Frosinone, io speriamo che me la cavo

La votazione imminente sul Bilancio di previsione 2024-2026 diventerà un momento cruciale per entrambe le parti. Il conto passerà senza problemi. Ma bisognerà vedere se ci saranno astensioni o assenze strategiche. Tanto nella maggioranza quanto nell'opposizione

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

La premessa è doverosa. Quello che sta accadendo da qualche tempo nella maggioranza che governa il Comune di Frosinone non è qualcosa di straordinario. La vivacità interna che agita la squadra del sindaco Riccardo Mastrangeli non è tanto diversa da buona parte delle amministrazioni italiane. Pur con delle differenziazioni particolari.

In ogni amministrazione ci sono gli scontenti, i delusi, quelli che ambiscono legittimamente a fare l’assessore. Ci sono i rapporti personali, scanditi dalle umane simpatie e dalle antipatie. Ci sono quelli che pensano di essere il nuovo De Gasperi 3.0, quelli che non si sentono sufficientemente valorizzati, quelli che si sentono esclusi dal cosiddetto cerchio magico. A torto o a ragione che sia.

Tutte situazioni normali, riscontrabili in tante altre amministrazioni italiane.

LE PARTICOLARITÀ DI FROSINONE

Ragionando per paradossi: se a Frosinone ci fosse la possibilità di avere 22 assessori, tanti quanti sono i Consiglieri di maggioranza, il 90% della vivacità interna sarebbe automaticamente risolta. Il restante 10% rimarrebbe: perché qualcuno non sarebbe contento della delega ricevuta, ritenendo di non essere stato valutato per ciò che realmente vale.

Ma molti si accontenterebbero. Perché oltre al prestigio di fare l’assessore, sul piatto c’è anche il non trascurabile fattore degli emolumenti per chi siede in Giunta. E la cosa ingolosisce. Tanti. L’appannaggio dell’assessore di un Comune Capoluogo è stato deciso da una Legge dello Stato. L’ultimo aumento è stato determinato ad inizio anno, non è una scelta dell’Amministrazione. Se esiste un divario enorme (come oggettivamente esiste) tra il gettone del Consigliere Comunale e l’indennità assessorile, non è colpa del sindaco.

Va acquisito così per quello che è dal punto di vista normativo. Non tutti l’hanno capito. E nemmeno accettato.

I NUMERI DELLA MAGGIORANZA

Riccardo Mastrangeli

Riccardo Mastrangeli è stato eletto sindaco nel 2022 con una maggioranza schiacciante. Sulla carta ha 22 voti disponibili, l’opposizione ne può vantare appena 11. Facendo ricorso poi sistematicamente alla seconda convocazione (quando gli argomenti vengono portati in Consiglio per la seconda volta e servono meno voti) il centrodestra può approvare con assoluta tranquillità qualsiasi delibera. Da qui a fine consiliatura.

Nonostante questo, l’altra sera nel consiglio Comunale ordinario alcuni documenti sono stati approvati con appena 12 voti dei Consiglieri presenti in Aula. Per poco non è mancato il numero legale. Troppe le assenze, tra i banchi della maggioranza: non tutte giustificate o giustificabili. Non è una cosa normale. Specialmente dopo meno di 2 anni dall’inizio della consiliatura.

Lo “scazzo“, il disinteresse, il rilassamento, la scarsa concentrazione del consigliere comunale di solito si registrano quando mancano pochi mesi alla fine del mandato.

L’IMPALPABILITA’ DELL’OPPOSIZIONE

I banchi dell’opposizione

Sull’assenza ingiustificata dell’opposizione al Comune Capoluogo è stato ampiamente dibattuto. Non vale la pena tornarci, se non evidenziarlo come un fatto lucidamente oggettivo. Ed anche questa non è una cosa normale. Perché fare opposizione significa mordere la maggioranza ai polpacci. Solo che per poterlo fare bisogna studiare per essere all’altezza di mettere in difficoltà chi amministra. (Leggi qui: L’evanescenza dell’opposizione che rischia di subire la sua indolenza).

