Frosinone, il punto della maturità

Il pari col Toro non è solo un buon risultato per la classifica ma rivela una squadra che ha ormai acquisito personalità e fiducia a prescindere dagli interpreti. Di Francesco sempre più padrone della situazione: è entrato nelle teste dei giocatori che lo seguono ad occhi chiusi

Alessandro Salines

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Dentro un punto si può trovare un mondo. E nel punto conquistato dal Frosinone c’è davvero tanto. Molto di più di un risultato positivo che allunga la serie utile in casa (5 vittorie e 2 pareggi) e muove la classifica in chiave-salvezza. Lo 0-0 col Toro ha rivelato una volta per tutte che il Frosinone è una squadra che ha ormai acquisito la maturità necessaria per ben figurare in un campionato durissimo come la Serie A.

Diciamola tutta: le assenze a centrocampo, unite a quella di Marchizza (nelle ultime ore si è operato ai flessori della gamba sinistra, tornerà a primavera) erano davvero pesanti malgrado Di Francesco abbia cercato di mascherare l’emergenza. E’ come se l’Inter si trovasse contemporaneamente senza Barella, Mkhitaryan, Calhanoglu e Dimarco. Insomma il rischio di naufragare era alto. Ed invece il gruppo ha risposto con personalità, spirito di corpo e qualità. Tutti per uno, uno per tutti.

“Questa squadra mi sorprende giorno dopo giorno – ha detto quasi emozionato Di FrancescoVe lo aveva detto che avremmo fatto una grande prestazione. Abbiamo giocato contro un Torino di valore assoluto, allenato dallo stesso tecnico da tempo e infatti si vede che vanno alla ricerca di una serie di dettami ben chiari. Da parte nostra abbiamo interpretato la gara anche a livello tattico in maniera perfetta, creando tante opportunità”.

Coraggio ed equilibrio

Kaio Jorge all’esordio dal 1′

Malgrado le defezioni, il cambio di modulo e interpreti il Frosinone non si è snaturato. Tenendo la barra dritta, rispettando la filosofia che ha sposato dall’inizio del ritiro. Dimostrando una forza mentale anche in quei giocatori poco utilizzati. Pensate che Kaio Jorge era all’esordio dal 1’ e Lulic al debutto in assoluto in campionato.

Ha attaccato col solito piglio, costruito tanto gioco e diverse occasioni. È mancato solo il gol. Poi ha saputo soffrire e difendersi con ordine nel finale quando il Torino ha cercato l’assalto. Non è un caso che a distanza di oltre 3 mesi (2 settembre ad Udine) Turati ha ritrovato un clean sheet che ha soddisfatto non poco Di Francesco. “Abbiamo concesso solo il palo a Ilic nei primi 70’ – ha aggiunto il tecnico del Frosinone – Le nostre occasioni con Garritano, Ibrahimovic e Kaio Jorge sono state davvero importanti. Non l’abbiamo messa dentro, nel finale il Torino ha poi indirizzato la gara sul piano fisico ma siamo riusciti a tenere botta”.

Non bisogna mai perdere l’umiltà anche se abbiamo fatto i cambi per vincere, dando tutto per i 3 punti e non per il pareggio. Abbiamo fatto un ottimo clean sheet che non facevamo da tempo. Bene, ci vedo tante cose positive”.

L’abnegazione del gruppo

Garritano è rientrato in squadra dopo 4 turni (Foto: Serena Campanini © Ansa)

Il punto col Toro ha confermato quanto i giocatori del Frosinone siano votati alla causa. Un gruppo giovane, inesperto, con qualche limite com’è normale che sia ma con una grande volontà e determinazione. Tanto spirito di sacrificio se si pensa che alcuni elementi venivano da infortuni. Nessuno si è tirato indietro. Tutti si sono fatti trovare pronti alla chiamata del tecnico. Sia dall’inizio che in corso d’opera.

La disponibilità è uno dei segreti della squadra giallazzurra. “Questi sono ragazzi che se si allenassero a due all’ora e non riuscissero a mettersi a disposizione del proprio allenatore e dei compagni non potrebbero ottenere questi risultati” ha sottolineato Di Francesco.

Il vantaggio di farsi trovare pronti è esplicitato da queste partite. E’ la mentalità che deve accompagnare questi giocatori, non dimentichiamo chi avevamo oggi in attacco per età (Soulé 2003, Kaio 2002 ed Ibrahimovic 2005 ndr). Qualche ingenuità l’abbiamo commessa ma mi tengo stretto la loro spensieratezza, la voglia, la determinazione. Devono continuare su questa strada”.

La mano di Di Francesco

Di Francesco ha costruito un gruppo molto unito

Di settimana in settimana il tecnico giallazzurro è sempre più padrone della situazione. I giocatori lo seguono ad occhi chiusi, è entrato nelle loro teste. Monta, smonta e rimonta i pezzi ed il giocattolo continua a funzionare. Di Francesco ha forgiato un gruppo a sua immagine e somiglianza, ha trasmesso una cultura del lavoro importante e formato un’identità. Sa maneggiare il talento dei giovani, un compito non sempre non facile. E’ riuscito a motivare l’intera rosa, concedendo occasioni praticamente a tutti. Senza preclusioni e pregiudizi.

La partita col Toro è stato un bignami pur non vincendo. Di Francesco ha cambiato modulo, schierando un 3-4-3 offensivo ma equilibrato. Si è inventato Garritano esterno destro di centrocampo (non giocava dal 29 ottobre a Cagliari), ha affidato la mediana a 2 ragazzi poca esperienza come Brescianini e Gelli e lanciato dal 1’ Kaio Jorge. Nella ripresa ha pure inserito Lulic all’esordio in campionato dopo l’apparizione in Coppa Italia. In emergenza a centrocampo ed in difesa ha presentato una formazione battagliera che ha messo in seria difficoltà il Torino. Se avesse vinto, sarebbe stato il capolavoro della stagione.

Dentro un punto si può trovare un mondo.