Eurovelo, Bicitalia, Basso Lazio: la Ciclovia BasLa si farà

La Regione finanzia il progetto dell’ormai Camera di commercio di Frosinone e Latina. Nell’Eurovelo, la rete ciclabile europea, anche le piste ciclabili Valle del Liri e Valle del Sacco: un doppio itinerario da 200 chilometri tra le ciclovie nazionali Francigena e del Sole. La Giunta Rocca investe oltre 32 milioni di euro. Diventerà realtà l’idea lanciata dall’ex presidente Pigliacelli con il compianto dirigente Proia. E portata a meta da Acampora, “eroe dei due mondi” che non si parlano ancora abbastanza.

Marco Barzelli

Veni, vidi, scripsi

Nell’Eurovelo, così come in Bicitalia: la Ciclovia del Basso Lazio passerà lì, nella rete degli itinerari ciclistici di valenza europea. Sono due itinerari da oltre duecento chilometri totali tra le ciclovie nazionali Francigena e del Sole. La Regione stanzia oltre 32 milioni di euro per la realizzazione del progetto. Era stato promosso dal 2019 da parte della Camera di commercio di Frosinone. È stato poi portato avanti, dopo l’accorpamento con Latina, con il sostegno del territorio.

L’idea era stata lanciata dall’ex presidente Marcello Pigliacelli e coltivata con il compianto dirigente Giovanni Proia. La Camera, interprovinciale dal 2020, va ora a meta con la guida di Giovanni Acampora: “eroe dei due mondi”, Ciociaria e Pontino, che non si parlano ancora abbastanza, come vorrebbero invece gli Stati Generali della provincia di Frosinone.  È, semplicemente, «la cerniera tra il nord e il sud Italia e i versanti tirrenico ed adriatico della Penisola».

Un progetto della Camera, col Territorio

Il passaggio di consegne tra i presidenti Pigliacelli e Acampora

Ora il Basso Lazio, nella rete regionale, italiana ed europea, avrà un unico corridoio stradale per ciclisti. Metterà insieme, principalmente, due itinerari: il “Percorso A”, 120 chilometri nella Valle del Liri (Sorano e Cassinate), e il “Percorso B”, 76.5 chilometri nella Valle del Sacco (nord della provincia e Frusinate). Sono già di per sé, per l’esattezza, 196.5 chilometri. Ma si andrà oltre i duecento perché il doppio tragitto verrà inglobato nella ciclopedonale lungo la storica via Francigena e nella “Ciclovia del Sole”, che taglia il Lazio.

Il progetto della Camera di Commercio è stato sostenuto dalla Provincia di Frosinone, da vari Comuni e dal Consorzio industriale del Lazio. Nonché da associazioni di settore, istituti bancari e diocesi territoriali. Porta le firme tecniche degli architetti Matteo Capuani e Luigi Compagnoni, nonché dell’avvocato Rino Liburdi, anch’egli tra i promotori e relatori. Era stato presentato cinque anni fa a Roma in occasione del “Bike summit”: il vertice di Isnart, Unioncamere, Legambiente e Legambici sull’economia del cicloturismo.

«La Ciclovia del Basso Lazio – spiegano – collega tra di loro le aree di maggiore attrattività, in particolare i siti di interesse archeologico, storico-architettonico e naturalistico. E si interconnette con le percorrenze locali, in particolare le stazioni ferroviarie e stazioni bus, i nodi di scambio e le aree parcheggio dei servizi del trasporto pubblico locale».

La Regione finanzia la Ciclovia BasLa

Il Piano regionale per la rete ciclopedonale

La Giunta regionale guidata dal presidente Francesco Rocca ha previsto la Ciclovia nel programma triennale dei lavori pubblici. Mette sul piatto 32.6 milioni di euro: quasi il 10% degli investimenti totali, quasi 364 milioni, per l’attuazione del Piano della Mobilità del Lazio: per esteso, Piano regionale della mobilità dei trasporti e della logistica, con un “codice fiscale” come sigla, Prmtl.  

Si finanzia la BasLa del Prmtl: «Un progetto che è frutto di una lungimirante intuizione avuta nel 2019 dall’allora Camera di Commercio di Frosinone – commenta Giovanni Acampora, presidente di quella che ora è la Camera del Basso Lazio -. La Ciclovia BasLa, che presto sarà realtà, si pone come un modello di turismo sostenibile. Ed oggi si candida a tutti gli effetti a divenire motore di sviluppo, innovazione e valorizzazione del territorio».

Rientra nel nuovo corso assunto dall’ente camerale delle province di Frosinone e Latina: così vicine, ma ancora troppo distanti. «La Ciclovia sarà la cerniera tra il nord e il sud Italia e porterà un indiscusso beneficio a livello turistico sul territorio – evidenzia Acampora -. Il cicloturismo, infatti, vanta numeri sempre più rilevanti. Non possiamo che ritenerci soddisfatti per questo importante risultato ottenuto».

