E le Regionali bruciano i sogni di Felli di diventare sindaco (di F. Ducato)

I risultati delle elezioni Regionali ridimensionano le aspirazioni del vice sindaco Giuseppe Felli. Ha preso meno voti del M5S. Il candidato di Casapound ha ottenuto la metà dei suoi consensi. Strilli al comitato. Gli scenari e le previsioni.

Franco Ducato

Conte del Piglio (ma non) in Purezza

Le parole esatte non si possono riportare. Anche perché sarebbe offensivo per chi legge. Dicono però che ad Anagni, nella notte tra lunedì e martedì scorso, nel quartier generale di Giuseppe Felli siano volati gli stracci.

C’è da capirlo: la corsa dell’ex vicesindaco verso il Consiglio Regionale del Lazio era nata con le migliori intenzioni. Uno staff di primordine; una campagna elettorale al massimo; incontri iniziali e finali baciati da uno stuolo di partecipanti. Aggiungiamoci un look accattivante, un eloquio brillante e persuasivo. Insomma sembrava ci fosse tutto per riuscire.

Magari non per arrivare alla Pisana da consigliere regionale nella lista Zingaretti. Ma per avere un riscontro consistente sì. Un successo elettorale in grado, realisticamente, di proporre in modo autorevole la candidatura di Giuseppe Felli come sindaco per le prossime comunali ad Anagni.

E invece no.

L’uomo del Piglio ha avuto, in complesso, 1717 voti. Di questi, però, solo 771 ad Anagni. Gli altri sono stati presi fuori porta. Tra questi, ovviamente, circa 500 a Piglio. Poco per aspirare, ovviamente, alla carica di consigliere regionale. Ma pochissimo, soprattutto, in una città di cui, fino a poco fa, Felli era stato vicesindaco.

Per dire: Fernando Fioramonti, candidato regionale del Movimento 5 Stelle, ad Anagni ha ottenuto 819 voti: 48 in più del vice sindaco. Valeriano Tasca, di Casapound, ne ha portati a casa 515: la metà del vice sindaco.

Insomma, un flop, per Felli.

Per il quale lo staff, prima delle elezioni, parlava di un risultato atteso tra i 2500 ed i 3500 voti. Con almeno 1500 preferenze da raccogliere solo ad Anagni.

Nulla di cui meravigliarsi, quindi, se l’altra sera la tensione era evidente. Anche perché in giornata si sono diffusi in città particolari che aggiungono sale alle ferite. Come la voce secondo la quale, ad esempio, un rappresentante di lista, figlio di un ex assessore del comune di Anagni, avrebbe fatto annullare, durante lo spoglio, una ventina di voti proprio a favore di Felli.

Oppure le indiscrezioni secondo le quali parecchi in città, a partire dall’ex sindaco, non avrebbero, per usare un eufemismo, fatto campagna elettorale a spron battuto per l’ex vicesindaco.

O la presenza alle varie uscite pubbliche di tutta, o quasi, la ex giunta. Che poi molto non ha fatto.

Si spiegano così i toni alterati che avrebbe usato in giornata l’ex assessore Simone Pace ai danni degli ex compagni di maggioranza. Con tanto di riferimenti al fatto che “prima o poi dovremo rivederci per le comunali”.

Già, le comunali. Perché ad Anagni, terminata la buriana delle regionali (e politiche…), da ieri si parla in termini di amministrative, in programma tra maggio e giugno. E gli esiti delle regionali disegnano un quadro nuovo.

  1. Giuseppe Felli, a meno di miracoli, non sarà il candidato sindaco di un ipotetico raggruppamento di centro costruito attorno a Progetto Anagni. Gliene mancano, se non altro, i numeri.
  2. Il Pd anagnino non risulta frastornato dalla batosta a livello nazionale. Anzi, voti alla mano, sembra aver contento i danni.
  3. Casomai non fosse ancora chiaro, Daniele Natalia rimarrà al palo. A favore di una arrembante lista Noi con Salvini. Che, davvero, potrebbe legittimamente aspirare non solo a guidare lo schieramento, ma anche ad esprimere il candidato a sindaco.

 

Una cosa da fantascienza, fino a pochi giorni fa. L’unico limite, per Noi con Salvini è che, al momento, un candidato a sindaco plausibile in città non sembra esserci. Ma, dicono sempre i bene informati, anche questo è un limite che potrebbe essere presto superato.

 

Stando così le cose, si va verso una composizione di questo tipo:

  • Progetto Anagni polo di un rassemblement civico a cui potrebbero aggiungersi l’ex sindaco Fausto Bassetta ed i suoi fedeli. Il candidato a sindaco potrebbe essere, anche se al momento viene dato per contrario, Simone Pace.
  • Pd da solo, anche in questo caso con qualche civica a supporto, tipo la Rete dei cittadini. Candidato da scegliere con le primarie. Ma si va verso la figura di Aurelio Tagliaboschi. Che però sarebbe pronto ad un passo indietro nel caso venisse avanzato un progetto di aggregazione serio ed autorevole.
  • Centro destra a trazione leghista. Il leader potrebbe essere un ex consigliere comunale.
  • Movimento 5 Stelle e CasaPound orgogliosamente da soli, forti del successo elettorale dei leader locali di riferimento, Fioramonti e Tasca.