Cosa resterà della campagna elettorale

Latina, cosa resterà della campagna elettorale 2023. Big e promesse. Che tra poco dovranno essere messe in atto. Lunedì notte ci sarà il risultato. Perché il primo turno sarà un ballottaggio

Andrea Apruzzese

Inter sidera versor

Si va al voto, a Latina (dove sono chiamati 106mila aventi diritto) e in altri sette Comuni pontini per il rinnovo delle amministrazioni. Aprilia e Terracina sono gli altri due centri al di sopra dei 15mila abitanti: il loro voto insieme a quello del capoluogo sarà dirimente per gli equilibri nelle conferenze dei sindaci su sanità, acqua, rifiuti.

Si vota anche a Bassiano, Campodimele, Roccagorga e Lenola (dove si è giunti al paradosso di avere un unico candidato sindaco, che per essere eletto dovrà portare al voto un quorum del 40% degli aventi diritto). In totale, va al voto amministrativo quasi la metà degli elettori in provincia e sarà un test politico decisivo.

Il Comune del ballottaggio diretto

Foto © Andrea Apruzzese

Ma gli occhi sono puntati tutti sul capoluogo, per la sfida tra Matilde Celentano per il centrodestra (FdI, Lega, FI, Dc-Udc, Lista Matilde Celentano sindaco) e Damiano Coletta per il campo progressista (Lbc, Per Latina 2032, Pd, M5S). Entrambi medici, la prima ex capogruppo FdI in consiglio comunale, il secondo ex sindaco dalla prima elezione del 2016 fino al settembre 2022, quando le dimissioni della maggioranza costituita da consiglieri comunali di centrodestra produsse la caduta – e il commissariamento – del Comune. (Leggi qui: Latina, il centrodestra si dimette in massa. Coletta: «Lascio a testa alta»).

Il voto del capoluogo è quindi, indiscutibilmente, la ricerca di stabilità di governo per una città commissariata da ormai dieci mesi e che aveva già subito due commissariamenti (2010 e 2015) lunghi quasi un anno. Una stabilità che i cittadini attendono: per la manutenzione e il decoro urbano (dal taglio del verde alla sistemazione di strade e marciapiedi, di parchi e aree gioco pubbliche). Per la pulizia e igiene urbana (l’avanzamento del sistema di raccolta differenziata porta a porta strutturato dall’Azienda per i beni comuni si è infatti interrotto quasi un anno fa di fronte all’innalzamento dei costi). E per la sburocratizzazione della macchina amministrativa e la realizzazione delle infrastrutture di collegamento.

Sono tutti traguardi che non può indicare un commissario. Per ottenerli si chiede un’amministrazione forte e capace di ottenere risultati sui tavoli nazionali e regionali. E, non ultimo, c’è la necessità del recupero di un ruolo di “guida” a livello provinciale e regionale, degno del suo essere seconda città del Lazio dopo la Capitale. 

Stanchi del voto

Foto © Andrea Apruzzese

È un voto complicato, in una città che ha votato due volte (primo turno e ballottaggio) nel 2021, due volte (rinnovazione delle amministrative in 22 sezioni e elezioni Politiche) nel settembre 2022, una volta già nel 2023 (le Regionali). Cui si potrebbero aggiungere anche le primarie di coalizione progressista, per chi vi ha partecipato.

Una città anche stanca, e delle elezioni su cui potrebbe pesare – non poco – l’astensionismo, con il rischio che si abbassi la forchetta del risultato tra i due candidati.

Di buono (a seconda dei punti di vista) c’è che non ci sarà ballottaggio, si chiuderà tutto al primo turno del 14 e 15 maggio. Per la prima volta nella storia di Latina, infatti, i candidati sindaco sono solo due e non sarà necessario un secondo turno (a meno che non ottengano l’identico numero di preferenze, ipotesi abbastanza remota, in una città da 106mila elettori). (Leggi qui: Se hai solo due candidati il primo turno è già ballottaggio).

Senza sgambetti

Foto © Andrea Apruzzese

Una campagna elettorale tutto sommato corretta, con pochi o quasi nulli sgambetti: non ci sono stati riferimenti a “oscuri passati” di un candidato piuttosto che un altro, né a comportamenti poco consoni (eccezion fatta per le polemiche relative a un banner pubblicitario di un candidato consigliere su un app utilizzata da una scuola, ma esterna all’istituzione).

Ma anche una campagna con ben poca politica (per chi rammenta ancora la Prima Repubblica) e tanta quotidianità. Il “libro dei sogni” del passato, con le pagine piene di fantasmagoriche realizzazioni ha infatti lasciato il posto a obiettivi più immediati e concreti, facilmente visualizzabili dall’elettorato, come manutenzione del verde e delle strade e, soprattutto, gestione dei rifiuti. 

