Il genio vestito di normalità che creò Teleuniverso

La normalità delle grandi cose: come fanno tutti i papà. Per non farle pesare a chi sta dentro casa. Quella geniale normalità con cui Mario Magnapera diventò il papà di tutta Teleuniverso

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

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Einstein con i suoi capelli improbabili e spesso con due calzini diversi. Eppure vedeva l’universo mentre noi non vedevamo nemmeno fuori dalla finestra. Hawking che ha visto altrettanto lontano da una sedia sulla quale non poteva nemmeno parlare. Come deve essere un genio? 

Un genio è quello che vede dove gli altri non vedono. E non importa se pensi all’infinitamente grande, al microscopico, a quello che si vede con i numeri o sta dietro alle lettere. Vede quello che per gli altri ancora non c’è ma ci sarà: ci vorrà tempo, e allora anche gli altri capiranno.

Vivono come tutti gli altri, i geni. E la loro grandezza sta nel non farlo notare. Magari amano la musica, compongono le poesie, sono appassionati di calcio, più ancora di totocalcio e sistemi, compilano a mano interi quadernoni a quadretti sviluppando e sintetizzando. Ed ogni tanto usciva un 13.

Sembrano papà normali. Rendono normale il fatto di vedere le note dove gli altri vedono un pentagramma vuoto; vedono le rime dove ci sono solo parole; vedono risultati prima ancora che le partite vengano giocate. Vedono una strada che porta in Australia mentre qui c’è nulla e lì si fanno una posizione, vedono che è il momento di portare anche la famiglia… Beh non vedono proprio tutto. Non vide la moglie che faceva sparire il passaporto per evitare di attraversare l’oceano.

Rimasto qui, vide che anche in Ciociaria c’era spazio per una tv libera, come si diceva allora; privata, come si dice oggi. Che nasce per gioco, cresce e diventa azienda. E lì, tanti costruiscono il loro futuro: chi insegna, chi sale e va con i nazionali, chi resta e cresce altri, giornalisti, tecnici, registi, fonici, grafici, impiegati. C’è di tutto: uno zoo infinito. “E se non sono matti, qui dentro non ce li voglio” ripeteva sempre.

Vide tutto questo nel 1978 Mario Magnapera, mentre gli altri vedevano nulla: ma lui aveva occhi diversi. Non a caso era il papà di Teleuniverso. E chi altro festeggiare allora oggi che è la festa del papà?

Grazie Mario.