Il video galeotto e l’imbarazzo di Kafka al Comune di Frosinone

Anche sulla fuoriuscita delle immagini dal Ced del Comune è la maggioranza a farsi opposizione da sola. Ma non è l'unico tratto surreale della vicenda.

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

Il surrealismo è un movimento artistico che prese forma negli Anni ’20 del Novecento andando oltre il dadaismo. Uno dei suoi massimi esponenti fu lo scrittore boemo di lingua tedesca Franz Kafka. Chiuse la sua esperienza terrena a Kierling nel 1924: fosse ancora in vita, avrebbe preso in affitto un appartamento a Frosinone con la certezza di trovare ispirazione nel Comune per scrivere una delle sue opere.

Perché quello che accade dal punto di vista politico nell’amministrazione del Capoluogo ha tutti i tratti, surreali, incomprensibili e paradossali, delle opere letterarie di Kafka.

Il riepilogo dei fatti

I fatti sono noti. Dall’ufficio del CED del Comune di Frosinone sono usciti i filmati della sparatoria avvenuta sabato sera allo Shake Bar di via Aldo Moro. Quelle sequenze di sangue erano state catturate da una delle telecamere del Comune. Sono state pubblicate sull’edizione on line del Corriere della Sera: il quotidiano le ha rimosse appena è stato chiaro che non si trattava di video ripresi da un’abitazione privata e non ancora entrati nel fascicolo delle indagini materiale. Ma era materiale della rete comunale, che non poteva essere nella disponibilità di chiunque e per di più coperto dal segreto investigativo.

Nel quotidiano lavora una persona che da pochi giorni aveva iniziato a collaborare con lo staff del sindaco. Solo una coincidenza, fino a prova contraria. Per evitare speculazioni e sospetti ha rassegnato le dimissioni. Correttamente. Nel frattempo il sindaco Riccardo Mastrangeli ha annunciato un esposto contro ignoti per accertare eventuali responsabilità connesse alla diffusione del video.

Fin qui la fredda e oggettiva cronaca. Poi subentra la politica e qui Kafka si prenderebbe il palcoscenico. E nel suo intervento, non senza imbarazzo, chiederebbe aiuto al dottor Sigmund Freud se potesse. Per provare a capire insieme una situazione, politicamente tutta da decifrare e per niente sensata.

Surrealismo

Riccardo Mastrangeli (Foto: Stefano Strani)

La diffusione del video ha innescato polemiche e discussioni: ma non da parte dell’opposizione, come sarebbe lecito aspettarsi. Ma ancora una volta da parte della stessa maggioranza.

Forza Italia ha attaccato il sindaco per questa vicenda, definendola “grottesca e altamente lesiva della reputazione del Comune“. Mettendo sotto la lente di ingrandimento, a torto o a ragione che sia, anche  le procedure di custodia delle immagini riprese in città dalle telecamere del Comune. Una simile presa di posizione, in una situazione di normalità avrebbe dovuta prenderla semmai l’opposizione. Ma evidentemente a Frosinone non c’è una situazione di normalità, dove ognuno rappresenta ed esercita il proprio ruolo; dove la maggioranza fa la maggioranza, l’opposizione fa l’opposizione.

Definirla kafkiana risulterebbe forse offensivo anche  per lo stesso scrittore. La Minoranza invece anche su questa vicenda rimane ancora una volta silente: così come sulla viabilità cittadina, sulle politiche  ambientali, sul forno crematorio, sulla apertura di Via del Casone, sulla chiusura al transito dei mezzi pesanti sulla Monti Lepini, sulla scuola di volo elicotteri. Solo per fare degli esempi.

Un silenzio assordante. Per certi versi imbarazzante. Se solo si pensa che tra 36 mesi qualcuno, nel centrosinistra, dovrà provare a proporsi come alternativa di Governo della città. Con quali presupposti? Quale percorso consiliare? Secondo quali attività di critica? Con quali progetti alternativi? Tant’è. E forse non vale più nemmeno la pena parlarne.

E quasi dadaista

In totale assenza dell’opposizione, la titolarità del ruolo è esercitata ancora una volta da pezzi della maggioranza. Ed anche questa volta toccherà al sindaco cantare e portare la croce, per far decantare le critiche e le polemiche. Fino a quando? Fino alle prossime. Tutte interne alla maggioranza ovviamente.

C’è poi un altro profilo surreale. È l’ondata di finta indignazione per le immagini coperte dal segreto e nonostante questo finite su un quotidiano. Indignazione di facciata: come dimostrano le intercettazioni, i verbali d’interrogatorio, i dettagli investigativi su ogni indagine che quotidianamente vengono pubblicati senza andare troppo per il sottile.

È la stampa, bellezza: ed ogni giorno qualcuno arriva prima di qualcun altro.