La spaccatura è servita. Su un piatto d’argento e di fronte a tutti.
Se qualcuno pensava che l’incontro avvenuto ad Alatri nelle settimane scorse tra il parlamentare europeo Antonio Tajani, il consigliere regionale Mario Abbruzzese e l’ex deputato Antonello Iannarilli fosse il segnale di una rappacificazione, allora deve rivedere i suoi conti. Forza Italia continua ad essere divisa in gruppi di bande, armate politicamente l’una contro l’altra.
La conferma è arrivata nella maniera più plateale: a Frosinone, lunedì sera, in una sala riservata all’Hotel Cesari, durante la riunione del Coordinamento Provinciale convocato da Pasquale Ciacciarelli.
Non si sono presentati nomi come Antonello Iannarilli, il vice coordinatore provinciale Alessia Savo, il già candidato al parlamento europeo Silvio Ferraguti, l’ex presidente dell’Aeroporto di Frosinone Gabriele Picano, gli assessori provinciali Vittorio Di Carlo e Gianluca Quadrini. Se si siano messi d’accordo non si sa: loro giurano di no. Ma l’affronto a Mario Abbruzzese è stato evidente.
Era una riunione durante la quale gettare le basi per le alleanze da stringere durante le prossime elezioni che rinnoveranno buona parte delle amministrazioni comunali in provincia di Frosinone. Al punto che sono partiti segnali chiari verso Nuovo Centro Destra e Fratelli d’Italia, affidati all’intervento di Danilo Magliocchetti: “Alle prossime elezioni siamo disposti a correre con chiunque voglia farlo al nostro fianco, ma non siamo disposti a rincorrere nessuno”. Un invito al dialogo ed all’unione delle forze per non disperdere voti.
Un messaggio forte che però è risultato indebolito in maniera decisiva proprio dalle assenze. Come può un Partito invitare gli altri all’unità del Centrodestra quando non riesce a tenere insieme grossi pezzi al suo interno? E se si stringe un’alleanza con Forza Italia, chi assicura il contraente che invece non se ne esca un Antonello Iannarilli o un Gabriele Picano e non rispettino il patto ma si schierino invece con una lista avversaria?
Eppure, proprio per evitare di prestare il fianco all’ex deputato di Alatri, era stato deciso di non convocare il Coordinamento presso la sede provinciale del Partito, in modo che non potesse disertare dicendo “Non partecipo a riunioni convocate presso la sede di un onorevole” (la provinciale sede di Forza Italia è nello stesso edificio in cui c’è l’ufficio di Frosinone del consigliere Mario Abbruzzese). Ma non è bastato.
Il segnale a Mario Abruzzese è stato mandato. Ma il segnale ancora più chiaro è quello inviato a Forza Italia, è un altro: gli assenti vogliono avere le mani libere durante le prossime elezioni comunali. Non rispetteranno le indicazioni di Partito se non gli faranno comodo. Rischiando di seminare una serie di mine vaganti sulla strada del centrodestra verso le elezioni comunali.
Il rischio di un altro suicidio politico non è remoto.