Gina Lollobrigida se ne va. Per diventare eterna

Ci lascia Gina Lollobrigida. Intramontabile 'bersagliera' con De Sica, tenera fata turchina con Manfredi. Con lei va via la bellezza nostrana: genuina, senza palestre né sacrifici.

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

Sotto l’obiettivo del mitico Philippe Halsman si sono accomodate dive e scienziati, presidenti e artisti. È il suo sguardo ad avere reso un’icona John Fitzgerald Kennedy ed Albert Einestein, a lui si devono alcuni scatti che hanno reso il surrealismo di Dalì vera arte fotografica. Di Gina Lollobrigida disse «Ha le forme più perfette tra tutte le attrici che ho conosciuto». Lui che scattava per Vogue.

Gina sinonimo di bellezza

Gina Lollobrigida con Vittorio De Sica in Pane Amore e Fantasia di Luigi Comencini

In Francia hanno la puzza sotto il naso. Si sentono sopra ogni cosa in campo di bellezza ed eleganza. Poi… Poi arrivo Gina Lollobrigida, una femmina fatta a forma di femmina. Una bellezza che guardandola capivi: Subiaco, il Lazio meridionale, la Ciociaria, i lepini, le balie, Giunone.

Non era bella, era stupefacente e i francesi chiamarono “Lollò” la generosità femminile. Fece cinema in una Italia che era tutta da rifare e la sua bellezza rendevano meno tristi i paesaggi italiani “spaesati” dalla guerra.

Faceva innamorare un Vittorio De Sica che era l’italiano medio nella sua idea di “recitare da maschio” rimanendo eterno bambino. Lei faceva la bersagliera, che detto oggi pare incomprensibile ma allora voleva dire chi la vita la prende di petto, di corsa, d’impeto.

Successo in Francia, successo in America posto dove noi italiani eravamo considerati gli ultimi. Ma, all’inizio del ‘900 fu la voce di Caruso a farci “umani” per gli americani, dopo la Seconda Guerra fu la sua bellezza ad annunciare il nostro boom economico, il Made in Italy. 

Tenera fata turchina

Gina Lollobrigida con Nino Manfredi in Pinocchio per la regia di Comencini

La nostra generazione l’ha incontrata in Pinocchio di Luigi Comencini in Tv. Certo stavamo dalla parte di Pinocchio però… però tutti ci innamorammo della Fata Turchina. Ci innamorammo della suo amore per quel Pinocchio che ci sentivamo anche noi.

Pinocchio le dà il crepacuore come ogni bimbo ha fatto con il suo amore, fosse mamma, nonna, fata, sorella, sogno. Così noi bimbi del boom economico abbiamo capito un poco del mondo.  

Chissà se è un caso. Le due interpretazioni che per prime vengono alla mente tra le centinaia di pellicole girate tra Hollywood e Cincecittà, diretta da maestri come Antonioni e Fellini, sono due film nei quali recitava con protagonisti che erano della sua terra. Lei di Subiaco e De Sica di Sora, Manfredi di Castro dei Volsci. Chissà se riconosceva il loro l’accento di casa, le espressioni della sua terra e così tutto diventava ancora più gioco e magia.

Muore con lei, all’età di 95 anni, una bellezza senza artifici, niente palestra, zero botox, solo aria dei nostri posti. Una donna che si faceva cittadina, americana, da contadina di queste nostre montagne sempre timide al mondo che era. Era la prova vivente che anche noi eravamo degni di bellezza.

A Norma c’è il tempio a Giunone, tempio alla donna, alla fertilità e c’erano ex voto. Il più frequente era il seno di terracotta so perché pensai subito alla Lollo.