Romoletto e la passione per il Lanerossi Vicenza (di F. Dumano)

FOTO: COPYRIGHT ARCHIVIO PIERO ALBERY

Romolo Rea è stato sindaco e consigliere regionale. Mai filoamericano quando militava nel Psi, ma neanche filosovietico ai tempi del Psiup e dentro il Prc.

Fausta Dumano

Scrittrice e insegnante detta "Insognata"

Ricordi in bianco e nero, ricordi di un’epoca che sembra lontana… nell’archivio di Piero Albery ci sono tante foto di lui: fissa l’attenzione sul signore con la barba.

La storia di quegli anni l’ha scritta pure lui. Romolo Rea, da sempre  Romoletto, da sempre impegnato in politica, uno dei primi ad arrivare con il cellulare nel salotto culturale della piazza.

Ricordi in bianco e nero, ricordi non solo politici: con lui ho scoperto sigle e gruppi dell’atomo frastagliato della sinistra extraparlamentare: dal Psiup  Partito Socialista di Unità Proletaria al meno famoso  Mls Movimento dei Lavoratori per il Socialismo.

Il volto politico di  Romoletto è noto: sindaco di Arpino, consigliere regionale del Lazio eletto nella lista di Rifondazione Comunista, presidente dell’Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale della Provincia di Roma che sovrintendeva all’immenso patrimonio di case popolari nell’area.

Non è mai stato filoamericano quando militava nel Psi, ma neanche filosovietico ai tempi del  Psiup e dentro il Prc; Marxista si è sempre definito anche quando ha militato nell’Italia dei valori. Un socialista rivoluzionario, amante di  Cuba.

Oggi ha tanti hobbies, dalla fotografia agli animali: la sua vita è movimentata da 12 cani e diversi gatti; ma anche dai viaggi con il camper  verso mete poco ”globalizzate”.

Ricordi in bianco e nero, narrare Romoletto significa narrare un variegato mondo della politica, popolato di alleanze e scissioni. E anche raccontare la storia di una squadra: il Lanerossi Vicenza. Attorno a me il mondo si divideva in romanisti e laziali, juventini e interisti, milanisti… uno che tifava il Lanerossi Vicenza non si era sentito mai. Tutti tifavano per grandi squadre, lui invece per una squadra fuori dall’immaginario collettivo.

Chissà quante volte l’ho sentito narrare come era nata la passione per quella squadra che aveva la  R nella maglietta e la sciarpetta. Correva l’anno 1960, una figurina di un calciatore Bruno Garzena e nasce l’amore per questa squadra e da allora questo amore è sempre rimasto uguale. Le figurine dei calciatori della Panini erano un must in quegli anni.

La raccolta  delle figurine, i doppioni si scambiavano in piazza, una figurina entrata nel cuore segna la passione. Con lui ho scoperto una squadra fuori dall’immaginario collettivo. E che per essere alternativi a volte basta poco, ad esempio amare una intrecciata con il filo di lana su una divisa a strisce bianche e rosse.