Il 2023 che verrà, cara Latina ti scrivo così mi distraggo un po’

Saluto semiserio all'anno nuovo. Tra mille speranze ed altrettante amarezze. Perché il 2023 sarà l'anno che restituirà un'amministrazione a Latina. Ma non risolverà tutti i suoi problemi

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

Cara Latina ti scrivo così mi distraggo un po’.

Certo l’anno vecchio è finito ormai, ma questo nuovo cosa ci riserverà?

Certo le cose qui non vanno bene: non c’è neanche l’idea di una speranza da venire, rassegnati quasi a questo lento morire.

Ma certo che c’è una novità: il passato non c’è già più e anche ieri, domani sarà l’altro ieri.

Pensa tornerà il teatro, sì il teatro della città, il Gabriele D’Annunzio. Torneremo a vedere giovani ballerine, cantanti con il frac, poeti senza rima e se si farà prima, anche una banda di soldati.

Cara Latina ti scrivo così mi distraggo un po’ e siccome sei molto lontano più forte ti scriverò.

Si esce di nuovo la sera e si va nella zona dei pub, ci sono tanti ragazzi là. E forse è il posto dove ti troverai meglio da domani in poi. Nelle altre parti di questo posto, lo ammetto, puzza un poco di morto: di canali senza scolo, di palude senza neanche la sua paura, senza caimani e se ne sono andate anche le rane.

Qui si sta senza parlare per intere settimane. E a quelli che hanno niente da dire del tempo ne rimane.

Verrà un nuovo sindaco ad aprile che già a Roma in Regione i nuovi ci saranno già. E staranno facendo grande la città come chi era prima di loro nello stesso concistoro. Ma è solo un gioco di ruolo.

Avremo un sindaco nuovo, preciso da rimettere all’ora giusta la torre comunale. E questa estate andremo al mare a guardare le grazie di questo posto dove nei sogni ti ci potevi specchiare.

Cambierà tutto, faremo cantieri da fare e rimanderemo anche di tappare le buche perchè è bello sprofondare.

Faremo una grande festa per i tuoi 91 anni dicendo quanto era bello quando era brutto, ma nessuno lo ricorda quel bello. Ma che fa, l’importante è berci sopra champagne.

Non faremo le strade, manco l’ospedale, ma ne parleremo tanto. Tanto per parlare che se del tempo ne rimane faremo un grande museo a non so che sia. Ma nella serietà che si addice al posto che fu della Banca d’Italia, faremo anche un mercato annonario, grande come un mercato, ma piano, basta avere l’idea accennato.

Dimenticavo anche gli uccelli faranno ritorno. Senza grandi disturbi qualcuno sparirà, saranno forse i troppo furbi e i cretini di ogni età.

Vedi cara Latina cosa ti scrivo e ti dico e come sono contento di essere qui in questo momento. Vedi, vedi, vedi, vedi, vedi cara Latina cosa si deve inventare per poterci ridere sopra, per continuare a sperare. E se quest’anno poi passasse in un istante, vedi Latina mia, come diventa importante che in questo istante ci sia anch’io.

L’anno che sta arrivando tra un anno passerà, io mi sto preparando è questa la novità.

E tra un anno sarò qui ad elencare sogni che non ho in una città che non c’è. E la gente che, come ieri, continuerà a non salutare.

Ed il mare? Ne riparleremo a maggio, ora sarebbe troppo lunga da spiegare.