano considerati presenti e avevano preso un punteggio. Dal Comune di Allumiere ha ricevuto dei nominativi, ma non ha avuto la possibilità di vedere se lo scorrimento fosse corretto. I sindaci hanno ricevuto uno specchietto. La prova preselettiva è stata falsata nei punteggi, il numero degli idonei è stato aumentato da 27 a 107 e, a detta di molti sindaci, alcuni nominativi sono stati saltati». Lo dice la presidente.

Buschini non cade nella trappola. Sa che c’è un’indagine aperta: in nessun modo vuole entrare nel merito mentre i magistrati sono ancora al lavoro. A fronte di elementi al vaglio dell’autorità giudiziaria, è rimasto nelle vesti istituzionali di ex presidente del Consiglio: «Non ho avuto segnalazioni di problematiche relative ai due Comuni con i quali abbiamo fatto la Convenzione» si è limitato a dire, riferendosi anche ad Arcinazzo Romano. «Quanto sta emergendo non so se sia stato accertato, perché non ho questo tipo di competenza. Sto al mio lavoro e alla mia funzione, rispetto agli atti che noi abbiamo prodotto e al lavoro dell’organo collegiale di presidenza. Rispetto ai Comuni, lei parla di regia da parte del sindaco Pasquini ma io non ho mai parlato del concorso con lui e gli altri sindaci nemmeno li conosco».

Prima di lui, oltre alla segretaria generale del Consiglio Cinzia Felci, sono stati auditi anche i primi cittadini di Guidonia, Ladispoli, Bracciano, Anguillara Sabazia, Monterotondo, Tivoli e Civitavecchia.

I sospetti di De Vito

Francesca De Vito (Foto: Stefano Carofei / Imagoeconomica)

A intervenire, non sul come ma sul perché si sono preferite le graduatorie più recenti a quelle più antiche, è stata la consigliera del Movimento 5 Stelle Francesca De Vito. È stata lei a chiedere di conoscere il perché della deliberazione, visto che «il Decreto 165 del 2001 (l’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni, ndr) consente le assunzioni tramite altri enti – ha fatto presente la pentastellata – ma, proprio per non farle scadere, attingendo alle graduatorie meno recenti».

A insospettirla più di tutto il fatto che «quella di Allumiere era e resta una graduatoria provvisoria approvata sette giorni prima delle deliberazioni dell’Ufficio di Presidenza». E ha poi citato pronunciamenti dei giudici contabili che tendono a «evitare assunzioni ad personam». Precisando, infine, che lei avrebbe puntato su un concorso se proprio necessario. Perché «la Lombardia, per 80 consiglieri – ha comparato col Lazio – ha 290 amministrativi».

A quel punto Buschini ha dapprima ritenuto necessario parlare del ruolo, della funzione e della presenza del sindaco di Allumiere Antonio Pasquini nella sua segreteria: dove se l’era ritrovato. «Al momento del mio insediamento era già in servizio. Ho mantenuto tutti i collaboratori che erano già a lavorare presso la Presidenza ad eccezione di coloro che si sono dimessi per seguire il mio predecessore (il poi vicepresidente della Regione Lazio Daniele Leodori, ndr). Ho sostituito quelle forze con i collaboratori che automaticamente hanno seguito me nella nuova funzione, passando da capogruppo del Pd a presidente del Consiglio».

Tutti fanno così

FOTO: CARLO CARINO / IMAGOECONOMICA

Rispetto all’opzione dello scorrimento delle graduatorie altrui, Buschini ha puntualizzato che è stato previsto per il 2020. D’altronde così fan quasi tutti: su 20 mila assunti nella Pubblica Amministrazione, i due terzi vengono reclutati così.

