Lo Zingaretti 2020: “È arrivato il tempo di ricostruire”

Il 2020 dovrà essere l'anno di un nuovo vocabolario civile e con politiche di vera ricostruzione. I messaggi lanciati da Nicola Zingaretti nel colloquio con Repubblica. "Basta odio, divisioni, rancore, ed egoismo. L'Italia non cresce a sufficienza da troppo tempo, perciò bisogna iniziare a ricostruire un nuovo, moderno sistema industriale per creare lavoro e benessere". Cita Prodi. E ribadisce " Prima le persone"

È arrivato il tempo di ricostruire”: Nicola Zingaretti manda un messaggio agli ‘alleati’ Luigi Di Maio e Matteo Renzi che sono in piena “ossessione dei distinguo“. Il Segretario nazionale del Partito Democratico e governatore della Regione Lazio lo fa attraverso un colloquio con il quotidiano Repubblica.

Ai due ‘ossessionati’ dalle puntualizzazioni dice “Innanzi tutto direi basta odio, divisioni, rancore, miopia e egoismo“. Tende la mano e cerca di smorzare le tensioni che hanno caratterizzato questa prima fase del governo giallorosso. L’ossessione di distinguersi dagli altri sta provocando attriti, soprattutto sta dando l’impressione di un gruppo rissoso nel quale si diffida l’uno dell’altro. L’ultima tensione in ordine di tempo è riassunta nello scambio di battute tra il ministro Teresa Bellova (IV) e l’ex ministro per il Sud Barbara Lezzi (M5S): la prima ha attaccato il cuore delle politiche grilline dicendo che deve essere eliminato il reddito di Cittadinanza”; la seconda ha risposto “Se alla Bellanova fa schifo il reddito di cittadinanza si dimetta e faccia cadere il governo”.

Nicola Zingaretti con Romano Prodi. Foto: © Imagoeconomica, Raffaele Verderese

Nicola Zingaretti chiede un cambio di approccio. Dicendo “Il 2020 dovrà essere l’anno di un nuovo vocabolario civile e con politiche di vera ricostruzione“. Cita Romano Prodi, il “padre nobile” del Pd e del centrosinistra, che “ricorda come l’Italia non cresce a sufficienza da troppo tempo“.

Cisa si deve fare allora? Per il Governatore del Lazio bisogna “iniziare a ricostruire un nuovo, moderno e ambientalmente sostenibile sistema industriale per creare lavoro e benessere. Ricostruire vere e moderne politiche per la formazione, la ricerca, per dare autonomia a una nuova generazione e con essa al Paese”. In pratica, in questo modo si deve “Ricostruire un sistema Italia, uno Stato più semplice, competitivo, utile, con maggiore giustizia fiscale”.

La giustizia fiscale sarà una delle direttrici lungo le quali il Segretario muoverà l’azione del Partito nel 2020. Sono tre i temi chiave: la riforma dei princìpi in base ai quali oggi si pagano le imposte sui redditi, avviare una seria lotta all’evasione, fare in modo che l’Italia sia più pulita facendo pagare più tasse a chi inquina. E poi punta a mettere la scuola e l’istruzione al centro: al punto di teorizzare un allargamento dell’età dell’obbligo dai 3 anni fino ai 18 anni, con una scuola completamente gratuita fino alla laurea per sconfiggere “la tirannia delle disuguaglianze che condannano milioni di italiani alla marginalità“.

Nicola Zingaretti

Nicola Zingaretti è rimasto sbalordito dai risultati dello studio condotto da un ricercatore americano al quale negli Stati Uniti nessuno ha voluto dare retta ma in Islanda l’hanno chiamato applicando le sue teorie. In pratica è stato chiesto ai ragazzi quale corso avrebbero sognato di poter fare: c’è chi ha chiesto di suonare la batteria, chi di dipingere, chi di programmare i videogiochi. Il pomeriggio le scuole sono aperte solo per quei corsi: con l’effetto do togliere dalla strada i ragazzi, abbattendo droga ed alcolismo giovanile. Così immagina la possibilità di concordare con i sindaci l’apertura fino alle 18 di tutti i plessi scolastici nei quartieri.

Coinvolgere sarà il verbo che utilizzerà anche nel 2020, anno nel quale parlerà al plurale: meglio il noi e non l’io. “La destra si è unita dietro una leadership. È pazzesca la fatica per far capire quanto sia urgente la ricostruzione di un campo largo della politica che sia una credibile alternativa alle destre”.

Ma a chi pensa? “Le energie ci sono: sono quelle dei cittadini, delle associazioni, dei movimenti” e di certo il riferimento è anche alla “sardine”. Però pure agli “amministratori e alle forze politiche che però devono far prevalere la forza del noi e non l’egoismo del particolare“.