Integrazione e solidarietà: l’arte di Jago fa gol all’Olimpico

Lo scultore frusinate esporrà nello stadio romano un’opera raffigurante un migrante. L’iniziativa rientra nell’impegno di Lega Serie A e "Sport e Salute" nel sostenere progetti che puntino a rafforzare il ruolo sociale del calcio come strumento di promozione di valori quali l’accoglienza ed il rispetto del prossimo. L’artista ciociaro, famoso in tutto il mondo, a luglio è tornato nel capoluogo dove all’Accademia delle Belle Arti è stato insignito del titolo di “Accademico d’onore”

Alessandro Salines

Lo sport come passione

Un giovane uomo disteso sul prato dello stadio “Olimpico” di Roma vuoto ma sempre suggestivo. Un migrante, un profugo stremato, impaurito e silenzioso. Un’immagine forte dal grande valore simbolico che sembra urlare sofferenza, attenzione e aiuto. La nuova scultura di Jago, artista ciociaro figlio dell’Accademia delle Belle Arti di Frosinone, ruba l’occhio e tocca il cuore. La sua opera “Marmo Italiano” sarà esposta in uno dei templi del calcio mondiale da martedì a giovedì nell’ambito della mostra Jago – “L’Arte dell’Integrazione”, organizzata dalla Lega Serie A in collaborazione con “Sport e Salute” ed inaugurata in queste ore. L’iniziativa rientra nell’impegno comune delle due Istituzioni nel sostenere progetti che puntino a rafforzare il ruolo sociale del calcio come strumento di promozione e veicolo di valori quali integrazione, accoglienza e rispetto del prossimo.

Una statua con una storia particolare

Lo scultore frusinate Jago al lavoro

L’opera di Jago, al secolo Jacopo Cardillo, nato a Frosinone 34 anni fa, amatissimo dai giovani con 623 mila follower su Instagram, è stata realizzata lontano da occhi indiscreti dopo un anno di lavoro a Roma. L’artista ha utilizzato il marmo nero di Colonnata, chiamato “Nero Cattani”.  Ma la statua del migrante si porta dietro una storia singolare che regala ancora più forza al messaggio che vuole lanciare. Ad inizio luglio è stata installata in gran segreto sulla nave di SOS. Mediterranee, impegnata nel salvataggio dei migranti. E proprio in quei giorni in Sicilia l’imbarcazione ha portato in salvo 150 profughi. “L’operazione è nata un anno fa a seguito dell’invito di Giuseppe Bertuccio D’Angiò di Progetto Happiness sull’Ocean Viking per raccontare le operazioni di salvataggio – ha raccontato Jago al Messaggero – In quel periodo la nave faceva tappa a Napoli e mi recai a bordo. Immaginai subito l’opera”.

Ed ora lo stadio, luogo inedito per l’arte. “Lo stadio Olimpico è già un luogo dell’arte ma forse non lo sapevamo – ha aggiunto l’artista frusinate – Per quanto mi riguarda non esistono luoghi deputati all’arte e comunque uno stadio è già per sua natura palcoscenico di creatività. Quindi non ci vedo nulla di  strano e sono certo che questo potrà essere un importante calcio d’inizio”.

Arte e calcio per veicolare valori importanti

Vito Cozzoli, presidente di “Sport e Salute”

Apertura, inclusione, integrazione e relazioni con l’altro: sono i valori comuni dello sport, della cultura e dell’arte. “Per questo “Sport e Salute” ospita con grande piacere l’opera di un artista internazionale come Jago sensibile a questi temi universali – ha dichiarato Vito Cozzoli, presidente di “Sport e Salute” -. Lo fa nel più iconico degli stadi italiani per la sua storia e per la sua posizione all’interno di un parco sportivo straordinario come il Foro Italico”.