«Ma questo non sottintende che non si debbano fare più concorsi e assumere altro personale – ha replicato all’alleata ma critica De Vito -. Spiegati la natura complicata dell’anno 2020 e il ritardo con il quale abbiamo dovuto approvare il piano assunzionale, bisognava esaurire entro l’anno una parte di budget che altrimenti avremmo perduto, perché LE RISORSE sarebbero tornate alla Giunta regionale».

Il confronto con la Lombardia? «La Corte dei Conti, sostanzialmente, ritiene che si debba fare meno ricorso alle assunzioni dirette ed esterne e più all’utilizzo del personale interno». E, tornando alle graduatorie più antiche, manco a dirlo in pole position ci sarebbe stata una di Frosinone. «Immaginate che discussione avremmo fatto oggi davanti a quella scelta – ha detto a riguardo il democrat ciociaro -. E, in ogni caso, si conoscerebbe già chi si va ad assumere».

Solo Buschini ci ha messo la faccia

Fabrizio Ghera – (Foto: Imagoeconomica, Silvia Lore’)

Anche il consigliere di Fratelli d’Italia Fabrizio Ghera, tra gli altri, ha riconosciuto che «all’interno dell’Ufficio di presidenza solo Buschini ha sentito l’esigenza di fare chiarezza e dare la possibilità di andare avanti con i lavori della Commissione Trasparenza».

Detto questo, però, «nella graduatoria di Allumiere ci sono persone legate anche ad alcuni esponenti dell’Ufficio di presidenza e con una militanza politica ed è motivo di pregiudizio». Nella ribattezzata Concorsopoli, infatti, sono coinvolti soprattutto ripescati collegati al Pd, ma anche al Movimento 5 Stelle e alla Lega. Ovvero i Partiti rappresentati all’interno dell’Ufficio di Presidenza capeggiato ora da Marco Vincenzi, subentrato lo scorso 12 aprile al dimissionario Buschini. Che, in conclusione, ha voluto mettere in chiaro cosa rappresentano le sue dimissioni.  

Invogliato a parlarne dai consiglieri dem Marta Leonori ed Eugenio Patanè, ha accentuato che «il Consiglio regionale ha un’autonomia gestionale. Ha la sua organizzazione, il suo bilancio, i suoi uffici, le sue procedure. ha la sua necessità di far funzionare tutto. Non è un aspetto secondario da tralasciare.C’è bisogno di personale e figure professionali. Spero che si riprenda presto l’iter per il concorso per dirigenti, perché il Consiglio regionale non può averne in numero così esiguo».  

L’esame di coscienza di Buschini

Maurio Buschini. (Foto: Stefano Carofei / Imagoeconomica)

Mauro Buschini rivela che i dubbi se li è fatti venire quando è scoppiato il caos finito sui giornali nazionali. Si è fatto un esame di coscienza rispetto al suo comportamento, all’interno della complessa vicenda di Concorsopoli. ha rivelato di avere chiesto invece un parere a un giurista: il professor Paolo Stella Richter.

La valutazione? «Assolutamente corretto». E allora perché ha voluto fortemente la Commissione Trasparenza? Perché ha deciso di dimettersi? «È stata ed è soprattutto una mia esigenza quella di fare in modo che tutto questo sia il più chiaro possibile. Lo sia per il lavoro portato avanti dal Consiglio regionale. Ho sentito l’esigenza di fare in modo che non fossi io a nominare questa Commissione. Non potevo essere io a trasmettere gli atti. Per trasparenza, coerenza e correttezza nei confronti della nostra istituzione». Ma questo, a detta sua, «non sottintende lo stesso passo da parte dell’intero Ufficio di Presidenza».

Lui si è dimesso per non creare un conflitto di interessi. I vicepresidenti Giuseppe Cangemi (Lega) e Devid Porrello (M5S) e i segretari Michela Di Biase (Pd), Daniele Giannini (Lega) e Gianluca Quadrana (Lista Civica Zingaretti) non lo hanno fatto. Le loro dimissioni, in fondo, sarebbero state un’ammissione di colpa.