Circostanza che a questo punto rappresenta un ulteriore elemento di forza e di tranquillità per la maggioranza. È talmente oggettiva la scarsa percezione dell’opposizione consiliare (leggasi: l’assenza) che la maggioranza è costretta a farsela da sola. Per paradosso, questo rappresenta il vero problema di questa maggioranza: deve confrontarsi con un’opposizione che nasce al suo interno, generata anche dall’assenza di un avversario esterno di fronte al quale fare massa critica e compattarsi.

Ed è veramente ulteriormente paradossale constatare che su ogni tematica di particolare interesse per la città, ci debbano essere sempre dei distinguo all’interno della maggioranza. Dalla viabilità cittadina alle piste ciclabili, dalle Zone 30km alle politiche per l’ambiente, dalla viabilità su via del Casone al forno crematorio, alle strutture sportive comunali. Su ogni cosa c’è chi la pensa in maniera diversa, tra i consiglieri di Mastrangeli.

LE VISIONI DIFFERENTI

Da un lato va anche bene: la pluralità di idee e di opinioni è sintomatica di confronto, dialettica e di individuazione di soluzioni non completamente valutate prima. Ma spesso non è così. E gli effetti si vedono nella scarsa partecipazione al Consiglio comunale, alle Commissioni o alle riunioni di maggioranza. È pur vero che anche l’assenza è un modo di fare politica: ma essere Consigliere o Assessore Comunale dovrebbe essere una gratificazione conquistata sul campo. Non un fastidio.

L’assenza, le interrogazioni alla propria maggioranza, le istanze di Accesso agli Atti, le minacce di ricorrere al Tar, sono diventate un modo per dimostrare al sindaco il proprio “malessere interiore“. È chiaro che la madre di tutte le battaglie è rappresentata dal voto sul Bilancio di previsione 2024-2026 che verrà discusso probabilmente a fine mese in Consiglio comunale. Sarà un test importante per la maggioranza, ma anche per l’opposizione.

Detto subito per inciso: il Bilancio verrà approvato. Su questo non c’è alcun dubbio, perché non approvarlo significherebbe la fine anticipata della consiliatura. E a casa prima del tempo, evidentemente non ci vuole andare nessuno. Tanto a destra quanto a sinistra.

UNANIMITA’ CERCASI

È chiaro che il sindaco proverà ad avere l’unanimità della sua maggioranza, come per le altre votazioni passate sui documenti contabili. I presupposti, nonostante tutto e nonostante i sedicenti “malpancisti” ci sono. Un voto unitario e compatto di tutti i suoi 21 consiglieri rappresenterebbe una dimostrazione di grande forza, sia da parte di Mastrangeli che dei gruppi consiliari che lo sostengono. Anche in chiave elezioni Europee, dove i Partiti faranno la corsa a prendere un voto in più rispetto al proprio competitor di coalizione. Da far pesare nei mesi successivi.

Dipenderà da quanti voti verrà approvato il Bilancio. Astenersi sul principale documento di programmazione o addirittura votare contro significherebbe collocarsi automaticamente al di fuori della maggioranza di centrodestra. Con tutto quello che ne consegue, anche in funzione di aspirazioni assessorili da parte di qualcuno.

È chiaro che l’unità in sede di votazione dovrà dimostrarla anche l’opposizione. Eventuali astensioni o addirittura “soccorsi rossi” in caso di eventuali difficoltà della maggioranza, costituirebbero una ulteriore lacerante spaccatura nel centrosinistra. Veramente difficile da ricucire poi in vista di Frosinone 2027.

Per questo, ritorna alla mente la celebre frase di Ursula Kroeber Le Guin: “L’unica cosa che rende la vita sopportabile è una permanente ed intollerabile incertezza; il non sapere cosa verrà dopo“.