Diario da Gerusalemme – V puntata

La quinta pagina del diario quotidiano sul pellegrinaggio della diocesi di Frosinone – Veroli – Ferentino in Terra Santa. Lì dove il Verbo si fece carne.

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

Quelle tombe, quelle pietre, quella valle, quegli ulivi, quante volte hanno visto Gesù percorrerle da una parte all’altra. Era una sua abitudine andare a pregare in un orto alle pendici del Monte degli Ulivi: qualcuna di quelle piante ha più di duemila anni, ha visto probabilmente Gesù con i suoi discepoli arrivare cantando i salmi del Grande Allel, la preghiera successiva alla Pasqua.

Bastava superare il torrente Cedron per togliersi dal frastuono del tempio in quelle giornate convulse, prossime alla grande festa: un panorama mozzafiato oggi, ma anche al tempo di Gesù. Non c’erano le moschee sulla spianata ma si ergeva in tutta la sua magnificenza il tempio fatto costruire da Erode il grande, lo stesso Erode della strage degli innocenti.

Sì questa città è così: la presenza di Dio è ovunque ma anche la presenza del male. Tante contraddizioni ce le ha spiegate il patriarca latino, monsignor Pierbattista Pizzaballa nell’incontro avuto con lui per capire come vivano i cristiani in Israele e in Palestina.

Lo senti annidato nelle contraddizioni della vita: abbiamo detto messa in quell’orto, lì dove sarebbero arrivate le guardie del sommo sacerdote per arrestarlo. E Giuda l’aveva venduto, rivelando ai sacerdoti il posto dove di solito Gesù si ritirava per la preghiera. Che dramma in quell’orto, tra quegli ulivi. Gesù cerca conforto tra i suoi discepoli ma quelli come sempre non capiscono nulla di ciò che sta per avvenire, dormono…

Quegli ulivi hanno visto contemporaneamente fedeltà e tradimento, coraggio e paura: la fedeltà di Gesù alla volontà del Padre, ma anche la sua paura per quello che sta per capitargli, il bacio traditore, la fuga dei discepoli e Gesù che si lascia trascinare, che regge il confronto con i suoi accusatori, testimoni falsi, accuse pretestuose.

Che sguardo avrà rivolto a Giuda: con un bacio tradisci.. che dramma della nostra vita. Spesso tradiamo con i gesti più belli.

Siamo andati anche nella sala dove avevano cenato, e poi nel posto dove l’hanno crocifisso, deposto su una pietra, seppellito: lì il tradimento, il male, la perversione, sembrano trionfare fino a quando non ti inginocchi davanti a quella tomba vuota e allora, come i discepoli corsi lì dopo l’avviso delle donne, vedi e credi… (Qui le foto della giornata)

Al Gethsemani, il vescovo di Frosinone Ambroglio Spreafico ha spiegato che «Gesù ha preso anche noi e ci ha portato qui al Getsemani. È il momento dei tradimenti, della violenza. E chiede: “Restate qui e vegliate con me, Non scappate, non andatevene per fatti vostri”.  Gesù ha bisogno che restiamo con lui perché da lui riceviamo la forza del suo amore. Se non restiamo con lui tutto si complica, si complica la nostra vita e di conseguenza quella del mondo intero. Se le cose non cambiano in questo mondo così malvagio è perché  i cristiani sono mediocri, non  sono in grado di essere fedeli».

«Dio si fa piegare dalla preghiera e infonde in noi quelle energie di bene che cambiano il mondo. Se restiamo con lui non possiamo dormire. Se restiamo con Gesù, camminando incontreremo la sofferenza, offriremo parole di speranza. E se vegliamo con Gesù la nostra vita sarà salvezza per il mondo. E se vegliamo, preghiamo e trasformiamo la vita. Dio ascolta il grido degli umili».