Fratelli d’Italia, Tiero show e gli altri Partiti lo snobbano

Numerosi invitati hanno declinato l'invito al Congresso provinciale FdI a Latina. In assenza di importanti figure politiche, il Partito sembra chiuso e privo di forza. Nicola Calandrini mantiene la sua carica, nonostante...

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

Essere trenta e pensarsi tre: questa è la pena di Fratelli d’Italia a Latina. Si muovono come quattro amici al bar e invece sono una opinione pubblica. Al Congresso provinciale del Partito che è cominciato ieri e si conclude oggi con il voto sul Segretario, al Teatro D’Annunzio a Latina noti che sono pochi gli invitati che hanno accettato. In molti dagli altri Partiti non sono andati.

Alessandro Paletta dell’Udc porta i saluti del suo Partito: Partito alleato. È di tradizione democratico cristiana e conosce i riti della politica. Ma è l’ unico, non c’è Forza Italia, non c’è la Lega, non ci sono gli altri, gli avversari. Un  poco come quando a Natale hai invitato parenti e amici ma nessuno viene e non puoi giocare a tombola.

Lo show di Tiero

Ma c’è Enrico Tiero che con gli alleati avversari ci ha giocato fino a qualche ora prima. Lui è attoriale, pare uscire dalla scuola di Arte Drammatica: sapeva che la scena era del coordinatore provinciale Nicola Calandrini e dell’ex sindaco Vincenzo Zaccheo con l’assessore regionale Elena Palazzo e Vittorio Sambucci. Tiero la scena se l’è ripresa facendo credere di uscire per restare, entrando al Congresso con aspettative dopo che tutto avevano toccato il possibile sconquasso per la sua eventuale uscita. In pratica?

Appena ventiquattrore fa i titoli dei giornali ventilavano l’ipotesi di un suo drammatico addio a Fratelli d’Italia con destinazione Forza Italia e con mille buone ragioni politiche per andarsene. I calcoli gli assegnavano metà delle tessere fatte in provincia dal Partito e nonostante questo giuravano non sarebbe andato. Avrà tanti difetti, ma è vivo. (Leggi qui: Forza Italia raddoppia: dopo Tripodi anche Tiero?).

Non c’è il presidente della Provincia Gerardo Stefanelli e nemmeno un suo delegato. Non ci sono i sindaci: eppure col 30% dei consensi sei una istituzione. Millanti filiera di governo e non mostri manco ago e filo per rappezzare uno strappo.

Tante debolezze non sono una forza

Nicola Calandrini vota al Congresso provinciale

La politica è fatta di segni e il Partito resta chiuso. Enrico Tiero tiene il telefono rosso per gestire le crisi, Nicola Procaccini è stretto dall’impegno elettorale che questa primavera lo vedrà impegnato a difendere il seggio a Bruxelles. L’Area vasta degli ex An ancora non è pronta. Insomma tante debolezze non fanno emergere una forza. 

Perché gli altri non ci sono andati? Non considerano il Partito come un interlocutor, dotato della necessaria capacità di governo? Lo immaginano come un fenomeno passeggero che presto verrà stritolato dalla finanza mondiale? Questo “non è bene”. Nicola Calandrini resta al suo posto, coordinatore del Partito provinciale, ma non si è accorto che è cambiato il posto.