Governo, Regione Lazio, Pd: è tutto in gioco

Per il leader Dem è in gioco la tenuta della nazione. Ha ragione, ma molto dipenderà dall’esito delle regionali. Perché è da quel dato che lo stesso Zingaretti deciderà se entrare nell’esecutivo oppure no. E non solo.

In una lettera a La Stampa di Torino il segretario del Pd Nicola Zingaretti ha scritto che in gioco non c’è soltanto la tenuta dell’alleanza ma della nazione. A ulteriore conferma che molto (o forse tutto) si deciderà dopo l’esito dell’election day.

Lo scenario di partenza nelle 6 regioni dove il risultato politico conterà (la Valle d’Aosta fa storia a sé) è questo: 4 amministrate dal Pd (Campania, Puglia, Toscana, Marche), 2 dal centrodestra (Veneto e Liguria).

NICOLA ZINGARETTI

Secondo i sondaggi il quadro più probabile potrebbe essere il seguente: conferma del centrodestra in Veneto e Liguria e del centrosinistra in Campania e Toscana. Con le Marche che potrebbero andare al centrodestra e la Puglia vero banco di prova. Se vince Raffaele Fitto (centrodestra) difficile per il Governo fare finta di nulla. Se invece ce la fa Michele Emiliano (centrosinistra), allora il discorso cambia.

Poi naturalmente ci sono gli scenari peggiori per entrambe le coalizioni. Se il centrosinistra perde 5-1 (tenendo solo la Campania), il Pd sarà sommerso dall’onda della sconfitta. Se invece finisce 3-3 o 4-2 per il centrosinistra, inevitabili contraccolpi per Matteo Salvini e Giorgia Meloni.

In ogni caso, e la lettera di Zingaretti a La Stampa lo dimostra, si deciderà comunque l’assetto di un nuovo Governo. Con il segretario nazionale del Pd che in ogni caso sceglierà il proprio destino. C’è chi come Goffredo Bettini da tempo spinge per un ingresso di Zingaretti nell’esecutivo, ma i dubbi non mancano. Intanto perché non si capisce per quale motivo interrompere la legislatura nel Lazio e poi perché l’azzardo sarebbe totale.

Zingaretti metterebbe in gioco tutto. Governo, Regione, Partito. Replicando lo stesso errore strategico che già una volta Goffredo Bettini ha patrocinato: con Walter Veltroni.

MATTEO SALVINI

Ma il segretario Dem ha ragione sul fatto che in gioco c’è la tenuta della nazione. Con la crisi economica che incombe, con una ripresa della curva dei contagi che è già iniziata, con un anno scolastico che deve riprendere. E con le istituzioni tutte del Paese destinate ad una sorta di giudizio universale. I Cinque Stelle hanno cambiato look e impostazione: ora non sono più un Movimento ma un Partito. Le alleanze non rappresentano più un tabù. Si può provare a mettere in campo una coalizione vera, ma è complicato che possa continuare a guidarla Giuseppe Conte. È questa la vera posta in palio.

Se però alle Regionali il centrodestra vince 5-1, allora sarà quasi impossibile evitare il ritorno alle urne per le politiche. A meno di un Governissimo di unità nazionale. Ma nessuno crede a questa possibilità.