Il messaggio nel cammino verso la Santissima

C'è un senso profondo nel viaggio che si fa insieme. E nel quale tutti si mettono allo stesso passo, senza lasciare uno solo in dietro. È un cammino senza invidia, senza gare. Proprio questo è il vero senso. Come nel cammino verso la Santissima.

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

siate gioiosi, tendete alla perfezione, fatevi coraggio a vicenda, abbiate gli stessi sentimenti, vivete in pace e il Dio dell’amore e della pace sarà con voi. (2Cor 13,1).

Non sono parole del presidente Sergio Mattarella (che Dio ce lo conservi) per la Festa della Repubblica. Ma certo non stonerebbero nello sforzo di restituire coesione ad un Paese lacerato. Quelle parole, che l’apostolo Paolo scrive ai ricchi abitanti di Corinto, sono la perfetta didascalia per alcune immagini che vediamo in questi giorni e che contrastano fortemente con tante altre che, invece ci turbano.

Sono le immagini di quei gruppi di persone, di pellegrini, che camminano verso Vallepietra, verso il Santuario della Santissima Trinità per la solennità di domenica 4 giugno.

In cammino verso la Santissima

Il santuario della Santissima Trinità di Vallepietra

Guardateli: sono gioiosi, vogliono migliorarsi, si incoraggiano l’un con l’altro, mentre camminano insieme la pensano tutti nella stessa maniera. Vivono in pace, non sono invidiosi l’uno dell’altro, non spettegolano, non usano linguaggi violenti, sentono la presenza di Dio in mezzo a loro. Quelle ore, quei giorni di cammino sono il simbolo di una comunità, di persone che vogliono mettere insieme i loro doni, il com-munio, che è diventato poi il segno più evidente dell’essere cristiani.

Quanto contrasto fra quelle persone in cammino e chi nelle stesse ore uccide violentemente una compagna: una persona amata fino a qualche istante prima. Quale differenza con chi approfitta in ogni modo della credulità altrui per arricchirsi spudoratamente, contando sull’ingenuità e sulla pena di anziani indifesi. 

Il pellegrinaggio esprime appieno il senso dell’avventura cristiana. Ci si muove dalla palude dell’indifferenza, ci si avvia verso un traguardo da raggiungere, con la consapevolezza che non sarà un viaggio semplice e che soprattutto un cammino del genere deve essere fatto in gruppo, in modo che ciascuno possa contribuire, con quello che ha, al successo di tutti. Nessuno viene lasciato indietro, tutti vengono aiutati.

Quella voglia di cambiare

Il pellegrinaggio, che così semplicemente viene compiuto da tanti nostri amici, magari senza una piena consapevolezza del significato del gesto, è segno efficace della volontà di cambiare. Di migliorare, di vivere insieme con gli altri, nella consapevolezza di essere una comunità. Un gruppo in cui ciascuno mette quello che ha per raggiungere il traguardo comune.

Il camminare insieme insegna a rispettare il passo degli altri: si cammina insieme, si arriva insieme, non è una gara, in questo mondo tutto teso alla competizione, ma un viaggio, in cui tutti dobbiamo arrivare.

Proviamo a camminare, insieme: e allora il Dio della pace sarà con noi, perché sarà accolto da chi è gioioso e non roso dall’invidia, da chi si rende conto del passo degli altri, delle loro condizioni ma anche delle proprie, da chi è disposto a sacrificare un po’ del suo per mandare avanti tutti.

Sergio Mattarella la chiama coesione, è amicizia vera.

(Leggi qui tutte le meditazioni di Pietro Alviti).