Cicloturismo e vecchie ferrovie

La Ciclovia del Basso Lazio

Il cicloturismo sviluppa ogni anno oltre 75milioni di presenze nelle strutture ricettive nazionali: è più dell’8% dell’intero movimento turistico. Ha un valore di oltre 7.5 miliardi. Il Pib, ovvero Prodotto interno bici, mostra un giro di affari di 12 miliardi nella produzione di bici e nelle ciclovacanze. Il Lazio è attraversato da cinque itinerari Bicitalia: Romea Tiberina (Tarvisio-Roma), Tibur Valeria (Roma-Pescara), Salaria (Roma-San Benedetto del Tronto), Tratturi (Vasto-Gaeta) e Tirrenica (Ventimiglia-Latina).

Il Piano della mobilità del Lazio punta anche al recupero delle ferrovie abbandonate: chiuse al traffico, varianti di tracciato e incompiuto. L’obiettivo è il recupero di sedici linee, da integrare con percorsi secondari a minore intensità di traffico. Si parla, tra le altre, della ferrovia dismessa tra Paliano e Fiuggi: tratta da venti chilometri dell’ex Roma Giardinetti/Pantano-Frosinone. Nel Pontino, invece, c’è la pista che va dal centro al Lido di Latina: sette chilometri.  

È un progetto che, oltre a incentivare la mobilità sostenibile, avvicina il Lazio alle normative europee e nazionali in materia di tutela dei ciclisti e pedoni. Sono ormai vent’anni che le biciclette sono state inserite tra i mezzi utilizzabili nelle aree pedonali. E che esiste, espressamente, l’utente debole della strada: pedoni, disabili in carrozzina, ciclisti e chiunque meriti una tutela particolare rispetto ai pericoli della strada.

Basso Lazio in Bicitalia nell’Eurovelo

La rete di Bicitalia

Nella provincia di Frosinone il capoluogo ciociaro è ormai partito con le tanto chiacchierate “Zone 30” nelle macroaree ciclopedonalizzate. Segue il Comune di Alatri. Saranno strade, quelle con il limite massimo di velocità fissato a trenta chilometri orari, in cui i ciclisti potranno tra l’altro circolare in senso opposto ai veicoli se restano allineati alla corsia ciclabile a senso unico.

È proprio il caso di Frosinone, dove le ciclabili sono state criticate in quanto strette e unidirezionali. Sono esagerate? Non se praticamente ogni giorno muoiono investiti un pedone e un ciclista in Italia.

La Ciclovia del Basso Lazio, tornando al cicloturismo, entrerà nell’Eurovelo: la rete che attraverserà tutta l’Europa con dodici macro-itinerari: da Dublino a Mosca, da Capo Nord a Malta, dallo Stretto di Gibilterra a Cipro. Si prevede una rete ciclopedonale da oltre 65mila chilometri. Più di 16mila sono quelli che, unendo 14 grandi percorsi, tagliano l’Italia da Nord a Sud e da Est a Ovest.

Cosa prevede il Piano della mobilità

Tracciati considerati dal Piano regionale della mobilità

Nel Piano della mobilità del Lazio, tra gli itinerari nazionali della rete Bicitalia, spicca la “Ciclovia tirrenica”: 814 chilometri tra Ventimiglia e Latina. Degna di nota, al contempo, la “Ciclovia dei Tratturi”: 300 chilometri tra Gaeta e Vasto, sui passi dei pastori molisani, collegando i due punti in cui lo Stivale italico è più stretto. In entrambi i casi ci si collega con la nazionale “Ciclovia del Sole”.

Si considerano, come detto, anche le ferrovie dismesse. Ebbene, la principale è la Roma-Fiuggi-Frosinone. Sono più di cento chilometri, 103 per l’esattezza. È la ferrovia «costruita a partire dal 1012 dalla Società Ferrovie Vicinali – riporta il Piano regionale della mobilità – assecondando, nel suo percorso, tutte le sinuosità del terreno, sia per raggiungere il maggior numero di centri abitati, sia per utilizzare le sovvenzioni dello Stato riservate a percorsi superiori ai cento chilometri».

Nei piani generali, c’è anche la riqualificazione della ferrovia Veletri-Sezze-Sonnino-Priverno Fossanova-Terracina. Sono ottanta chilometri. «Il 13 agosto 1927, in seguito all’attivazione in più fasi della direttissima Roma-Napoli, dalla stazione di Sonnino – ricordano – venne attivata una variante che confluiva nella stazione di Priverno-Fossanova, per poi reimmettersi sul tracciato per Terracina».