La trappola delle incompatibilità sulla via per la presidenza Cosilam

Sulla via della nuova governance del consorzio industriale Cosilam scattano ora le trappole delle inconferibilità. Grosso incrocio di consulenze e pareri in queste ore. Su Pietro Zola, Libero Mazzaroppi e Mario Abbruzzese

Un sentiero pieno di mine. La strada è quella che porta alla nuova governance del Cosilam, il Consorzio Industriale per lo Sviluppo del Lazio Meridionale. Le mine sono le clausole che rendono incompatibili o inconferibili molti dei nomi circolati in questi giorni per gli incarichi di vertice.

 

Libero Mazzaroppi

Il sindaco di Aquino Libero Mazzaroppi era stato individuato come possibile candidato presidente dal segretario provinciale Pd Simone Costanzo. Aveva incassato anche un sostanziale via libera dal Partito. (leggi qui I sindaci Pd: niente scontro sulla Saf e via libera a Mazzaroppi)

A renderne impossibile l’elezione è però la norma secondo la quale non deve avere avuto altri incarichi simili nel corso degli ultimi due anni. E Libero Mazzaroppi invece è presidente in carica dell’Unione dei Comuni Cinquecittà.

Un elemento che lo taglia fuori senza possibilità di appello.

 

Pietro Zola

Il presidente uscente Pietro Zola è stato individuato come il possibile braccio destro del futuro presidente. Non potrà ricoprire un secondo mandato perché è il centrodestra ad avere in mano i numeri necessari.

Un’ipotesi di accordo lo ha individuato come uomo di sintesi, teorizzando una possibile vice presidenza operativa nelle sue mani, lasciando al futuro presidente Mario Abbruzzese invece i compiti di natura politica e di rappresentanza. (leggi qui Saf, Cosilam, Provincia: una triangolazione a prova di… asse)

Ma è una strada non praticabile: Pietro Zola non potrà ricoprire il ruolo di vice presidente del Cosilam.

Ad impedirlo è l’articolo 18 dello Statuto Cosilam. Per due ordini di motivi.

Il primo. L’articolo 18 prevede che all’atto delle candidature ogni schieramento debba presentare un elenco con 4 nomi: presidente, vice presidente, consigliere, rappresentante della Camera di Commercio.

Pertanto, il rappresentante della Camera di Commercio non può essere né presidente né vice. E Pietro Zola entrerebbe in Consiglio d’Amministrazione su designazione della Giunta Camerale.

Il secondo motivo di impedimento è proprio questo. Essendo Pietro Zola espressione della Giunta Camerale  è tenuto a rispondere ad essa del suo operato, non può prendere decisioni autonome, bensì deve riferire e ricevere mandato. Il che non gli lascerebbe le mani libere per amministrare il Cosilam come meglio ritiene.

C’è una via d’uscita: Pietro Zola può fare il consigliere delegato, cioè assumere tutte le deleghe che il presidente del Cosilam vorrà affidargli. Ma non la funzione di vice presidente.

 

Mario Abbruzzese

Sulla posizione del futuro presidente Mario Abbruzzese esistono due scuole di pensiero. Una ritiene che il Cosilam sia un ente regionale, l’altra lo classifica come ente locale.

Al primo partito appartengono quelli che fanno notare come il Cosilam sia stato istituito da una Legge regionale. E che la Regione Lazio ne abbia il controllo sull’operato.

Al secondo partito fanno riferimento quelli secondo i quali la Regione non possiede quote del Consorzio e pertanto il Cosilam non può tecnicamente considerarsi un ente regionale; inoltre il controllo è in realtà una ‘vigilanza’ esercitata attraverso lì’indicazione del presidente del Collegio dei Sindaci e di un delegato.

Dove sta la differenza? Se il Cosilam è un ente regionale, per Mario Abbruzzese vale la stessa regola che impedisce l’elezione di Libero Mazzaroppi. Devono trascorrere almeno due anni dalla sua uscita dai ruoli della Regione Lazio. Nel secondo caso invece non ci sono impedimenti.

 

L’orientamento della maggioranza dei soci, al momento, è che il Cosilam sia un Ente Locale non regionale. E che Mario Abbruzzese possa fare il presidente.