Il dottor Capperucci ed il periodo dei belli in ospedale

Foto: © Archivio Piero Albery

Il dottor Gino Capperucci ed il periodo in cui all'ospedale di Arpino arrivavano solo giovani e belli. E scoccava l'amore

Fausta Dumano

Scrittrice e insegnante detta "Insognata"

Ricordi in bianco e nero… poi un giorno all’ improvviso arrivò lui dalla Toscana:  Gino Capperucci un nuovo medico nell’ospedale di Arpino. In quegli anni Arpino aveva il suo ospedale  dove fantasia leggenda e realtà si fondono. In quegli anni accanto al nome  Santa Croce un folletto inviato da Cupido  ingarbugliava i cuori e proprio dentro l’ospedale  nascevano incredibili storie d’ amore.

Cupido in quegli anni inviava solo medici e infermiere belle e poi lanciava frecce. Spesso nel salotto  della piazza le voci correvano, mescolando fantasia e realtà. Non mi ricordo come fu ma una mattina in piazza in quel salotto ci  stava il dottor Gino Capperucci, un alone di mistero lo circondava. Si narrava fosse erede di quel lontano omonimo Gino  Capperucci, un barbiere antifascista stragista di cuori.

Io non so, sin da ragazzina ho avuto un debole per le storie d’amore. Mai  creduto all’amore eterno, ma a quello che si rinnova a quello capace di sfidare quel brusio di chi critica e giudica sempre. Le persone coraggiose mi sono sempre piaciute, soprattutto leali. Quel brusio lui l’ha messo a tacere sedendo pubblicamente con la bella infermiera.

Ricordi in bianco e nero ogni tanto perdo gli sviluppi delle storie. Di certo di lui sappiamo che è uno di quegli eroi di quel pianeta Sanità, turni estenuanti  in un clima sempre di emergenza. Tempi moderni:  il medico è molto social, primario chirurgo molto stimato ed apprezzato. La sua bacheca è un continuo “Grazie per…”.

Ricordi in bianco e nero di certo ha sempre fumato e fuma ancora. Tra le più belle dichiarazioni d’amore certamente quella di una delle sue figlie  Chiara ”A mio padre da cui ho imparato che ogni cambiamento implica una grande dose di coraggio”. Pur non essendo di Arpino il dottore si è dedicato alla ricerca della storia locale, richiamando l’attenzione del carcere che si trovava in via vittoria colonna. Di certo ha scritto tante pagine con il suo amico Domenico, imprenditore al limite dell’incoscienza: la Panda di due colori piena di mille cose. Ma adesso Domenico Di Folco con i suoi tic è un’altra storia. (leggi qui tutti i Ricordi in Bianco e Nero)