Due candidati e mille problemi per una Segreteria

Come si leggono le due candidature alla guida del Pd di Anagni. Le due mozioni saranno presentate il 16 dicembre per eleggere il nuovo Segretario del Partito, dopo le dimissioni di Egidio Proietti. Francesco Sordo è considerato il favorito, mentre Angela Manunza è l'outsider. Il Partito spera di pacificarsi ma...

Paolo Carnevale

La stampa serve chi è governato, non chi governa

Da una parte Francesco Sordo, dall’altra Angela Manunza. Da una parte i sostenitori della tradizione, con un filino di riguardo anche a quelli che facevano parte delle liste civiche. Quelle che durante la campagna elettorale avevano sostenuto il civico Alessandro Cardinali sostenuto anche dal pezzi di Pd ma rientrato in FdI dopo la sconfitta elettorale.

Dall’altra invece gli alfieri del ritorno ad una maggiore purezza; quelli che durante la campagna elettorale avevano difeso la scelta dell’allora Segretario Pd di aggregare il Partito con Luca Santovincenzo. Non uno scontro, non una guerra, ma una contrapposizione tra due linee politiche.

Sta tutto qui il senso delle due mozioni che verranno presentate il prossimo 16 dicembre presso il ristorante La Badia di Anagni e che dovranno servire ad eleggere il nuovo Segretario del Partito Democratico della città dei papi dopo le dimissioni di Egidio Proietti, successivamente al tracollo elettorale del maggio scorso.

Dal limbo alla rinascita

Francesco Sordo

Come noto, da quel momento il Partito Democratico vive una sorta di limbo, con un direttorio che ha cercato di sostenere la barra dritta. Dopo le fasi del tesseramento è partita, ovviamente non soltanto per Anagni, la stagione dei Congressi cittadini. E quello di Anagni si terrà, dopo vari rinvii, appunto il 16 dicembre.

Da una parte ci sarà Francesco Sordo, il Cincinnato di Acuto l’uomo che era già stato un punto di sintesi del Partito in città (ed aveva contribuito in maniera attiva alla fine dell’esperienza del sindaci Fausto Bassetta, ritirando il gruppo consiliare del Partito dalla coalizione del colonnello).

Sordo è stato contattato qualche settimana fa, nel tentativo di arrivare ad una soluzione unitaria. Un ragionamento semplice, quello fatto anche dai vertici provinciali: il Partito Democratico di Anagni in questo momento è fragile, preda non soltanto di legittime opinioni di correnti di Partito diverse, ma anche di risentimenti personali. Con una serie di frizioni molto consistenti; come per esempio quelle che hanno portato a mettere da parte Luigi Vecchi, che aveva a suo tempo deciso di optare per una partecipazione alle comunali con Cardinali all’interno di una lista civica.

Sordo in questo senso doveva servire per arrivare ad una sintesi unitaria, per far ripartire la comunicazione tra tutte le parti.

Visioni radicali

Angela Manunza

La Manunza ( a cui pure però viene rimproverata una precedente vicinanza al gruppo di Alessandro Cardinali. Che lei smentisce in maniera netta) invece viene considerata come un’esponente più “radicale”, più vicina a uomini come Baldassarre Sansoni; sostanzialmente, agli uomini che avevano maggiormente contribuito, quando si era trattato di scegliere, a schierare il Partito Democratico non con Cardinali ma con Luca Santovincenzo. La sua candidatura sarebbe quindi un modo per indicare questo tipo di linea al Partito.

Detto questo, adesso si tratta di capire quali siano gli schieramenti di forze e chi possa realisticamente, tra i due, mirare ad una vittoria nel congresso. I numeri dicono che a farcela dovrebbe essere Sordo. Dalle circa 100 tessere di cui attualmente il Partito dispone dovrebbero arrivare una sessantina almeno di voti per Sordo.

La Manunza parte quindi sconfitta? Sì e no. Perché, ovviamente, l’obiettivo non sarà solo quello di provare a vincere la corsa alla poltrona di Segretario; ma anche quello di entrare nel Direttivo, potendo poi portare all’interno uomini fidati.

Aspettando Aurelio & co.

Aurelio Tagliaboschi

Il tutto senza sottovalutare le possibili mosse dei Tagliaboschi. L’ex consigliera Sandra Tagliaboschi ha annunciato il suo ritiro definitivo dalla politica. Ma sono in pochi a crederle. E non manca neppure chi pensa che ci possa essere un passo indietro da parte di entrambi i candidati, con l’ingresso di un terzo nome all’ultimo minuto.  

Di tutto questo si parlerà fino al prossimo 16 dicembre. La speranza, per il mondo progressista di Anagni, è che, Segretario a parte, dalle schermaglie nasca un Pd in qualche modo pacificato. Che possa finalmente ripartire e ricominciare a fare attività politica in  città.