La malattia di non volere la democrazia

I sindaci che verranno eletti saranno i primi tra quelli che sono stati votati. Ma a causa della forte ondata di astensionismo saranno secondi all'indifferenza

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

Gaeta è grande, ma non grandissima, ha votato meno di un elettore su due, il 47.12%; la volta precedente si sfiorava la metà. A Sabaudia non è differente. Votare era orgoglio di “testimoniare” ora è fastidio tra un bagno di mare, una sfida a padel e un egoismo ritrovato. Si votava per “noi“, ora non si vota per “io“.

Non è che altrove siano meglio: in Francia ha votato alle politiche il 48%.

La malattia dell’astensione

A Cori, il paese delle grandi passioni, dove anche i pali della luce pensano e i muretti sono geniali (tutti un poco folli) per il sindaco hanno votato 831 persone in meno in un paese di 8000 residenti. Qui le passioni politiche erano seconde solo (e non sempre) alla fede nella contrada. Qui eri la tua contrada nelle tue idee: essere comunista, socialista, democristiano ora orgoglio di vita quotidiana. Ora? 

Foto: Canio Romaniello / Imagoeconomica

Direte i tempi cambiano. È vero ma non è detto che sia meglio. I sindaci avranno la maggioranza di chi ha votato ma saranno sempre secondi agli indifferenti. A Cori la conquista del Comune degli ultimi, che erano tanti, era stata giustizia sociale contro i signori (che erano pochi). Oggi si torna ai pochi.

Si torna alla politica cosa degli altri, cosa lontana, cosa indifferente.

Ai referendum non ha votato neanche un elettore su 5, eppure erano quesiti sulla libertà personale. Roba che sull‘habeas corpus l’inviolabilità della persona umana anche dallo Stato è nata la nostra civiltà, dai limiti al potere dello Stato e dei suoi “funzionari” (anche giudici) è nata semplicemente la libertà. Ora? Non frega niente. E forse se Cesare Beccaria stampasse oggi “Dei delitti delle penelo comprerebbero in tre.

Questo è il mondo. Questa sera ci saranno i sindaci eletti, le schede (poche) del referendum andranno al macero e di questo si parlerà l’anno prossimo. Ma solo per un poco.