Viadotto, stadio e poi i piloni: i turisti restano senza parole (di L. D’Arpino)

Il viadotto che sta per riaprire, forse, dopo sei anni. Lo scalo è terra di nessuno. Il Casaleno, nonostante lo stadio, intorno è nel degrado. Ma a farci fare la figura peggiore sono i Piloni: li hanno scoperti i tifosi dell'Udinese

Luciano D'Arpino

Giornalista, Regista e Autore teatrale, dirige la redazione di Frosinone de 'Il Messaggero'

Luciano D’Arpino per Il Messaggero

A Frosinone, dopo più di sei anni, sta per essere riaperto il viadotto Biondi che era franato a marzo del 2013. L’inaugurazione dovrebbe esserci, il condizionale è sempre d’obbligo trattandosi del capoluogo, entro il mese di giugno. A dire il vero, l’importante arteria di collegamento tra la parte alta e la parte bassa della città ha comunque funzionato da dicembre 2016 a novembre 2018 grazie al ponte Bailey provvisorio fatto installare dal Comune, in attesa dei lavori della Regione. Ma era comunque una toppa: ora la strada è stata completamente rifatta, si spera per l’ultima volta, visti i ripetuti cedimenti del versante collinare.

Il viadotto spezzato è stato finora l’emblema della città divisa in due tra l’immagine raccontata dagli amministratori, sia comunali che regionali, e quella reale vissuta ogni giorno sulla propria pelle dai cittadini. Due immagini che non coincidono.

Basti pensare alla narrazione che da anni si fa del rilancio del quartiere Scalo con progetti faraonici e a quello che viene registrato dalla cronaca spicciola che continua a riportare scippi e aggressioni in quella zona che, specialmente di sera, diventa una terra di nessuno.

Per restare in tema di simboli c’è poi lo stadio Benito Stirpe, fiore all’occhiello rivendicato in ogni occasione e in tutta Italia, come modello di collaborazione virtuosa tra pubblico e privato. Chi frequenta la zona del Casaleno, però, non può fare a meno di notare lo stato di degrado che circonda l’impianto all’avanguardia: a quasi due anni di distanza dall’inaugurazione dello Stirpe, infatti, l’anello viario e i marciapiedi attorno all’impianto sono un percorso di guerra, la nuova strada d’accesso è rimasta sulla carta e dei servizi promessi nemmeno l’ombra.

Non si può dimenticare, infine, il simbolo dei simboli, i piloni di via De Gasperi che, con il loro spettacolo indecoroso, rappresentano una ferita aperta da decenni all’immagine della città. Domenica scorsa un bus pieno di tifosi dell’Udinese, prima della partita, ha fatto sosta in piazzale Vittorio Veneto per ammirare il panorama. Se quei friulani fossero rimasti lì sarebbe andato tutto bene. Poi, però, qualcuno ha avuto la malaugurata idea di spostarsi a piedi un po’ più giù, fino a Largo Turriziani. E lì la sensazione piacevole è subito svanita perché qualcuno si è accorto dello spettacolo indecente delle arcate sottostanti dei Piloni.

I tifosi-turisti sono rimasti senza parole. Come dargli torto?

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