Quei valori che uniscono lo sport all’arte sono alla base della missione di “Sport e Salute”, chiamata a promuovere l’attività sportiva in Italia. L’obiettivo è arrivare al cuore di tutti. Lo sport e l’arte possono riuscirvi”. Come detto l’opera rappresenta un giovane uomo disteso su un fianco e intende focalizzare l’attenzione su temi come l’accoglienza, l’integrazione e le sofferenze di tutti coloro che sono costretti a fuggire dalla propria terra, a causa della guerra o delle difficoltà più disparate, nella speranza di un nuovo inizio.

Lorenzo Casini, presidente della Lega Serie A (Foto: Paolo Cerroni © Imagoeconomica)

“Siamo molto contenti che Jago, un artista italiano di fama internazionale, abbia accolto subito e con entusiasmo la proposta di realizzare questo progetto insieme a Lega Serie A e Sport e Salute – ha continuato Lorenzo Casini, presidente della Lega di Serie A – Si tratta di un’iniziativa che rispecchia appieno i valori che la Serie A porta avanti attraverso il suo impegno in campo sociale, in particolare sul fronte dell’integrazione e della lotta alle discriminazioni”.

Arte, educazione e sport sono pilastri dello sviluppo della cultura dell’umanità. Desidero inoltre ringraziare Jago per aver accettato di esporre la sua opera all’interno di uno stadio: anche lui crede che questo sport sia uno straordinario strumento capace di trasmettere in modo immediato e intergenerazionale non solo passioni e sentimenti, ma anche valori sociali come accoglienza, inclusione e rispetto dell’altro. Promuovere la tutela dei diritti umani è alla base dell’Olimpismo e sono felice che questo progetto si realizzi a Roma allo stadio Olimpico”.

“Accademico d’onore”

Jago all’Accademia delle Belle Arti di Frosinone riceve il riconoscimento di “Accademico d’Onore”

Jago meno di un mese fa è tornato nella sua Frosinone, ospite all’Accademia delle Belle Arti dove ha studiato dopo aver frequentato il liceo artistico “Anton Giulio Bragaglia”. E’ stato insignito nel titolo di “Accademico d’Onore” dal presidente Giorgio Bartolomucci e dalla direttrice Loredana Rea nel corso di una cerimonia molto emozionante e partecipata dagli studenti che sognano di emularlo. Mentre il professor Bruno Di Marino ha dialogato con l’artista. “Sono felice di tornare nella mia Frosinone – ha detto Jago – E’ bello quando le strade si incrociano di nuovo. Sono contento di questo riconoscimento perché qui ci sono nato”.

C’è da dire che lo scultore non ha terminato gli studi ed ha lasciato l’Accademia nel 2010 in quanto gli venivano contestati gli inviti dei vari critici. Malgrado la giovane età, Jago è famoso ed apprezzato in tutto il mondo. Un talento incredibile nel lavorare la materia tanto da scomodare confronti con Michelangelo. La sua ricerca artistica fonda le radici nelle tecniche tradizionali, ma tratta temi fondamentali dell’epoca che vive. Lo fa instaurando un rapporto diretto con il pubblico mediante l’utilizzo dei social network. Ha ricevuto diversi riconoscimenti come la “Medaglia del Pontificato” nel 2012 per aver realizzato un busto in marmo raffigurarante Papa Benedetto XVI. Molto apprezzato negli Stati Uniti dove ha insegnato alla prestigiosa “New York Academy of Arts”.

L’incontro organizzato all’Accademia delle Belle Arti in onore di Jago

Nel 2011 ha partecipato alla 54a edizione della Biennale di Venezia. Dal 2016 ha vissuto e lavorato in Italia, Cina e America. Le sue opere sono state esposte nei principali musei e sale del mondo. Ora lo stadio Olimpico. Ma l’artista ciociaro non è nuovo a location particolari: nel 2019 ha inviato un sua opera nella stazione spaziale della missione Beyond. Nel 2020 ha realizzato in piazza del Plebiscito a Napoli l’installazione “Lock Down” che ora si trova nel deserto Al Haniya nell’emirato Fujairah.