Frosinone, a sinistra c’è una prateria ma il Pd non la vede

C'è una prateria immensa nella quale il Pd potrebbe galoppare a Frosinone. ma non lo fa. Colpa anche di un Partito che non ha ricostruito il suo gruppo dirigente. Il Gruppo consiliare è isolato. Ed il centrodestra si appropria dei temi. Su altri, come i camion sulla Monti Lepini, non vede l'evidente

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

Quello che sta accadendo in Puglia ed in Piemonte tra il Partito Democratico ed il Movimento 5 Stelle è sintomatico della guerra in atto a sinistra per conquistare la leadership della colazione. In Puglia nei giorni scorsi è scattata un’inchiesta su favori in cambio di voti alle elezioni: coinvolge esponenti del Pd, gli alleati del M5S hanno deciso di uscire dalla Giunta Emiliano. Ancora a trazione Dem, percentuali elettorali storiche alla mano.

Il leader dei pentastellati Giuseppe Conte sta tessendo tela di Penelope, consapevole che il sorpasso sul Partito della Schlein sia realisticamente alla portata. Gli ultimi sondaggi Ipsos in vista delle prossime Elezioni Europee dicono che il Partito Democratico potrebbe ottenere il 19% delle preferenze e 17 seggi. Seguito dal Movimento Cinque Stelle che è proiettato al 17,4% e potrebbe ottenere fino a 16 seggi. Giuseppe Conte quindi di giorno stringe accordi con il Pd per le amministrazioni comunali che vanno al rinnovo nel 2024. Di notte cannoneggia il suo alleato con tutta l’artiglieria disponibile.

L’obiettivo M5S, non dichiarato ma manifesto, in prospettiva elezioni Europee è quello di arrivare prima del Pd: anche con lo zero virgola. Serve ad accreditarsi come guida della coalizione di sinistra. Con o senza Campo largo. La rappresentazione plastica di questo stato cose l’ha resa il leader di Azione, Carlo Calenda. Il quale l’altroieri ha profetizzato “Conte sarà il Dracula del Pd“.

Lo scenario opposto

Norberto Venturi ed Angelo Pizzutelli

Quello pugliese è uno scenario diametralmente opposto a quello che si registra invece a Frosinone. A sinistra c’è praticamente un’autostrada per chi desidera percorrerla. E raggiungere gli spazi grillini svuotatisi in poco tempo. Il M5S di fatto è scomparso: non solo dal Consiglio Comunale ma letteralmente dalla vita politica del Capoluogo.

Di altre forze politiche di sinistra ufficialmente riconosciute con tanto di Segreterie cittadine attive c’è solo il Partito Socialista. Con il quale i rapporti del Pd sono interrotti ormai da anni. La formazione guidata da Gianfranco Schietroma e Vincenzo Iacovissi in questi anni ha visto migrare verso il Pd alcune sue figure autorevoli come Norberto Venturi ed Angelo Pizzutelli. Ma erano tempi in cui Grillo ancora urlava per le piazze ed era ben lontano dal varare una formazione di Governo.

Nel capoluogo ciociaro il Pd, nonostante sia stato il primo Partito nelle Comunali 2022 (12.49%) ed il secondo alle Regionali 2023 (18.93%) e nonostante le diverse individualità di spessore presenti in aula consiliare, stenta evidentemente ad accreditarsi come forza catalizzatrice e trainante della intera opposizione.

Prateria per aggregare

Luca Fantini, Segretario provinciale Pd

Un problema sul quale incide anche l’assenza di un raccordo reale con il Circolo cittadino. Manca un Segretario al Pd di Frosinone: che organizzi gli attivisti, raccolga i segnali dalla città, faccia la sintesi e li trasmetta al Gruppo in Consiglio comunale affinché li trasformi in interrogazioni, proposte, dibattito, azioni.

Oggi, tutto è affidato al Gruppo consiliare. La massa di preferenze che hanno messo sul piatto gli eletti li legittima nella più totale completezza. Mai tanto da poter surrogare un Circolo politico con la sua organizzazione e la sua capillarità. Mancando un Partito forte alle spalle del Gruppo manca la spinta ad individuare una leadership autorevole cui affidare in Aula il compito di aggregare il resto dell’opposizione per mettervisi alla guida. La conseguenza è che l’azione di dissenso verso il Governo Mastrangeli risulta debole.