Le 116 sezioni elettorali di Latina, con due soli candidati sindaco e appena nove liste, saranno scrutinate entro la serata di lunedì, o al massimo le prime ore di martedì mattina. L’appuntamento è fissato, per conoscere il nuovo sindaco e i nuovi consiglieri comunali.

Latina, cosa resterà della campagna

Matilde Celentano e Damiano Coletta

Una campagna elettorale ormai finita, a Latina. Il silenzio è scattato. Ne resteranno le immagini  dei ministri di quasi mezzo Governo venuti per il sostegno del centrodestra a Matilde Celentano e di leader nazionali come Elly Schlein e Giuseppe Conte per il supporto al progressista Damiano Coletta.

Ma anche le promesse, perché il libro dei sogni non esiste più, ma l’elettore va anche blandito, con l’impegno che il luogo in cui vive sarà sempre più attrattivo. E allora, ecco, il turismo, le infrastrutture, i corsi di laurea (leggi: per incontrare il desiderio di tanti genitori di non dover far andare lontano i figli, con relativo aggravio di spese e preoccupazioni).

Il punto è che molte delle promesse non dipendono strettamente dalla volontà del sindaco o del Consiglio comunale, bensì da altri enti sovraordinati. E dunque dalla capacità del primo cittadino di fare sistema con altri attori ben più importanti: le risorse non ci sono, infatti. Non ci sono nel Bilancio del Comune di Latina come degli altri 8mila d’Italia, ma sono in Europa. E bisogna andarle a prendere, attraverso lo Stato centrale o la Regione. Certo, ad esaminarle tutte, e se tutte realmente venissero realizzate nei prossimi cinque anni, il capoluogo pontino potrebbe diventare una città da sogno.

Il libro dei sogni

(Foto © Andrea Apruzzese)

Tralasciamo i progetti che sono stati già avviati in seguito alle progettazioni Pnrr, come la riqualificazione del parco Falcone e Borsellino, il nuovo impianto sportivo in Q4-Q5, l’abbattimento e ricostruzione dell’ex Icos e la ristrutturazione delle “vele” negli stessi quartieri (in collaborazione con l’Ater, come la riqualificazione del rione Nicolosi-Frezzotti), la ristrutturazione del PalaCultura.

E quelle finanziate dalla presidenza del Consiglio dei ministri, prima tra tutte il raddoppio di via Massaro che dovrebbe portare, insieme alla realizzazione dei perpendicolari collegamenti con il lungomare, alla pedonalizzazione di quest’ultimo. Oppure i progetti Upper, per la riqualificazione del tessuto urbano, anche questi già avviati.

Andiamo invece su cose che la città certo attende da molto: in alcuni casi, parliamo di interventi che hanno già loro procedure, ma da troppo tempo ormai. È il caso della Roma-Latina su tutte. Entrambi gli schieramenti dicono che va realizzata, e in tempi brevi. Ma ormai il tessuto produttivo pontino, come i pendolari stessi, ci hanno rinunciato, condannati come sono alla quotidianità della Pontina. Si farà. Forse, un giorno. Discorso simile vale anche per il nuovo ospedale a Borgo Piave: i finanziamenti sono stanziati il progetto è pronto, ma le procedure sono lunghe, e gli stessi candidati ammettono che “non è che sarà pronto domani, intanto bisogna pensare a ristrutturare il Goretti“.

E quelle ancora da sognare

Foto © Mario Javarone

Ci sono poi le promesse pure, quelle per cui le procedure non sono state nemmeno pensate. Ad esempio, Latina dichiarata dall’Unesco patrimonio dell’umanità. Bello, anche se storici dell’architettura e architetti chiariscono che il ruolo di Orioli Frezzotti nella storia non è che sia stato di primo piano, così come Latina non è Sabaudia (quest’ultima si, realmente razionalista, mentre Latina è soprattutto “ottocentesca” come impianto urbanistico).

E, francamente, ai cittadini di Latina interessa più che la città sia pulita. Vuoi mettere, immaginare gli studiosi dell’Unesco che vengono a verificare in loco la candidatura, e trovano la città con i mucchi di monnezza? E poi, i nuovi corsi di laurea, che arrivano fino alle Scienze dell’amministrazione (un’evoluzione dell’antico sogno della scuola di pubblica amministrazione di Vincenzo Zaccheo).

Lunedì sera a Latina inizierà un nuovo corso. Una nuova pagina del libro della sua storia, quasi centenaria. Ah, già, il Centenario…