Il Risiko innescato dalle dimissioni di Tripodi

Dopo l'uscita dell'ex capogruppo dalla Lega, Angelo Tripodi innesca una serie di conseguenze. La sua decisione potrebbe avere un impatto significativo sulla politica di Latina. Anche altri membri potrebbero seguire Tripodi nella sua decisione. A quel punto l'assessorato...

Andrea Apruzzese

Inter sidera versor

Nessuno scherzo, altrimenti l’assessore di riferimento Francesca Tesone potrebbe lasciare la Pubblica istruzione del Comune di Latina e trasferirsi in altri lidi, magari romani. E precisa, la vicenda che lo ha riguardato è molto più ampia e profonda: altri potrebbero lasciare la Lega, esattamente come ha fatto lui nelle ore scorse. Il giorno dopo il divorzio dal Carroccio l’ex capogruppo in Regione Lazio Angelo Tripodi ribadisce alcuni concetti ma soprattutto mette le mani avanti. (Leggi qui: Il Carroccio perde una ruota: Tripodi se ne va).

Tutti i rumors e le indiscrezioni lo danno in viaggio verso Forza Italia e la sponda azzurra presidiata dal coordinatore regionale Claudio Fazzone. Non fa in tempo a rispondere che subito dice: «Non vado da nessuna parte, sto al gruppo Misto». Ma non è questo oggi il tema. Anche perché comunque è lui stesso a confermare che «a parlare parlo con tutti, come ho sempre fatto. Ma in questo momento penso sempre e solo a predisporre un buon Bilancio. Lo ribadisco, da oggi sono un consigliere regionale di Francesco Rocca. A oggi, non abbiamo preso alcuna decisione».

Abbiamo

Matteo Salvini con Angelo Tripodi

“Abbiamo”?. «Sì, non è solo Angelo Tripodi». Che significa? Non è solo lui con le valigie in mano. Ce ne sono anche altri, pronti a seguirlo. E non solo quelli che con il loro voto e la loro preferenza lo ha portato alla Pisana la prima volta nel 2018 e la seconda volta nel febbraio 2023.

Il tema oggi è comprendere quali potrebbero essere gli effetti pontini della sua scelta di divorziare dalla Lega. Tripodi è di Latina, città nella quale è stato consigliere comunale a partire dal 2002. Fino alla sfiducia che fece cadere il sindaco di centrodestra Giovanni Di Giorgi nel 2015 Tripodi fu presente in Aula. Con la parentesi da assessore alle Attività produttive negli ultimi due anni, sempre con Di Giorgi. Poi, nel 2016, l’anno della feroce spaccatura del centrodestra con “ognuno per sé e Dio per tutti”, Tripodi fu uno dei sette candidati a sindaco di quel fronte, con una propria coalizione “Noi siamo Latina.

Al primo turno prese 3.307 preferenze da candidato sindaco, pari al 4,66%, ma quello fu l’anno in cui andarono al ballottaggio Nicola Calandrini (22,18%) e Damiano Coletta (22,11%) e tutti sanno chi vinse, sull’inarrestabile ondata del civismo, facilitata anche dalla spaccatura a destra. Poi, l’avvicinamento alla Lega, e, nel 2018, la prima elezione alla Pisana, seguita dalla seconda all’inizio di quest’anno. Prima capogruppo, poi, in seguito alle prime, evidenti spaccature del gruppo, sostituito. Il divorzio, esploso ieri, anche se ancora definito “una pausa di riflessione come quella di altre coppie“, ha quindi radici lontane.

La Lega a Latina

Il municipio di Roccasecca

Nel capoluogo pontino, culla politica di Tripodi, alle amministrative 2023 la Lega arriva terza della coalizione del sindaco Matilde Celentano, con l’11,98%, dietro la straripante Fratelli d’Italia e dietro la stessa lista del sindaco. Quattro consiglieri, e due assessori: Massimiliano Carnevale e Francesca Tesone.

Due dei primi e uno dei secondi si possono riferire, a grandi linee, a Tripodi: Vincenzo Valletta e Federica Censi (comunque legata all’europarlamentare Matteo Adinolfi) nel primo caso, la Tesone nel secondo. Il tema, dai rumors dei corridoi di Consiglio, non sembra tanto quello di un possibile loro indebolimento in seguito all’uscita di Tripodi dalla Lega, quanto piuttosto quello di un possibile rafforzamento dell’altra ala della Lega. In particolare dell’assessore ai Lavori pubblici, nonché vicesindaco, Massimiliano Carnevale.

Tripodi tende a escludere la cosa: «Come consigliere regionale resto sempre a disposizione della sindaca Celentano», premette, e osserva: «Non penso proprio che qualcuno voglia fare scherzi o dispetti. Ma, se qualcuno volesse farlo, a ogni azione corrisponderebbe una reazione. E se oggi ancora c’è un lume di speranza che si possa risolvere nella Lega, un’azione del genere chiuderebbe definitivamente le porte».

Una Giunta blindata

Matilde Celentano

Arduo però pensare in questo momento a possibili rivolgimenti di giunta. Il Governo cittadino della Celentano è formato da equilibri che sono stati trovati con non poche difficoltà a causa dei risultati straripanti di FdI e della sua lista da un lato, e di quelli meno esaltanti degli altri partiti della coalizione, che hanno comunque chiesto e ottenuto la visibilità in giunta o un uomo di riferimento.

Peraltro, il momento è anche delicatissimo: da un lato la candidatura a Capitale italiana della cultura, la cui prima scrematura si conoscerà a dicembre (con la delega alla Cultura è fermamente nelle mani della sindaca). Poi il Bilancio di previsione da approvare entro il 31 dicembre, infine la gestione dei rifiuti da controllare. Per non parlare dei progetti Pnrr. Al momento quindi la situazione sembra blindata.

Ma, e questo è un ragionamento che si fa nei corridoi, se due consiglieri dovessero uscire, la Lega non potrebbe mantenere due assessori.