Fausto Bassetta, il sindaco che rischia il bis per assenza di prove (di F.Ducato)

Franco Ducato

Conte del Piglio (ma non) in Purezza

di Franco DUCATO
Conte del Piglio
(ma non) in Purezza

 

 

Le parole pronunciate dal sindaco di Anagni Fausto Bassetta qualche giorno fa, a margine della conferenza stampa dedicata alla presentazione del Festival del Teatro medievale meritano alcune critiche, ma anche qualche considerazione più approfondita. (leggi qui la cronaca riportata da Tg24.info)

Merita qualche critica, ad esempio, il fatto che il sindaco abbia ad un certo punto stigmatizzato la politica rimasta ancorata, secondo la tesi del primo cittadino, alla pura e semplice ricerca del consenso.

Concetto che in sé potrebbe essere anche legittimo.

Ma che il sindaco, a quanto dicono quelli che erano presenti, ha badato a declinare in una forma piuttosto categorica. Come a dire: la ricerca di consenso in quanto tale è qualcosa di semplicistico ed arretrato. E qui siamo d’accordo solo in parte con Bassetta. Perché, banale dirlo, la politica – nella sua cinica concretezza – è purtroppo principalmente questo: consenso, favore popolare, comunque lo si voglia chiamare.

Un solo esempio storico per rendere tutto comprensibile, sindaco Bassetta. Lei crede che Giulio Andreotti abbia fatto mettere agli Agnelli la Fiat a Cassino perché era tecnicamente il posto più adatto o principalmente per evitare che tutto quel bendiddio di assunzioni, clientele, appalti, famigli da accontentare, ricchezza, andasse invece nel collegio di Remo Gaspari che riteneva la cosa già fatta?

Vabbé, facciamone anche un altro di esempio. Nella Sua coalizione, signor sindaco, ci sono elementi come Aurelio tagliaboschi che potranno spiegarle perché l’Autostrada Roma – Napoli passa ad Anagni e non a Latina come invece era previsto. Ci fu chi dalla provincia di Frosinone si presentò al Presidente del Consiglio dei Ministri con una serie di scatoloni: contenevano quasi centomila tessere della Dc. Ed all’esterrefatto premier disse: te le riporto e ci aggiungo anche la mia, vado con i miei elettori, se tu fai l’autostrada a Latina io che ci sto a fare sul territorio? Come posso tornare a chiedere il voto?

Non è un problema tipicamente ciociaro. Se avrà la pazienza di leggere il volume di Alberto BrigantiL’uomo che visse tre volte‘ scoprirà che l’aeroporto di Fiumicino venne realizzato nel modo tecnicamente ed aeronauticamente meno logico. Ma tant’è: i terreni da espropriare erano altri.

Il cinismo di questi anni trascorsi a raccontare la politica, signor sindaco, ci portano a questa analisi. Noi che riteniamo invece la politica sia anche molto altro: sia l’arte del possibile, della mediazione ad oltranza, del conciliare ciò che è inconciliabile, del ponte che finalmente può collegare ciò che è diviso… La Buona Politica… è anche questo.

Forse il sindaco della città intendeva scagliarsi contro gli atteggiamenti populistici che Anagni ha vissuto parecchio (e vive ancora). Ma allora diamo un nome preciso alle cose; guadagnare il consenso con una politica populista è discutibile; acquisire il favore popolare con una azione politica coerente chiara e precisa non lo è affatto, anzi.

Secondo richiamo. La contrarietà di Bassetta ad una politica fatta di peso specifico, in cui il sindaco interviene battendo i pugni sul tavolo per ottenere favori, invocandoli e rendendoli, magari al di là del rispetto della legge.

Anche qui, capiamoci: premesso che la legge va sempre rispettata, il ruolo del politico è anche quello di agire con le proprie capacità, per valorizzare il contesto a cui fa riferimento. Se no i sindaci non servirebbero; basterebbero i commissari prefettizi (che ad Anagni in effetti hanno dato buona prova di sé).

Discorso a parte per quello che il sindaco avrebbe detto alla fine della conferenza. Sintetizzando brutalmente; se volevate un sindaco spregiudicato, potevate scegliere un altro candidato.

Frase molto secca. Che contiene, a ben guardare le ragioni della debolezza come quelle della forza della gestione Bassetta. La debolezza sta nel suo essere diverso dai politici di riferimento della realtà locale, nel suo non essere legato a cordate specifiche. In una parola, nel suo essere da solo. E quindi, fragile.

Ma questa debolezza, paradossalmente, è la sua forza. È come se Bassetta dicesse, ai cittadini ma forse soprattutto a chi oggi lo contesta dopo averlo appoggiato in campagna elettorale “guardate che mi avete scelto voi. E se lo avete fatto, è (anche) perché avevate disperato bisogno di un nome nuovo e credibile. Che evidentemente in mezzo a voi, nel 2014, non c’era”.

E, a ben guardare, è la ragione per cui la crisi viene tanto annunciata, ma senza che nessuno, almeno per ora, si prenda la briga di fare il primo passo concreto in tal senso.

Il gioco al logoramento a cui si sta assistendo in queste settimane ha, in questo senso, una doppia lettura. Da una parte indebolisce la figura del sindaco, ma dall’altra rappresenta bene la fragilità di chi non ce la fa a farlo cadere da subito.

Tra l’altro, far cadere Bassetta avrebbe una conseguenza immediata, e forse non molto calcolata; la partenza di una gara a riposizionarsi ed a creare alleanze in vista di una prossima campagna elettorale.

Ed allora proviamo ad immaginare: tolti i grillini e gli estremisti alla Casapound che in città non hanno, chiasso a parte, gran rilievo, Progetto Anagni (che non è così granitica come si vuol far credere) rischia di spacchersi in due tronconi. Parte del Centro andrebbe in coalizione con una Destra che va da Natalia a Fenicchia, fino ai Fratelli d’Italia. Il Pd ( o parte di esso) non saprebbe chi esprimere come candidato.

E Bassetta finirebbe per ricandidarsi coalizzando attorno a sé la parte più moderata ed ecclesiastica del suo elettorato.

In un panorama, quello delle prossime possibili elezioni, che si annuncia molto frastagliato, potrebbe quasi farcela.

Bassetta tutto questo lo sa. Lo sanno anche gli altri?

 

 

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