Auto in fiamme, morti e scippi in una città senza un centro (di L. D’Arpino)

Foto: © Nando Potenti

Frosinone non è più quella tranquilla città immersa nell'oblio tra Roma e Napoli. Lo ricordano gli scippi allo Scalo, i due giovani morti al Multipiano in pochi giorni, le auto incendiate su via Aldo Moro per una rapina. In una città alla disperata ricerca di un punto d'equilibrio.

Luciano D'Arpino

Giornalista, Regista e Autore teatrale, dirige la redazione di Frosinone de 'Il Messaggero'

di Luciano D’ARPINO per IL MESSAGGERO

Auto incendiate di notte nella centralissima via Aldo Moro per tentare un improbabile colpo in un gioielleria. Scene da guerriglia urbana arrivate al termine di un settimana terribile che ha visto anche un altro giovane morto nel famigerato Multipiano di Viale Mazzini. È il secondo cadavere ritrovato nel giro di 15 giorni. Pendolari aggrediti e scippati nel quartiere Scalo al termine di una giornata di lavoro.

Da più parti, a gran voce, si chiede un vertice immediato in Prefettura per garantire più sicurezza. Lo stesso sindaco Nicola Ottaviani ha invocato pattuglie fisse vicino alla stazione, nelle ore notturne, per garantire l’incolumità delle persone. Le 300 telecamere installate dal Comune in tutta la città evidentemente non bastano. Ma cosa sta diventando Frosinone? Dov’è finita quell’immagine di oasi della tranquillità tra Roma e Napoli?

Il capoluogo è in cerca di un centro di gravità permanente che le dia anche una identità precisa perduta da decenni. È sintomatico che sia sempre mancata una piazza riconosciuta da tutti come luogo di ritrovo principe. Se manca un centro, manca l’identità e tutto diventa periferia e il degrado, come le erbacce, prende il sopravvento.

Per gli abitanti della parte alta il centro è quello storico, attorno al campanile, anche se nelle strade più interne resta ancora il deserto con le saracinesche dei negozi chiuse e qualche sporadica iniziativa per rianimare quella zona.

Per gli abitanti della parte bassa, invece, il centro è via Aldo Moro, la strada dello shopping, con i suoi palazzi diseguali e l’urbanistica disordinata degli anni ‘60 e ‘70. Un vero pastrocchio.

Gli amministratori attuali stanno cercando di creare dal nulla questa piazza nel Parco del Matusa, dove il Frosinone calcio ha costruito i suoi successi che hanno coinvolto una città intera. Ora ci si vuole provare facendo diventare l’area del vecchio stadio un’arena permanente con spettacoli ed eventi di ogni genere. Iniziativa lodevole ma da sola non basta perché poi è la gente che decide dove stare e dove incontrarsi. Certo verrebbe aiutata se in quel posto trovasse eventi di qualità e non cose raffazzonate alla meglio.

Staremo a vedere. Di sicuro alla città dell’insicurezza va contrapposta l’idea di una città della cultura e dello spettacolo tutta da costruire. Con pazienza, ma senza tentennamenti, con il contributo di tutti.

Da noi il Centro è un traguardo e non un punto di partenza.

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