Il capogruppo Angelo Pizzutelli sta facendo di tutto per aggregare e saldare. Ma senza la forte azione del Partito alle spalle è difficile ottenere la spinta necessaria. A sinistra nel Capoluogo c’è una prateria che può essere percorsa con idee, proposte, progetti, programmi e visione della città. Eventualmente anche per costruire una candidatura a sindaco nel 2027, alternativa al centrodestra.

La nuova scala di valori

Germano Caperna

A cambiare le regole del gioco sta intervenendo un radicale cambiamento degli elettori e della loro percezione della politica. Le elezioni Comunali vengono viste sempre più in chiave amministrativa e sempre meno in funzione delle bandiere di Partito. Si spiega così il ruolo sempre più centrale delle formazioni Civiche.

In taluni casi si sono generati in maniera più o meno spontanea campi ultra larghi, fino a qualche tempo fa impossibili anche solo da immaginare. A Ferentino il sindaco Dem ha in maggioranza esponenti civici che fuori dal municipio stanno con Lega e Fratelli d’Italia; a Sora il sindaco è stato per una Consiliatura il capogruppo della Lega ma questo non gli impedisce di governare con il Pd che anzi lo ha sostenuto nella sua scalata alla Provincia. Veroli sta assistendo ad un fenomeno analogo ed intorno alla candidatura di Germano Caperna si stanno riunendo elementi di centosinistra e centrodestra. Aquino vede il sindaco FdI con il presidente del Consiglio Comunale del Pci. Non sono inciuci ma aggregazioni naturali nel momento in cui si ammainano le bandiere.

Non c’è motivo per il quale Frosinone debba essere immune da questo che non è più un fenomeno ma una costante.

La perdita dei temi

Nanni Moretti (Foto: Paolo Cerroni © Imagoeconomica)

Il Pd in questi anni a Frosinone ha assistito anche alla perdita dei suoi temi più identitari. Se ne sono appropriati gli avversari di centrodestra. Parafrasando Nanni MorettiChi a Frosinone oggi dice qualcosa di sinistra?“.

Tanto per fare un esempio. Intelligentemente uno dei temi storicamente cari alla sinistra, il cosiddetto welfare sociale fu fatto proprio nel 2012 dall’allora sindaco di centrodestra Nicola Ottaviani, non a caso oggi parlamentare della Repubblica. Che appena eletto, con il progetto Solidiamo (finanziato con la decurtazione del 50% delle indennità di sindaco, assessori e consiglieri comunali, da destinare agli studenti e agli anziani) ha di fatto sottratto alla sinistra l’importante tematica di dialettica politica e di confronto.

La valenza dell’iniziativa, dal punto di vista dell’impatto sul sentiment dei cittadini è stata talmente positiva che l’attuale sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli (civico di indicazione leghista) l’ha prevista nel suo programma di governo e coerentemente riconfermata per tutto il suo mandato. Anche se con numeri differenti. Ma questa è un’altra storia.

Se anche Unindustria deve surrogare il Pd

La presidente di Unindustria Frosinone Miriam Diurni (a destra) ed il direttore Pamela Morasca

Il dato oggettivo è che chi vuole fare politica di centrosinistra a Frosinone, chi vuole proporre qualcosa di alternativo al centrodestra, oggi ha ampi spazi di manovra, di stimolo, di proposta, dibattito e confronto. Un altro esempio: sulla chiusura al transito della Monti Lepini ai mezzi pesanti, solo Unindustria ha fatto sapere come la pensa. Poi il vuoto. L’ennesimo.

Eppure ci sono i numeri del professor Giorgio Buonanno dell’Università di Cassino che fanno il giro del mondo, appaiono su pubblicazioni scientifiche di importanza globale. Danno una chiave di interpretazione del tutto differente ai dati sullo smogo. Ma a Frosinone sembrano non conoscere i lavori dell’insigne cattedratico. (Leggi qui: E ancora non misuriamo le polveri sottili più pericolose).

Ha dimostrato in maniera inoppugnabile che ad inquinare l’aria sono soprattutto le caldaie dei riscaldamenti e che il traffico incide ma in maniera minore. Bloccare i camion sulla Monti Lepini servirà a rendere più complicata la vita alle poche imprese nell’area. Ed a dire, nel mese di maggio, che il Comune di Frosinone è riuscito ad abbassare l’inquinamento. Che in realtà si è abbassato perché abbiamo spento caldaie e termosifoni.

Nessuno nel Pd ha alzato il dito per contestare la cosa e fare tana sull’operazione che si prepara per maggio. Lasciando liberi chilometri di prateria.