Elezioni, verso l’Election day: o metà o fine settembre

Via alla discussione sulla data delle elezioni. O il 13-14 settembre o due settimane più tardi. Le opposizioni chiedono più tempo per raccogliere firme e documenti. Sarà election day. E quindi un giiudizio su Governo e presidenti di regione durante la pandemia di covid

La prima ipotesi è il 13-14 settembre, l’altra data sul tavolo è due settimane più tardi e cioè il 27-28 settembre: in entrambi i casi sarebbe un election day nel quale concentrare le elezioni Regionali, Comunali, Suppletive ed il referendum sul taglio dei Parlamentari rinviati a causa della pandemia. Se n’è parlato oggi in Consiglio dei Ministri per avviare il dibattito interno alla maggioranza ed individuare un punto di equilibrio anche con le opposizioni.

L’emendamento Bilotti

A lanciare la discussione è stata la deputata Anna Bilotti (M5S) con un emendamento al Decreto Legge Elezioni presentato in commissione Affari Costituzionali alla Camera. Il testo prevede un ritorno al passato, con il voto scaglionato su due giorni: l’intera domenica fino alle ore 23 e la mattinata del lunedì seguente fino alle ore 15.

Una scelta ipotizzata nella convinzione che le misure di sicurezza faranno andare a rilento le operazioni di voto. Per lo spoglio si inizierà con lo scrutinare le schede delle suppletive per le elezioni politiche, quindi il referendum sul taglio dei parlamentari e poi le Regionali “senza interruzioni”. Lo scrutinio della Comunali è rinviato alle ore 0 di martedì.

Il Governo ha fatto propria questa ipotesi e l’ha formulata nella seduta di oggi del Consiglio dei Ministri. Ma non c’è condivisione per ora con le opposizioni. Che chiedono più tempo. Perché dalla data del voto dipendono, a catena, una serie di interventi sulle date di presentazione delle liste e sul numero di firme, visto che le scadenze cadrebbero nel mese di agosto.

Parte da oggi la verifica con le Regioni ed anche con le varie forze politiche: si punta ad arrivare ad una soluzione condivisa già per la seduta di martedì prossimo.

Due settimane in più

I seggi Foto (Imagoeconomica)

Il centrodestra chiede due settimane in più. Per Fratelli d’Italia la prima data utile praticabile è il 27 settembre. È l’onorevole Giovanni Donzelli a sostenere che permetterebbe “a tutti di svolgere la raccolta firme e la campagna elettorale. Al momento sono ancora vietate le riunioni di Partito sui territori, come si può pensare di anticipare il voto?“.

Anche Sinistra Italiana chiede più tempo ritenendo la data di metà settembre ‘improponibile per ragioni tecniche e di partecipazione democratica‘: lo ha sostenuto Paolo Cento, responsabile Enti locali del Partito dichiarandosi favorevole ad un election day. Chiede però “una data che consenta un confronto elettorale vero, una raccolta delle candidature e delle liste in tempi ragionevoli e non a Ferragosto“.

Forza Italia parla di “Un colpo di mano della maggioranza nel tentativo di favorire alcuni governatori in bilico“. Lo ha sostenuto Francesco Paolo Sisto, capogruppo azzurro in commissione Affari Costituzionali. Ritiene che votare il 13 settembre contravvenga a due regole: l’intesa di individuare la data tutti insieme e dover depositare le liste in piena estate.

Per Igor Iezzi (Lega) “la data del 13 settembre non ha veramente senso. Non si riuscirebbe a fare campagna elettorale e dovremmo andare a rompere la scatole ai cittadini ad agosto…“. Anche lui chiede un paio di settimane in più.

Il giudizio sul Governo

Giuseppe Conte

L’accorpamento delle elezioni trasformerà il voto in un giudizio sull’operato del Governo in questo periodo di Coronavirus. In base anche all’andamento della curva epidemiologica, dell’andamento della Fase 2. Un giudizio che peserà allo stesso modo sui Governatori di Regione: in particolare quelli che sono stati in prima linea. Al voto ci andranno Campania, Liguria, Marche, Puglia, Toscana, Veneto e Valle d’Aosta.

Ci sono inoltre oltre mille Comuni interessati al rinvio che è stato approvato dal Cdm. Tra loro anche quindici capoluoghi di provincia e quattro di Regione: Venezia, Reggio Calabria, Trento, Bolzano e Arezzo

In provincia di Frosinone sono chiamati alle urne in otto: Belmonte Castello, Ceccano, Cervaro, Guarcino, Fontana Liri, Patrica, Pontecorvo, Trevi nel Lazio.