Julen ed il vaso di Pandora delle paure (Mamma Ciociara)

Il caso del piccolo Julen, il bimbo inghiottito da un pozzo in Spagna. Ha spalancato il vaso di Pandora delle paure di tante mamme.

Il diario di Mamma Ciociara

Diario settimanale, molto poco ordinario, di una mamma ciociara in una famiglia ciociara molto poco ordinaria

Un pozzo buio e profondo ha inghiottito i nostri cuori. Come un vaso di Pandora, quando i minatori e la squadra di salvataggio hanno tirato su il corpicino di Julen, hanno aperto una scatola che ogni genitore tiene chiusa in un cassetto dell’anima.

Chi non lascia i figli correre tranquilli in un prato o sulla battigia in una calda giornata estiva? Quale madre o padre esausto non si lasciano andare su un lettino o su una sedia per riposare e continuano a fissare con lo sguardo il proprio cucciolo scappare da un lato all’altro?

Basta un secondo, basta un’onda un po’ più alta, basta uno scoglio o una roccia, basta anche un marciapiede sconnesso. Basta poco a sfiorare la tragedia a diventare i genitori di Julen.

La Mamma Ciociara osserva le foto di quell’uomo e quella donna, lo sguardo vuoto ormai… loro che, proprio qualche anno fa all’improvviso avevano perso un altro figlio.

Una maledizione e un senso di colpa che nessuna parola di conforto potrà mai cancellare. La paura di non essere stato un genitore attento e la certezza di aver fatto il possibile. Perchè basta poco, davvero poco.

La Mamma Ciociara ricorda bene che anche a lei e a Papà Facocero è mancato tanto così… quando la loro cucciola aveva poco meno di un anno era seduta sul seggiolone, con i suoi 4 dentoni ciucciava croste di pane da diversi mesi, ma in un secondo una mollica più grande è scivolata in gola e la piccola è diventata viola. La Mamma Ciociara, la donna dalle mille risposte è rimasta bloccata, nel panico. Papà Facocero si è alzato, calmo, ha girato la sua cucciola e ha praticato la manovra di disostruzione imparata in uno di quei corsi seguiti tanto per passare il tempo.

La mollica di pane uscita finì sul pavimento, a farla sparire ci pensò il cane. Solo dopo la Mamma Ciociara si riprese e fu in grado di prendere la sua piccola in lacrime, mentre Papà Facocero si lasciò andare sul divano con il cuore che batteva a mille nel cervello.

Ogni genitore vive con quel tunnel profondo e buio, stretto e pieno di insidie attorcigliato alla spina dorsale, quel buco che ha risucchiato Julen, piccolo, felice che, con il suo sacchetto di caramelle e il berretto se ne andava trotterellando in un terreno di famiglia.

Le prime analisi sul corpo del piccolo dicono che sarebbe morto sul colpo. È stato ritrovato incastrato a cento metri di profondità, con le braccia rivolte verso l’alto e tanti sassi, più o meno piccoli, che lo hanno tenuto incastrato. Tredici giorni per salvarlo, tredici giorni di speranza, un incubo durato due settimane che si è concluso con un dramma.

Come può un genitore essere sicuro? La Mamma Ciociara ha sempre preso in giro quelle donne folli che trascorrono la mattina a meno di cento metri dalle scuole dei figli per paura che possa accadere loro qualcosa, quelle che li mandano in bicicletta con casco, ginocchiere, gomitiere, talmente fasciati che non riescono neanche a pedalare, quelli che tagliano la pasta ai figli di sette o otto anni.

Ma anche lei ha le sue paranoie e non fa camminare i figli sulle grate, quelle che ricoprono garage sotterranei, tombini, nel terrore che possano cadere nel vuoto. La notte si alza, non succede spesso ma succede, per ascoltare il respiro leggero, per annusarli, per coccolarli mentre sono inermi, proprio come erano quando erano appena nati.

Perché se c’è una cosa che non cambia nel tempo è quella sensazione, quella che ti lega ai tuoi figli che ti sono stati dentro, che hai partorito, il tuo cuore ha battuto all’unisono veramente solo con il loro. Questo accade anche a chi adotta, perchè una madre è sempre una madre.

Julen ha aperto il vaso di Pandora delle paure dei genitori, in fondo a quel pozzo non c’è però Spes, ma solo altro buio.